Nel corso del Consiglio Comunale ultimo scorso (28 settembre), l’assemblea istituzionale cittadina ha preso atto dell’ennesima sventura giudiziaria di cui l’amministrazione comunale in carica si è resa protagonista.
Per la verità gli esiti negativi di cui il Consiglio ha dovuto prendere atto sono due, ma certamente uno di questi, riguardando una vicenda in cui il Comune viene condannato a pagare un importo di poco più di 2mila euro non fa decisamente più notizia.
Molto più grave è l’altro, riguardante il mancato pagamento dei lavori inerenti il 3° lotto a Palazzo Pretorio. Lavori che non sono stati remunerati dal Comune alla Ditta esecutrice, sulla scorta della loro ritenuta non doverosità. Secondo il Comune infatti, il pagamento alla Ditta in questione, non doveva essere effettuato in conseguenza del mancato deposito della “pratica” al Genio Civile oltre che per asserite “difformità” di esecuzione. Occorre innanzitutto ricordare, per quanto ciò possa apparire surreale, che il Comune di Certaldo si accorse solo nel 2015 che dei lavori di restauro e consolidamento di Palazzo Pretorio, lavori progettati ed eseguiti dal 2008 al 2014 (!), non era stata inviata la “pratica” al genio Civile della Regione Toscana. Chi di dovere se n’era dimenticato. Davvero incredibile.
In questo contesto di formali inadempienze e oggettive trascuratezze riguardanti lo storico Palazzo cittadino, (del quale ne fu pure disposta la provvisoria chiusura di una parte per gli intuibili rischi connessi alla stabilità dell’edificio), si inserisce la vicenda del mancato pagamento della Ditta esecutrice dei lavori. Il Decreto Ingiuntivo con il quale la Ditta ha intimato il pagamento al Comune è stato accolto e dichiarato immediatamente esecutivo. Non solo. Ma l’opposizione esercitata dal Comune è stata rigettata. Con il risultato che ad oggi il Comune è tenuto a corrispondere la somma di 160mila euro. Somma che è lievitata di migliaia di euro rispetto a quella originaria, in conseguenza dei riconosciuti interessi di mora e delle spese legali varie legate al procedimento di ingiunzione e alla sua (inutile) opposizione al suo esito.
Chi è che ha deciso di non pagare ? Come si è arrivati a questa ennesima decisione giudiziale negativa, cosi gravida di conseguenze per le casse comunali ? Chi si occupa di queste cose ?
La vicenda giudiziaria civile in oggetto, infatti, è l’ennesimo episodio purtroppo seriale in cui l’amministrazione è incappata. Non si è spenta infatti ancora l’eco della Sentenza 668/2017, (marzo ultimo scorso), in cui il Comune è stato ritenuto corresponsabile della verificazione di un tragico sinistro stradale. Sentenza in cui è stata posta a carico del Comune la somma pari ad 294.914 euro oltre a migliaia di euro altri per spese connesse. Somma il cui esborso è pesato sulle casse del comune in conseguenza del fatto che le (plurale !) compagnie assicurative che avrebbero dovuto sostenere l’esborso in luogo del Comune, si sono viste riconoscere come fondata l’eccezione di prescrizione da loro formulata, (in pratica il Comune non aveva avvisato in tempo le compagnie, che paga, del sinistro avvenuto). Per tacere di ulteriori episodi che hanno caratterizzato quell’iter di giudizio, determinandone l’infelice conclusione per il Comune.
Poiché andando a ritroso nel tempo si assisterebbe ad un florilegio di esiti purtroppo nefasti e per somme oggettivamente ragguardevoli, nel corso del Consiglio Comunale ho dato la disponibilità mia e del mio gruppo di appartenenza agli amministratori in carica, perché “si facciano aiutare”. Il senso di responsabilità che deve animare e anima l’opposizione non può non indurre a tale atteggiamento di condivisione, (nella ovvia distinzione di ruoli e responsabilità), e di collaborazione in nome del prevalente e superiore interesse dei cittadini.
Nel caso ciò non fosse e l’amministrazione in carica dovesse continuare a gestire (si fa per dire) “in solitudine” un contenzioso che necessiterebbe di ben altre attenzioni, impegno e soprattutto risultati, l’opposizione si regolerà di conseguenza. Nelle forme che la Legge prevede ed appronta. Il livello "di inefficienza raggiunto e i costi per le casse comunali connessi, non sono più sostenibili".
Giuseppe Romano, consigliere comunale Forza Italia