Mobike, Donvito (Aduc): "Non ci sono infrastrutture sufficienti"

"Grande successo delle Mobike, le bici a due soldi che si possono prendere e lasciare ovunque… come ci hanno ripetuto in continuazione i nostri amministratori in queste poche settimane dall’avvio di questo servizio. Ed è vero, solo che bisogna fare i conti con l’oste. E quest’ultimo non è un granché, soprattutto perché ha cercato di vendere vino mediocre come fosse un gallo docg. Il nostro oste è l’amministrazione di Palazzo Vecchio. Che ha fatto bene nel buttarsi nell’impresa di dare una possibilità di mobilità ecologica alternativa, ma, siccome la demagogia è una brutta bestia che alberga ovunque, ecco che sta accadendo il patatrac. Queste bici, letteralmente, gli utenti le lasciano ovunque, anche se gli amministratori con quell'“ovunque” avevano giustamente sottinteso “dove la legge lo consente”. Ma questi amministratori non avevano considerato che l’abitudine fa l’uomo ladro. Cioè: l’abitudine a doversi arrangiare il più possibile nell’uso di una bicicletta in una città che è’ molto carente rispetto ad infrastrutture alla bisogna, essenzialmente parcheggi e piste. Ed ecco quindi che la demagogia della buona azione ecologica si dimostra essere deleteria. Infatti siamo invasi da queste bici arancione, invasione che è tale perché sono spesso dove non dovrebbero essere, creando non pochi problemi a mobilita’ pedonale, automobilistica, decoro, e quindi all’ordine pubblico. 
Uno dei motivi conduttori dello “sdegno” per quanto sta accadendo con le Mobike, è che gli utenti sono maleducati e menefreghisti. E’ vero! E quindi? Crediamo che non serva, come abbiamo letto da qualche parte, che la presunta task-force della polizia urbana prometta ferro e fuoco contro i trasgressori, tanto non li prenderanno, oppure troveranno due-tre sfigati che si faranno cuccare e che diventeranno il simbolo della efficienza del Comune… proprio come è accaduto per la vicenda dell’ordinanza anti prostituzione. Crediamo che occorra mettere i cittadini e gli utenti in condizione di rispettare le leggi, non solo paventando la multa per i trasgressori, ma dandogli opportunità  di farlo.
Che fare? Secondo noi, nell’immediato, occorre guardarsi allo specchio, agire di conseguenza, e agire per avere uno specchio piè grande. Lo specchio attuale è che non ci sono infrastrutture sufficienti per accogliere questa mobilità a pedali, quindi è dannoso aumentare il numero di bici a disposizione. E da subito occorre moltiplicare i parcheggi (costi bassi per questa operazione) e metter mano ad altrettanta moltiplicazione delle piste ciclabili (costi più alti, ma con ampia disponibilità da fonti comunitarie, che dovrebbero essere impegnate non per dirsi addosso quanto è bella la nostra città e la nostra Toscana, ma per dare risposte pratiche a questa fondamentale opzione di mobilità)".

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

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