Una storia di macchine e uomini, di una fabbrica che diventa famiglia, l’etichetta che si fa arte. Sauro Bagnoli oggi ha sessant’anni e poco più, quaranta dei quali passati a far crescere la Jolly. L’azienda nasce con lui, con “l’incoscienza dei vent’anni”, e un macchinario rivoluzionario. “Era il 1977 - racconta - Mio padre era stato a Düsseldorf, aveva visto una macchina da stampa di etichette serigrafica. Quando tornò, ne parlammo, e ci convincemmo a vicenda di quell’idea. La prendemmo, e fondai la Jolly. Era il 23 settembre del 1977”.
Quarant’anni dopo, Bagnoli passa ancora le giornate all’interno dell’azienda. Le macchine sono cambiate, la stampatrice del ‘77 (che arrivò solo a maggio del 1978, otto mesi dopo) adesso fa bella mostra di sé accanto alla macchina del caffè. “Il primo ordine fu il 10 ottobre del 1978. Mio padre pensava di essersi rovinato. Solo un anno dopo, abbiamo fatturato 151 milioni”. Un anno che la famiglia Bagnoli non scorderà, il 1979. “Avevo 22 anni, e a novembre nacque mia figlia. Il matrimonio, la famiglia, sono stati l’incentivo decisivo. Non potevo più sbagliare”.
Negli anni la Jolly cresce, senza mai un diminuire il fatturato. Una svolta decisiva arriva dopo 20 anni. “Passai alle etichette dei detersivi, e dopo intuii che la strada da intraprendere era quella del food: qualcuno pensò che fosse una scelta azzardata, ma il tempo mi ha dato ragione”. La Jolly inizia a lavorare con le grandi eccellenze toscane del vino e dell’olio, e le etichette stampate allo stabilimento di Bassa viaggiano così in tutto il mondo.
Oggi la Jolly dà lavoro a 18 dipendenti e tre persone della famiglia Bagnoli. Dieci anni fa, infatti, ad affiancare Sauro e la sorella Paola, arriva anche Raffaele, il figlio, che non parte dall’ufficio, bensì dalla stampa, dalla macchina. “Non potevo pensare di andare a dire cosa fare a chi ne sapeva più di me - spiega Raffaele Bagnoli - ho fatto la gavetta come tutti. Sono partito da operaio”. L’ingresso di Raffaele segna per Sauro un nuovo spartiacque: “È stato uno stimolo in più, volevo lasciargli un’azienda che andasse oltre”.
Infatti Bagnoli non si accontenta, nemmeno adesso. Una nuova macchina, concepita proprio da lui, con doppia lamina e 10 colori, invece di 8, per avere uno standard diverso, arriva in azienda. E arriva anche la stampante digitale. “Le etichette non sono tutte uguali, così come i prodotti che vanno a descrivere. Certo, ci piacciono tutte, perché se non ci piacessero sarebbe difficile anche metterci passione, poi ce ne sono 2 o 3 in un anno che ci fanno proprio innamorare, che sono quasi opere d’arte. Seguiamo tutto il percorso, dalla grafica alla spedizione. Perché non si può realizzare un disegno senza tenere in considerazione il materiale su cui si va a stampare e come si fa a stampare”.
All’interno dell’azienda, tra l’odore di vernice e il profumo della carta appena stampata, molti giovani si muovono tra banconi e macchinari, tra secchi di colore e bobine. E proprio qui, nel magazzino, tra rotoli di etichette da stampare, è stata organizzata la grande festa dei quarant’anni della Jolly, curata magistralmente dalla Galasso Eventi di San Miniato. “Sono venuti da tutta Italia, ma non per dovere, per il piacere di esserci”. La famiglia della Jolly era al completo: oltre ai Bagnoli, infatti, tutti i dipendenti e i propri cari hanno preso parte ai festeggiamenti. Tra musica dal vivo, open bar, e arie delle più celebri opere liriche eseguite con maestria tra gli invitati, la Jolly ha reso omaggio all’idea di un ragazzo di 20 anni, trasformatasi in una realtà di 40 anni di attività e in una grande famiglia.