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Consiglio regionale: si parla di Defr, legge sull'amianto, parchi regionali e strage di Viareggio

Si è riunito oggi, mercoledì 27 settembre, il consiglio regionale della Toscana.

Regione: economia e finanza, via libera del Consiglio al Defr 2018

Via libera al Documento di economia e finanza regionale 2018. Il consiglio regionale ha approvato l’atto a maggioranza, con i voti favorevoli dei gruppi Pd e Mdp-Art.1 e voto contrario di tutti gli altri gruppi.

Come ha spiegato Giacomo Bugliani (Pd), presidente della commissione Affari istituzionali, illustrando la proposta di delibera in aula, “sul piano programmatico il documento individua le priorità da realizzare nell’anno e, sul piano finanziario, acquista la natura di documento preliminare alla manovra: bilancio di previsione, legge di stabilità regionale ed eventuali leggi collegate”. Sarà con la nota di aggiornamento, ossia in fase di chiusura del bilancio di previsione e dopo aver ricevuto gli indirizzi del Consiglio regionale, che il Documento di economia e finanza regionale potrà sviluppare le priorità già individuate e dare indicazione dettagliata sugli interventi da attuare nel corso dell’anno.

Con il Defr 2018, ha detto ancora Bugliani, è confermata l’impostazione strategica del Piano regionale di sviluppo 2016-2020, che punta, da un lato, allo sviluppo dell’economia con nuovi investimenti sulle eccellenze, auspicando un effetto trainante per il resto del sistema locale, dall’altro a fronteggiare le situazioni di disagio.

Rispetto al precedente, il Defr 2018 si presenta più leggero sugli elementi di programmazione, con invece più consistenti scelte finanziarie. L’unica novità sul piano programmatico è il progetto di lotta alla povertà e inclusione sociale, ha spiegato Bugliani, che ne ha sottolineato l’importanza, “con quattro linee d’intervento: l’inclusione lavorativa delle persone svantaggiate; un piano integrato per l’occupazione, rivolto prioritariamente alle aree di crisi, con un sostegno al reddito e l’assistenza intensiva per la ricollocazione; interventi sull’accesso all’abitazione, con maggiore offerta di alloggi di edilizia residenziale pubblica e sostegno alle famiglie che si trovano in alloggi a canoni di mercato o in situazioni di sfratto per morosità incolpevole; politiche scolastiche specifiche: il sostegno al sistema regionale dei nidi, progetti educativi zonali rivolti a famiglie a basso reddito, progetti per combattere la dispersione scolastica, benefici economici per gli studenti a basso reddito”. Saranno anche promosse forme di agricoltura sociale.

Il quadro delle risorse finanziarie è sostanzialmente analogo allo scorso anno, pari complessivamente a circa 9miliardi e 300milioni. Il Fondo sanitario è pari a circa 6miliardi e 900milioni di euro. Le risorse disponibili per i progetti sono di circa un miliardo e 800milioni di euro.

Si prevede una riduzione delle entrate regionali da fonte tributaria di circa 9 milioni,per la diminuzione del contributo statale a fronte della riduzione della base imponibile dell’Irap, mentre sono state azzerate le previsioni sull’imposta per l’occupazione del demanio idrico, pari lo scorso anno a un milione e 500mila euro, a fronte della volontà politica di cancellare tale imposizione.

Alla luce della legge di bilancio statale del 2017, l’impatto negativo nel 2018 sulle risorse regionali sarà pari a 210 milioni di euro, con ripercussioni sul finanziamento dei progetti regionali. Per questo si punterà a rendere più efficiente il sistema di riscossione delle entrate, contrastando illegalità ed evasione fiscale, si rinuncerà ai trasferimenti vincolati dello stato, si continuerà nella revisione della spesa, in particolare quella di funzionamento, sapendo però che i margini sono modesti, e si cercherà di ridurre le spese ‘comprimibili’. Sarà ritoccato anche il perimetro delle spese ‘incomprimibili’, mentre prosegue la politica di contenimento dell’indebitamento.

Secondo Gabriele Bianchi (M5S) “il documento non presenta innovazioni, perché segue in continuità i progetti già presentati l’anno scorso”. “Siamo insomma davanti – ha detto il consigliere – a uno scenario immutato, in cui tutto rimane sospeso, legato al dubbio dell’erogazione dei fondi. L’unica cosa certa sono i tagli, quei 210milioni in meno a disposizione”. Marco Casucci (Lega nord) si è detto “preoccupato per il quadro economico presentato, in cui si afferma che la ripresa per la Toscana è confermata, ma rallenta”. “In particolare – ha spiegato Casucci – c’è una contrazione dell’export, la domanda interna è ferma da anni ed è vero che c’è una ripresa del numero dei posti di lavoro, ma non si capisce che tipo di contratti siano in realtà”. In questo quadro è facile supporre che “le tasse regionali aumenteranno nei prossimi anni, perché saranno minori le entrate, e, conoscendo la politica della sinistra, si aumenteranno le tasse per mantenere intatta la macchina regionale”.

“Il cuore di questo Defr è purtroppo rappresentato da questo taglio di 210milioni, che ci preoccupa fortemente”, è stato il commento di Tommaso Fattori (Sì-Toscana a Sinistra). “Ormai non è più possibile comprimere ulteriormente le spese per risparmiare – ha detto il capogruppo – e il governo nazionale deve fare una scelta: o strozzare definitivamente le Regioni o fornire le risorse necessarie”. Per quanto riguarda la programmazione, “non c’è niente di nuovo sotto il sole” e “ci sono luci ed ombre, come la riconferma della stazione Foster”. In definitiva, ha concluso Fattori, “ci sono molte nubi all’orizzonte perché sarebbe necessario un intervento pubblico a fronte di una stagnazione economica, e il governo nazionale deve fare un’inversione di rotta in questo senso”.

Monica Pecori (Gruppo misto-Tpt) ha sottolineato come “in questo Documento di economia e finanza regionale 2018, non si colga alcuno scatto di vitalità che potrebbe aiutare la Toscana nella ripresa economica e sociale”. “La Giunta regionale – secondo la consigliera – si limita a seguire gli eventi invece di operare scelte strategiche”. E questo in molti settori, a partire dal progetto per il mare e la costa che non mette in campo tutti gli strumenti che potrebbero servire.

“È giusta un’azione di protesta nei confronti del governo nazionale – è il pensiero di Giacomo Giannarelli (M5S) – perché l’impressione è che dove non si è riusciti ad arrivare, nello smantellamento delle Regioni, con il referendum costituzionale, si cerchi ora di arrivare con i tagli, in modo da strozzare le amministrazioni”. Secondo il consigliere, anche se la Regione Toscana ha effettuato investimenti importanti, come quelli nel trasporto pubblico locale,

esistono ancora sprechi su cui poter agire per recuperare risorse. In particolare Giannarelli ha chiesto notizie “sui 14 milioni di euro l’anno che la Regione spende per software e hardware, cifra che è il triplo di quanto stanziato per l’edilizia scolastica”.

Massimo Baldi (Pd) ha spiegato che “il documento fa il suo mestiere, cioè una fotografia di quanto è avvenuto nel 2016 e ci consegna dati su cui riflettere e sui cui impostare una programmazione”. L’effetto rimbalzo, ha detto il consigliere, era atteso e ha avuto come conseguenza un calo dell’export. “Però accanto a questo vediamo dati positivi, come un aumento dei consumi, il saldo commerciale positivo e il recupero, comunque, di posti di lavoro”. In questo senso “il lavoro e gli strumenti messi in campo dalla Regione stanno funzionando”, ed è utile intervenire presso il governo nazionale per avere più risorse partendo da questa consapevolezza.

Serena Spinelli (Mdp-Art.1) ha annunciato voto favorevole all’atto, ma si è detta preoccupata “perché il rischio è che il sistema non possa reggere di fronte ad altri 210milioni di tagli”. “Il welfare ha bisogno di risorse per funzionare – ha proseguito la consigliera –; ci troviamo davanti a tendenze pericolose, come la diminuzione dell’assistenza domiciliare per gli anziani che costringe le persone a lasciare il lavoro per seguirli. Io voglio un welfare che funzioni per ridurre le disuguaglianze, che in Italia sono ormai insostenibili. Se si continuano a effettuare tagli le Regioni non sono più in grado di mantenere i servizi”.

Infine, la replica dell’assessore regionale al Bilancio, Vittorio Bugli. Bugli ha spiegato che si sta effettuando una riflessione sul bilancio, esclusa la sanità. La sanità ha avuto un incremento dei costi, anche per le nuove apparecchiature necessarie, e se è vero che il fondo regionale per la sanità è insufficiente è anche vero che in termini assoluti non c’è stato un taglio al settore sanitario: a livello nazionale sono stati stanziati, nel 2017, 2miliardi in più. “Purtroppo non è più l’epoca in cui se si vogliono trovare i soldi per qualche intervento si riesce a trovarli”, ha aggiunto l’assessore, “per cui bisogna agire, per quanto riguarda la spesa corrente, continuando a incalzare il governo per avere più fondi. Per quanto riguarda gli investimenti, dobbiamo vedere se si riesce a concludere un accordo sui fondi di sviluppo e coesione”. È poi necessario, secondo Bugli, un lavoro sulla lotta all’evasione, sperimentando la riutilizzazione delle somme recuperate per fare investimenti. Infine, Bugli ha sottolineato che “210milioni non rappresentano un taglio, ma la cifra che dobbiamo portare in avanzo per trovare l’equilibrio di bilancio”

Dsu: via libera al bilancio 2016

Approvato a maggioranza dal Consiglio regionale il bilancio d’esercizio 2016 dell’Azienda regionale per il diritto allo studio.

L’Azienda regionale per il diritto allo studio ha portato avanti il rinnovamento e il miglioramento dei servizi diretti all’utenza di oltre 120mila studenti con la gestione di 4.649 posti letto dal costo unitario medio annuo di 3mila139 euro. Il bilancio si è chiuso in pareggio nonostante l’accantonamento di oltre 6milioni e 600mila euro per coprire eventuali rimborsi dovuti all’Agenzia delle Entrate (in conseguenza del contenzioso in essere sulla detraibilità o meno dell’Iva sui servizi). L’accantonamento non è stato usato perché il contenzioso si è risolto. Vista l’esigua entità dell’importo degli utili di esercizio, pari a 2mila232 euro, la proposta della Giunta è di non procedere a deliberare la destinazione di tale utile, rinviando la decisione all’esercizio successivo.
Riguardo al trasferimento di risorse, per il 2016 sono stati assegnati dalla Regione Toscana 62milioni e 375mila euro, dei quali 14milioni per spese di funzionamento, 15milioni e 600mila di gettito dalla tassa regionale (Dsu), 20milioni e 200mila dal fondo integrativo statale per borse di studio e 12milioni e 575mila per borse di studio.

Tommaso Fattori (Sì-Toscana a sinistra) ha rilevato che “se è vero che la Toscana fa meglio, nel campo del diritto allo studio, di altre regioni, è anche vero che ci troviamo davanti a un lento definanziamento del settore”. Secondo Fattori è necessario intervenire con il governo centrale, perché nuove norme sull’imposizione fiscale, pur legittime, non possono ricadere sul diritto allo studio. Ad oggi, ha detto il consigliere, “molti studenti idonei ad avere l’alloggio non lo hanno, e siamo contrari alla privatizzazione delle mense”.

Roberto Salvini (Lega nord) ha annunciato il voto contrario del suo gruppo alla proposta di delibera. “La voce nel bilancio per la manutenzione degli immobili presenta un costo di 30 milioni annui – ha spiegato – che per tre anni fanno 90 milioni. Con questa cifra si possono comprare alberghi e immobili, non si capisce la necessità di spenderli in questo modo. Sarebbe necessaria una maggiore attenzione nella gestione”.

Gianni Anselmi (Pd), presidente della commissione Istruzione e formazione, si è detto “fiero di far parte di una regione che spende 62 milioni di euro per sostenere il diritto allo studio, con capacità e compiendo enormi sforzi per contenere i costi senza ridurre i servizi e la loro qualità”. Quanto ai costi di manutenzione, secondo Anselmi si tratta di un fatto positivo, perché vuol dire che ci si prende cura delle strutture dedicate al diritto allo studio, mentre acquistare immobili può avere come effetto di irrigidire pericolosamente il bilancio.

Amianto: via libera a legge che indica priorità e criteri per rimozione

Via libera unanime in Consiglio regionale alla proposta di legge che indica priorità di intervento e prevede criteri per la rimozione e lo smaltimento di materiali che comprendono amianto. Il testo, illustrato dalla prima firmataria Ilaria Bugetti (Pd), punta anche a “stimolare la Giunta a presentare linee guida e anticipare i tempi per la redazione del Piano regionale che aspettiamo da tempo”.
Il testo è stato emendato in commissione lo scorso 21 settembre con l’inserimento di un nuovo articolo (art. 2bis) per rispondere alla “necessità di fissare una data cogente per la realizzazione di quella che è la mancanza più importante della legge 51, ovvero il Piano amianto” ha spiegato Bugetti, autrice della modifica votata a larga maggioranza in commissione. “Nel corso del dibattito sulla proposta – ha detto - abbiamo approfondito alcuni aspetti e per dare un senso ancora più forte al testo, abbiamo ritenuto corretto inserire una data certa, anche se spostata di qualche mese rispetto a quella precedentemente ipotizzata”.
In sede di dibattito il capogruppo Sì – Toscana a sinistra, Tommaso Fattori, ha anticipato il voto favorevole ma ha anche ricordato “come si sia arrivati a questo testo. La Giunta non ha fatto quello che doveva quattro anni fa. Abbiamo, primi in Italia, un’ottima legge che punta alla rimozione del pericolo e stimola le rinnovabili”. “Il ritardo della Giunta – ha detto – è stupefacente e sul tema avevamo già presentato una mozione nel 2015”. “Finalmente si fissa un limite alla stesura del Piano regionale. Ben vengano indirizzi comuni” ha dichiarato il capogruppo del gruppo Misto Tpt Monica Pecori annunciando anche il voto favorevole. Sul testo la stessa Pecori aveva presentato un emendamento che l’Aula ha però rigettato.
“L’urgenza ci porta a esprimere un voto favorevole”, ha detto la vicepresidente della Lega Elisa Montemagni. “A tutti noi deve comunque interessare la sicurezza e il lavoro deve essere tale da garantire omogeneità sul territorio”.
Voto favorevole è stato annunciato anche dal presidente del Movimento 5 stelle Giacomo Giannarelli. “Questa proposta dimostra quanto sia importante il lavoro delle commissioni. La discussione e il dibattito affrontati in quella sede hanno permesso di fissare una data certa per il Piano regionale” ha detto peraltro ricordando che in Toscana l’amianto “è ancora molto diffuso”. “Il Piano servirà non solo ai fini dell’indagine conoscitiva, ma anche per programmare l’eliminazione”.

Amianto, approvata all'unanimità la legge regionale per rimozione utenze domestiche

In attesa che la giunta regionale concluda il lavoro di elaborazione del piano di tutela dall’amianto, una complessa mappatura di tutto il territorio per identificare le coperture che contengono questo materiale, il Consiglio regionale ha approvato oggi all’unanimità una modifica alla legge 51 del 2013 che emana linee guida contenenti criteri e priorità di intervento per poter permettere di effettuare le prime rimozioni immediatamente e ridurre dunque i rischi dell’esposizione. La normativa, che si prefigura come una sorta di anticipazione del piano regionale, prevede criteri per la rimozione e lo smaltimento di amianto proveniente da utenze domestiche, con l’obiettivo di avere un maggior controllo sulla sicurezza delle operazioni e una migliore gestione dei costi.

La consigliera Pd Ilaria Bugetti, prima firmataria della proposta, ha illustrato in aula il provvedimento.

«Lavoriamo da lungo tempo su questa tematica – ha detto Bugetti – La legge del 2013 aveva ed ha un obbiettivo ambizioso,  ossia quello di mappare tutto il territorio regionale per verificare la presenza e la quantità dell’amianto nella nostra regione. Questo complesso lavoro di mappatura era ed è propedeutico alla redazione e quindi l’applicazione del piano stesso. Nel 2015 la giunta regionale deliberò le linee guide che stanno producendo, forse impiegando più tempo del previsto, una mappatura completa, che si presenta particolarmente complessa. Sono seguite mozioni e interrogazioni e, devo dire, che recentemente c’è stata una spinta importante e collaborativa da parte della stessa giunta, e di questo ringrazio l’assessore all’ambiente Fratoni. Nel Programma regionale di sviluppo, infatti, sono state previste le risorse necessarie a completare la mappatura. Con questa modifica della legge 51 – ha spiegato Bugetti –  diamo un’accelerazione significativa stralciando gli interventi relativi alle utenze domestiche. Un tema molto sentito, vista la difficoltà a smaltire: le famiglie spesso non sanno a chi rivolgersi, non conoscono i possibili costi, hanno chiaramente paura a maneggiare i manufatti in amianto. Devo aggiungere che abbiamo avvertito una certa sensibilità degli amministratori locali, in particolare dalla Piana: Prato è stato capofila di questo processo aprendo il primo “sportello amianto”, seguita poi da Campi Bisenzio. Con questo stralcio del piano, quindi, proviamo a dare alcune risposte urgenti, fissando criteri per la rimozione e lo smaltimento di amianto proveniente da utenze domestiche e la giunta avrà ora 90 giorni per emanare le linee guida transitorie. Abbiamo poi fissato, con un emendamento in commissione, un nuovo termine definitivo per la presentazione del piano regionale di tutela dall’amianto: il 31 ottobre 2018. Credo – ha concluso Bugetti – che grazie anche al contributo di tutte le forze politiche abbiamo fatto un lavoro importante, che punta a incontrare i bisogni delle famiglie dando un sostegno concreto a risolvere un problema così delicato».

Porti: Autorità regionale, via libera a bilancio esercizio 2016

Disco verde dell’Aula al bilancio di esercizio 2016 dell’Autorità portuale toscana. A maggioranza il Consiglio si è espresso sulla “contabilità corretta”, con “bassissimi costi del personale” e “importanti investimenti realizzati” dell’organismo che gestisce i porti di Viareggio, Marina di Campo, Porto Santo Stefano e Isola del Giglio.
È stato il presidente della commissione Ambiente Stefano Baccelli (Pd), a illustrare l’atto. “Abbiamo constatato la correttezza dei dati di bilancio e verificato gli investimenti realizzati”. Citando in particolare quelli sul Porto di Viareggio, “tra i più importanti dei quattro presenti nella nostra regione”, Baccelli ha ricordato gli “oltre 4,5 milioni stanziati nel 2016” e la “consegna dei lavori per la realizzazione della banchina commerciale, cui si aggiungono l’escavo del porto, la realizzazione delle colonnine per servizi migliori e circa 500mila Euro per l’escavo del porto di Marina di Campo”. Baccelli ha inoltre elogiato il lavoro di un’Autorità che opera con sole “12 persone, peraltro di comando da altri enti locali”.

Vertenza Benzinai ex Esso, Il Consiglio regionale approva mozione Pd

Il Consiglio regionale sostiene la vertenza dei gestori di 135 impianti di distribuzione di carburanti in Toscana ex Esso passati a Petrolifera Adriatica Spa. Lo fa approvando una mozione del Pd, primo firmatario Marco Niccolai, che oltre alla solidarietà esprime forti preoccupazioni sul “modello grossista” che rischia di alterare il mercato creando problematiche anche sul piano del controllo della sicurezza degli impianti.

«La vicenda nasce da una grossa acquisizione di impianti di distribuzione carburanti da parte della Petrolifera Adriatica – ha spiegato Niccolai – che in Toscana ha visto coinvolte quasi tutte le province. I gestori, oltre a due giornate di sciopero, anche con un’iniziativa svoltasi nello scorso luglio in Consiglio regionale e organizzata da Faib Confesercenti, Figisc Confcommercio e Fegica Cisl hanno protestato per “il mancato rispetto degli accordi da parte di Petrolifera Adriatica” che porta a “netto peggioramento delle loro condizioni economiche ed il tentativo di addossare il costo dell’operazione di acquisizione della rete Esso alla categoria, tramite l’aggressione ai diritti maturati del trattamento di fine rapporto e il peggioramento del margine economico”. Peggioramento che, nella fattispecie, ammonterebbe a circa il 2,5-3 % dell’incasso dei prodotti petroliferi. Di fronte a queste proteste e allo stato di agitazione dei gestori, abbiamo riscontrato una pronta attivazione da parte della giunta regionale, in particolare dell’assessore Ciuoffo, presso il ministero dello sviluppo economico. Un impegno in prima linea riconosciuto a livello nazionale e  da cui è scaturito già un primo incontro con la viceministro Teresa Bellanova. Proprio in questi giorni – ha ricordato Niccolai – ci sarà l’udienza fissata dal giudice del lavoro a seguito di un ricorso presentato dai gestori per il peggioramento delle condizioni contrattuali previste negli accordi collettivi interprofessionali.

Lo scopo della mozione – ha chiarito Niccolai –  è quello di sostenere i gestori e le loro famiglie in questa vertenza, provare a dare ancora più forza all’impegno fattivo della giunta regionale nella sua azione nei confronti del governo e porre una grande interrogativo sul cosiddetto modello “grossista”, l’acquisizione cioè di pacchetti di impianti che non può però significare lo scadimento delle condizioni economiche e normative previste negli accordi collettivi interprofessionali di settore. Se ciò avviene gli effetti per il tessuto economico e occupazionale possono essere devastanti e quanto sta avvenendo in Toscana rischia di essere solo un'anticipazione di un fenomeno nazionale, se il tema non viene affrontato.

Strage di Viareggio, Regione presenti appello entro 15 ottobre. Ok a mozione Pd

Presentare appello alla sentenza del Tribunale di Lucca entro il 15 ottobre, con l’obiettivo di continuare a essere parte attiva nella vicenda giudiziaria. È ciò che chiede alla Giunta regionale la mozione “In merito al ruolo della Regione Toscana nell’ambito dell’iter giudiziario relativo alla strage ferroviaria di Viareggio”, promossa da Stefano Baccelli, consigliere regionale Pd e presidente IV commissione, sostenuta anche dai colleghi Pd Ilaria Giovannetti, Francesco Gazzetti, Stefano Scaramelli, Ilaria Bugetti, Lucia De Robertis e Enrico Sostegni, e approvata con voto unanime nella seduta consiliare odierna.

“Il sostegno della Regione Toscana ai familiari delle vittime della strage di Viareggio arriva da lontano, c’è sempre stato: con questa mozione quindi sollecitiamo di proseguire con quanto intrapreso perché dobbiamo essere come istituzione  ancora una volta a fianco a chi danni lotta per avere verità , giustizia e sicurezza nel trasporto ferroviario. – spiega Baccelli – L’obiettivo con cui ho lavorato a questo dispositivo era quello di far portare avanti alla Regione il complesso di azioni già messe in atto e in particolare di presentare appello alla sentenza entro il termine ultimo previsto, ovvero il 15 ottobre, in modo da mantenere il ruolo di parte attiva nella vicenda giudiziaria, in ogni stato e grado del procedimento in corso, continuando ad  avvalersi del fondamentale supporto di una consulenza tecnica appropriata. Ritengo davvero che anche un atto come questo sia doveroso alla luce della tragedia senza precedenti che ha segnato Viareggio quella terribile notte del 29 giugno 2009. Perché tutti quanti, a ogni livello, facciano la propria parte e si assumano delle responsabilità. Per essere sempre presenti  e per non dimenticare mai”.

Parco Maremma: disco verde a bilancio esercizio 2016

Via libera a maggioranza al bilancio di esercizio 2016 del Parco della Maremma, secondo parco regionale istituito in Italia e settimo in generale. Il Consiglio regionale si è espresso sull’atto dopo l’illustrazione del presidente della commissione Ambiente, Stefano Baccelli (Pd), che ha parlato di dati “molto positivi”. I costi della produzione ammontano a circa due milioni, il 25 per cento sono entrate proprie dell’ente e su questo specifico punto il presidente ha espresso parole di apprezzamento. “Credo – ha detto – sia una qualità assolutamente rara, unita poi a tante azioni innovative che puntano a far rete e gioco di squadra con il mondo degli agricoltori, le associazioni di categoria e il volontariato”.
In sede di dibattito il presidente di Sì – Toscana a sinistra, Tommaso Fattori, ha parlato di contabilità “corretta” e di un Parco che deve essere preso “a modello”. “Persegue la pace sociale tra i diversi attori del territorio e la capace gestione dimostra che i vincoli possono essere anche un’opportunità”.

Giudizio positivo è arrivato anche dal capogruppo del Movimento 5 stelle Giacomo Giannarelli. “Non è la migliore gestione possibile ma è nettamente avanti a quella degli altri parchi”, ha rilevato esortando ancora la Giunta, e in particolare l’assessore all’Ambiente Federica Fratoni, a “diffondere le buone pratiche”.
“Anche se tra i parchi della Toscana, nonostante le diversità, quello della Maremma è il migliore, tutti e tre gli enti hanno ancora bisogno di contributi regionali. Dobbiamo puntare all’autosufficienza”, ha commentato la vicepresidente della Lega, Elisa Montemagni, spiegando così anche il voto di astensione del gruppo.
“Non è poi così abituale che le cose funzionino bene. Il Parco della Maremma è un modello e per questo il mio voto sarà favorevole”, ha detto il capogruppo di Forza Italia Stefano Mugnai.

“È una piacevole discussione quella fatta in Aula. Lo è ancor di più se si pensa che solo qualche anno fa la situazione del Parco della Maremma non era questa”. Così il capogruppo Pd, Leonardo Marras, ha concluso la discussione sul bilancio di esercizio 2016. “Solo negli anni 2000 questo Parco era commissariato. C’è voluta grande capacità”, ha detto citando e ringraziando in particolare l’attuale presidente Lucia Venturi e Giampiero Sammuri, già al vertice dell’Ente regionale e di Federparchi. Poi un riferimento a quanto dichiarato dalla vicepresidente Montemagni: “Non è possibile pensare che in un’area protetta non ci sia spesa pubblica. Abbandoniamo questo miraggio”.

Parco Apuane: via libera a disposizioni transitorie
Via libera del Consiglio regionale alla proposta di legge, presentata dal presidente della commissione Ambiente Stefano Baccelli (Pd), che “introduce una disposizione transitoria”, relativamente al piano stralcio approvato con deliberazione del Consiglio direttivo dell’Ente parco regionale delle Alpi Apuane (n. 21 del 30 novembre 2016), in accoglimento a quanto richiesto dalla Comunità del Parco con specifica deliberazione (n. 12 del 30 giugno 2017) e relativamente al territorio del Comune di Pescaglia (Lu). Il testo ha incassato 20 voti a favore, 6 contrari e 5 astenuti, ed è stato emendato su proposta dell’assessore all’Agricoltura Marco Remaschi.

La legge approvata, come si legge nella relazione di accompagnamento, affronta la necessità di garantire la valutazione di tutti gli interessi sostanziali, nell’ambito della procedura di approvazione del piano. “Con questo testo – ha spiegato il presidente Baccelli – rispondiamo a un’esigenza manifestata dalla stessa Comunità del Parco. Vengono sospesi gli effetti del Piano stralcio, che interessa l’area parco e le aree contigue non interessate da attività estrattiva, limitatamente al territorio del Comune di Pescaglia, nelle more dell’approvazione della variante al Piano del Parco”.

L’emendamento di Remaschi, come da lui stesso spiegato in Aula, introduce analoga norma transitoria per i Comuni di Borgo a Mozzano e piazza al Serchio, i cui territori, nonostante i due enti non facciano parte della Comunità del Parco, erano stati inseriti nella nuova perimetrazione come area contigua, ripristinando la situazione originaria.

In sede di dibattito e dichiarazione di voto, il presidente del Movimento 5 stelle, Giacomo Giannarelli, ha parlato di “pasticcio”. “Lo avevamo già fatto presente. Le stesse aziende si sono lamentate di questa perimetrazione e ci sono già pendenti ricorsi”.

La vicepresidente della Lega, Elisa Montemagni, ha dichiarato il voto di astensione del gruppo perché “dire oggi cosa sia bene e cosa male non si può. Il confronto con le istituzioni del territorio dovrebbe precedere la norma”, ha spiegato.

Arpat: via libera a bilancio di esercizio 2016

Disco verde dell’Aula al bilancio di esercizio 2016 di Arpat (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Toscana). L’atto, illustrato in Aula dal presidente della commissione Ambiente Stefano Baccelli (Pd), dà conto di un lavoro “impressionante in senso buono”, registra oltre 50milioni di euro di valore per la produzione e quasi 47milioni di risorse destinate dalla Regione. I controlli effettuati sono stati circa 5mila, 3600 i pareri, 70mila le analisi fatte su campioni e su parametri. Dati che, ha rilevato Baccelli, danno “veramente il valore dell’attività che Arpat, e quindi la Regione, svolge in molti settori peraltro eterogenei” (controllo della qualità di acqua, aria, delle bonifiche, dei rifiuti, degli impianti geotermici). L’utile di esercizio ammonta ad oltre 1 milione, i risparmi dei costi sul personale si attestano a 1,7milioni. “È innegabile – ha concluso il presidente - il grande lavoro della Regione per la qualità dell’ambiente e dell’intero territorio della Toscana”.

L’Aula ha approvato anche un ordine del giorno collegato, illustrato sempre dal presidente Baccelli, che punta a sostenere, consolidare e sviluppare le attività di monitoraggio e controllo di Arpat e impegna la Giunta a “valutare l’opportunità di destinare la quota dell’80 per cento dell’utile di esercizio 2016 così come richiesto dalla stessa Agenzia, sulla base di un progetto finalizzato ad opere di investimento o altre finalità utili alla sua attività”. In sede di dichiarazione di voto, il capogruppo Sì – Toscana a sinistra, Tommaso Fattori, ha espresso “sincero apprezzamento per i lavoratori di Arpat”. “Conosciamo i compiti e le funzioni dell’Agenzia ed è innegabile il grave problema di personale. L’età media è di 52 anni e non è uno scherzo per i tecnici che devono operare sul territorio”. Fattori ha quindi ricordato la proposta, respinta, di riforma di Arpat a suo tempo presentata e si è detto convinto della “necessità di ripensare e riorganizzare l’Agenzia”.
Una dichiarazione di astensione è arrivata da Monica Pecori (gruppo Misto/Tpt). “A mio avviso – ha spiegato – gli indirizzi di spesa avrebbero bisogno di una gestione diversa”. Sul nodo personale, la capogruppo ha rilevato: “Non si è ancora imparato a pensare la forza lavoro come risorsa”.

“I conti sono in ordine nonostante i tagli. Il grande sforzo per ottimizzare le risorse va riconosciuto”, ha detto il capogruppo del Movimento 5 stelle Giacomo Giannarelli. “Apprezziamo il lavoro di Arpat e crediamo necessari più autorevolezza e più terzietà”, ha concluso annunciando il voto favorevole.

Distributori carburante: no al modello grossista per la cessione

La Giunta regionale deve attivarsi, in sede di Conferenza Stato-Regioni, perché il ministero dello Sviluppo economico metta in piedi un tavolo di consultazione sui problemi del mercato petrolifero, in particolare sulle conseguenze per i lavoratori della cessione di pacchetti di impianti di distruzione, con il cosiddetto “modello grossista”. La Giunta, inoltre, in collaborazione con le associazioni di categoria, dovrà monitorare con attenzione l’evoluzione possibile dello scenario attuale. E’ quanto prevede una mozione approvata dal Consiglio regionale. Solo il gruppo Lega Nord si è astenuto.

E’ stato il primo firmatario Marco Niccolai (Pd) a presentare il testo. “Il problema investe il futuro di 135 imprese toscane, con una media di quattro addetti, molte a carattere familiare” ha affermato il relatore, ricordando che nel 2016 Petrolifera Adriatica ha avviato le procedure per l’acquisizione della rete d’impianti Esso presenti nella nostra regione. In merito, l’Autorità garante della concorrenza non ha ritenuto di aprire istruttorie, perché “la concentrazione in esame non appare tale da produrre una posizione dominante”. “Il problema è che Petrolifera Adriatica ha chiesto ai gestori degli impianti – ha sottolineato Niccolai - di aderire individualmente a condizioni economiche e normative che derogano, peggiorandole in modo rilevante, da quelle sottoscritte nel luglio scorso”. Si è infatti determinata una riduzione, pari a circa il 2,5-3 per cento, del margine economico che spetta al gestore. “Questo modello grossista – ha aggiunto il consigliere - rischia di scardinare totalmente il funzionamento del mercato e crea una serie di problemi, dove la Toscana può diventare apripista a livello nazionale”.

Annunciando il voto favorevole del gruppo, Giacomo Giannarelli (M5S) ha sottolineato la necessità di monitorare attentamente l’evoluzione del settore.

Analogamente  Tommaso Fattori (Si Toscana a sinistra) ha ribadito che “siamo di fronte alla cessione di un pacchetto di impianti di distribuzione, che non può essere fatta pagare dai lavoratori”

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