"Io continuo a lavorare per la comunità, gli altri lavorano sui fantasmi del passato": una frase diretta e senza fronzoli, scritta da Dario Rollo, vice sindaco di Cascina. Nella giornata di ieri, lunedì 4 settembre, il Comune di Cascina ha festeggiato la Liberazione con un evento organizzato da Anpi. Rollo ha rappresentato l'amministrazione comunale, ma ha lasciato la manifestazione prima della fine per via degli attacchi alla giunta.
Lo ha spiegato lo stesso Rollo con un post sul suo profilo Facebook: "Ho constatato, sin dal primo intervento, che di manifestazione in ricordo delle vittime di quel periodo non vi era nulla, bensì sembrava un comizio politico contro l'attuale governo comunale di centro-destra. Ho ritenuto meglio alzarmi, salutare e andar via. Purtroppo non hanno fatto altrettanto altri rappresentanti istituzionali, quali il governatore Rossi e presidente della Provincia Filippeschi, dato che mi hanno confermato al mio saluto che l'intervento nulla aveva a che vedere con la manifestazione".
Un fatto che l'amministrazione comunale, guidata da Susanna Ceccardi, reputa increscioso. Il sindaco ha preso in considerazione una decisione importante e di rottura. "Comincio seriamente a credere che forse sarebbe meglio non celebrare più nessuna festa della liberazione. In questo modo, fascisti nostalgici e antifascisti nostalgici non avrebbero più nessun argomento per discutere per mesi e finalmente si potrebbe davvero cominciare a pensare tutti insieme solo al presente e al futuro" ha scritto Ceccardi sul proprio profilo ufficiale.
Anche l'assessore all'associazionismo Luca Nannipieri si è espresso sull'argomento: "Mio nonno partigiano si sarebbe vergognato dell'associazione che ieri ha trasformato la Festa della Liberazione in un comizio politico per offendere giunta e istituzioni". Su Facebook pure Nannipieri ha dato la sua solidarietà a Rollo e ha lanciato un monito per il futuro, in merito al suo ruolo politico: "Incontrerò tutte le associazioni ma farò una distinzione tra coloro che rispettano le persone e le istituzioni e coloro che invece, in virtù di un moralismo che li fa sentire superiori, trasformano una commemorazione in pretesto per colpire rappresentanti delle istituzioni che sentono nemici".