Tenere aperto il confronto sull'Accordo Ceta, lo decide il Consiglio regionale

Una seduta del Consiglio regionale della Toscana

La Giunta regionale deve attivarsi nei confronti di Governo e Parlamento per tenere aperto il confronto con le organizzazioni sociali e di rappresentanza sui contenuti dell’accordo Ceta. E’ quanto prevede una mozione del Partito democratico, primo firmatario Marco Niccolai, sull’accordo di libero scambio tra Canada ed Unione europea, approvata dal Consiglio regionale con 18 favorevoli e quattordici contrari Respinta, invece, la mozione di Si-Toscana a sinistra con 17 voti negativi a fronte di 15 positivi. E’ stato il presidente del gruppo Tommaso Fattori ad illustrarla in aula, sottolineando che l’accordo Ceta “non solo legalizza la pirateria alimentare, concedendo il via libera alle imitazioni canadessi dei nostri prodotti più tipici, ma spalanca le porte all’invasione del grano duro trattato con glifosato e ad ingenti quantitativi di carne a dazio zero”. Per questo impegnava la Giunta a “contrastare, in ogni sede e luogo istituzionale, l’accelerazione delle procedure di approvazione del trattato, chiedendo l’apertura di un confronto ampio e partecipato”.
Il consigliere Marco Niccolai ha ricordato che c’è un dibattito in corso nel nostro paese, con valutazioni diverse, soprattutto intorno alla specificità di certe nostre produzioni, alla loro qualità e alla loro tutela. “Vogliamo che il confronto ci sia, a tutto campo, su un trattato molto complesso, nei contenuti e nella gestazione – ha osservato Niccolai – La Toscana non è insensibile su temi come la sicurezza e la qualità delle nostre produzioni. Vogliamo approfondire ulteriormente il tema, nelle sedi opportune, come quelle parlamentari”.

E’ stato Marco Casucci (LN) ad annunciare il voto favorevole alla mozione di Si Toscana a sinistra, che ricalca, a suo parere, il contenuto di una mozione analoga già da loro presentata ad aprile. “E’ necessario un coinvolgimento maggiore della Regione sui trattati di libero scambio con impatti sul territorio – ha dichiarato Casucci – Il settore agroalimentare va incontro ad un vero disastro, con il riconoscimento di appena 41 prodotti di qualità su 300. Quello del Pd è un atteggiamento velleitario”.

Analoga dichiarazione di voto per Irene Galletti (M5S). “Sono a rischio 200mila posti di lavoro nel settore e ben 250 prodotti. E’ una questione di sovranità alimentare – ha sottolineato – La Toscana deve fare sentire la sua voce su temi che investono anche ambiente e salute”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Monica Pecori (Gruppo misto-Tpt), preoccupata soprattutto degli effetti dell’accordo sulla tutela della salute. “Un conto è il libero scambio nel commercio – ha osservato – un altro conto è la prevaricazione. Su 288 prodotti dop e Igp si rinuncia a ben 247”.

Voto favorevole alla mozione di Si Toscana a sinistra è stato dichiarato anche da Serena Spinelli (Art1-Mdp), che ha annunciato voto favorevole anche alla mozione del Pd. Spinelli ha sottolineato in particolare la necessità di ribadire il diritto delle Regioni ad essere interpellate su questioni che hanno effetti rilevanti su  ambiente, salute, occupazione. “Non sono contraria a priori all’abbattimento di ostacoli spesso solo burocratici – ha osservato – Mi preoccupo quando vengono messi a rischio, se non daneggiati, interi settori produttivi”. “La libertà degli scambi non può essere acritica – ha aggiunto – Deve tener conto delle compatibilità sociali, come occupazione, diritti umani, coesione sociale, sviluppo ssostenibile, sulle quali non possiamo fare passi indietro”.

E’ stato Giovanni Donzelli (FdI) a chiudere gli interventi con una dichiarazione di voto a favore della mozione di Si – Toscana a sinistra e di astensione su quella del Pd, perché “insufficiente”. “C’è un problema serio di sovranità – ha osservato – Il nostro paese non può permettersi di mettere sullo stesso piano quantità e qualità. Noi dobbiamo puntare sull’eccellenza e difenderla”.

Fonte: Consiglio regionale della Toscana - Ufficio Stampa

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