Suicidio al carcere Don Bosco, SI: "Tenere alta l’attenzione sulle condizioni della struttura"

Sinistra italiana invita a tenere alta l’attenzione sulle condizioni della struttura penitenziaria Don Bosco di Pisa. Il suicidio di un giovane di 21 anni, impiccatosi in cella, ha prodotto una rivolta di tre ore su cui crediamo ci debba essere l’attenzione della politica. Troppo spesso, come rimarcato dai sindacati di polizia, le classi dirigenti lasciano una delega in bianco agli operatori della pubblica sicurezza. Non è la prima volta, peraltro, che le condizioni del carcere Don Bosco provocano traumi che sfociano in episodi drammatici.

Il garante dei diritti dei detenuti, prof.  Alberto Di Martino, nella sua relazione sul biennio 2014/2016 presentata in marzo, aveva espresso al Consiglio Comunale tutti i punti critici connessi alla condizione della struttura: fatiscente, sovrappopolata, con carenze di organico e precarie condizioni igienico-sanitarie, in modo  particolare nella sezione femminile. Nonostante il lavoro prezioso di tanti assistenti sociali, persistono limiti nelle opere di reinserimento in società. Un “carcere a regime pre-democratico” senza rispetto per la Legge Gozzini del 1975, come rimarcato dal prof. Di Martino.

Sinistra italiana assicura il suo impegno sulla condizione delle strutture detentive, dei suoi operatori e detenuti attraverso l’opera del suo gruppo parlamentare. Accogliamo e sosteniamo la richiesta del consigliere regionale Paolo Sarti, di SI Toscana a Sinistra, in merito ad una visita immediata della terza commissione permanente sul sito del carcere.

La dignità della vita va assicurata anche a chi è inserito in un percorso di detenzione: una società includente e democratica, infatti, s’impegna davvero a non dimenticare nessuno. Ci associamo dunque alle richieste di chiarimento che da più parti della società vengono affinché si chiarisca la prospettiva della struttura di Don Bosco.

 

Sinistra italiana - provincia di Pisa

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