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Politica penitenziaria, Cisl: "Emergenza quotidiana"

Il sistema penitenziario negli anni passati era già in una condizione di carattere emergenziale e necessitava di interventi di tipo eccezionale. L’Europa aveva messo nel mirino il Ministero della Giustizia – lo Stato Italiano – con sanzioni economiche gravi da mettere in ginocchio le scelte economiche del Governo . Abbiamo sempre chiesto ai vertici del Ministero e del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria di usare cautela, di verificare situazione per situazione, di non abbassare ulteriormente i livelli di sicurezza negli Istituti Penitenziari perché è una situazione pericolosa.

Poi è ulteriormente esploso il problema del contrasto al radicalismo terroristico, che tanto scompiglio sta portando tra i Cittadini dell’intera Europa, scoprendo (era ovvio che ci arrivasse anche la politica ) che serve contrastare questi fenomeni già nelle carceri, per evitare il reclutamento di quel terrorismo. Ma in Italia avevamo già altre situazioni che non possiamo non “curare con massima attenzione”, quali la Mafia, la Camorra, la ‘ndrancheta, la Sacra Corona etc etc etc. Nonostante quanto denunciato le scelte del Ministero della Giustizia e del DAP, ignorando cosa accade nel frattempo, sono proseguite con politiche di “apertura”, di modalità di controllo dei detenuti definite “dinamiche”, cioè lasciando generalmente aperte le celle tutto il giorno con una libera e promiscua mobilità della popolazione detenuta nei Reparti detentivi.

A questo si aggiunga che tra i detenuti proliferano le “persone disturbate psichiatricamente” dopo la chiusura degli OPG e la carente risposta istituzionale delle alternative Rems. Ecco quindi che solo negli ultimi 10 giorni si moltiplicano le aggressioni al Personale di Polizia Penitenziaria con episodi che saltano – purtroppo – agli onori delle cronache a Ferrara, Pisa, Civitavecchia, Milano, Ancona, Ariano Irpino, Firenze, Napoli, Viterbo, Udine. Chiaramente questi i fatti più eclatanti, ma tensioni e violenze sono ormai all’ordine del giorno. La FNS CISL non ci sta e denuncia questa condizione, non più solo con le proteste locali dove i gravi fatti si verificano, ma anche e soprattutto a livello nazionale perché il silenzio che giunge dai Vertici della Giustizia e del DAP non è accettabile. Infine stiamo valutando se organizzare, Unitamente a Tutte le OO.SS. della Polizia Penitenziaria, una mobilitazione di protesta affinché il grido di allarme, grave, non resti inascoltato e senza che vengano assunte le necessarie correzioni gestionali e legislative.

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