“La Toscana, ancor più di altre regioni italiane, sta vivendo un’estate da bollino rosso, con la dichiarazione dello stato di emergenza per la siccità, l’agricoltura in ginocchio e un’impennata nel numero di incendi che hanno bruciato quasi 2000 ettari dei nostri boschi ed ampie zone particolarmente ricche di biodiversità”, ricordano i Consiglieri regionali di Sì Toscana a Sinistra Tommaso Fattori e Paolo Sarti.
“Avevamo chiesto il rinvio della stagione venatoria già nel luglio scorso, nel corso della discussione del consiglio regionale sull’emergenza incendi. Adesso la situazione è persino peggiorata e non possiamo che rilanciare la proposta, unendoci alle richieste di tante associazioni ambientaliste, da Legambiente a WWF e Lipu. Per questo abbiamo presentato una mozione urgente in cui chiediamo che la Regione escluda qualsiasi ipotesi di apertura anticipata della caccia a qualsivoglia specie animale e stabilisca il divieto dell’attività venatoria su tutto il territorio regionale almeno per tutto il mese di settembre, per poi verificare la situazione. Solo così gli habitat e la fauna potranno recuperare condizioni fisiche e fisiologiche soddisfacenti”.
“Siccità e incendi hanno provocato la morte di tanti animali e la fuoriuscita di moltissimi esemplari dalle proprie zone abituali alla ricerca di cibo e acqua. Diminuendo drasticamente i tradizionali rifugi, la stagione riproduttiva di moltissime specie, sia cacciabili sia protette, è compromessa. Anche gli uccelli migratori in viaggio verso l’Africa incontreranno gravi ostacoli, dato che le tradizionali aree di sosta e alimentazione sono distrutte o senza acqua”.
“Non si può quindi che applicare alla lettera i principi costituzionali e internazionali di tutela della fauna selvatica e degli habitat naturali e gli articoli della legge 157/1992 che esplicitamente delega alle regioni la possibilità di ‘vietare o ridurre per periodi prestabiliti la caccia per importanti e motivate ragioni connesse alla consistenza faunistica o per sopravvenute particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche o per malattie o altre calamità’.”
“Registriamo con favore le parole del Presidente Rossi che correttamente ha affermato che non è possibile proclamare lo stato di calamità e non tenerne conto nella definizione del calendario venatorio. Stavolta ci aspettiamo dunque una decisione conseguente da parte della Giunta e del consiglio regionale, con la speranza che i tanti consiglieri e assessori accaniti sostenitori di una caccia estesa e sregolata una volta tanto stiano dalla parte della natura”.
OGG: Mozione. “Richiesta limitazioni all’annata venatoria 2017/2018 per incendi e siccità”
Il Consiglio regionale
Ricordato come questa stagione estiva si sta caratterizzando per eccezionali ondate di calore, e conseguenti temperature medie molto elevate, e che a tale fenomeno si sta sommando la drammatica perdurante mancanza di precipitazioni atmosferiche e l'aumento vertiginoso d’incendi, che hanno colpito in Toscana quasi 2000 ettari di superfici boschive ed estese zone particolarmente pregiate per ricchezza di biodiversità;
Ricordato che per suddetta situazione la Regione Toscana ha dichiarato lo stato di emergenza regionale e richiesto il riconoscimento dello stato di calamità naturale;
Considerato che al momento non pare che questa complessa situazione muterà favorevolmente;
Considerato che se comprensibilmente le associazioni degli agricoltori hanno richiesto aiuto per lo stato di difficoltà in cui versano gli animali da allevamento, a causa del caldo, della scarsità di acqua, di pascoli, di fieno, è altrettanto plausibile che gli animali selvatici si trovino in condizioni ben peggiori;
Considerato che, per quanto riguarda la fauna selvatica occorre ricordare che i loro habitat, comprese numerose aree protette, in conseguenza della siccità e della grande quantità d’incendi, sono stati interessati da fenomeni di spopolamento e fuoriuscita di moltissimi esemplari alla ricerca di cibo e acqua e che, diminuendo drasticamente i tradizionali rifugi, si sta verificando una compromissione della stagione riproduttiva di moltissime specie, sia cacciabili sia protette;
Considerato che la situazione sarà ancora peggiore per gli uccelli migratori in viaggio verso l’Africa che troveranno situazioni molto mutate e critiche (boschi distrutti dagli incendi, fiumi e zone umide in secca, diffusa siccità, inaridimento) in molte delle tradizionali aree di sosta e alimentazione;
Considerato che, essendo le aree percorse da incendi sottratte per legge all’attività venatoria, quest'anno si avrà una maggiore concentrazione di cacciatori nelle aree aperte alla caccia;
Considerato che:
• L’avvio della stagione venatoria 2017/18 è imminente;
• La fauna selvatica costituisce “patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell’interesse della comunità nazionale e internazionale” (art. 1 Legge 157/1992);
• Il “principio di precauzione” in materia ambientale, consolidato e codificato da norme e principi internazionali, europei e nazionali (D.lgs. n. 152/2006 Testo Unico sull’Ambiente) impone che: “in caso di pericoli, anche solo potenziali, per la salute umana e per l’ambiente, deve essere assicurato un alto livello di protezione”;
• La Corte Costituzionale, con ormai costante e chiara giurisprudenza afferma, con riguardo alla Legge n. 157/1992 che le Regioni, nell’esercizio della loro potestà legislativa residuale in materia di caccia, possono agire esclusivamente nella direzione dell’innalzamento del livello di tutela (…) ” (Corte Cost. Sentenza n. 116/2012);
• La Corte costituzionale ha altresì affermato che: “La materia della caccia, secondo la costante giurisprudenza di questa Corte, rientra nella potestà legislativa residuale delle Regioni, tenute nondimeno a rispettare i criteri fissati dalla Legge n. 157/1992, a salvaguardia dell’ambiente e dell’ecosistema. Tale legge stabilisce il punto di equilibrio tra «il primario obiettivo dell’adeguata salvaguardia del patrimonio faunistico nazionale» e «l’interesse […] all’esercizio dell’attività venatoria» (Sentenza n. 4/2000); conseguentemente, i livelli di tutela da questa fissati non sono derogabili in peius dalla legislazione regionale (da ultimo, Sentenze n. 139/2017 e n. 74/2017) ” (Corte Cost., Sentenza n. 174/2017);
• Le norme della Legge quadro sugli incendi boschivi (Legge n. 353/2000) che vietano nelle zone boscose e nei pascoli percorsi dal fuoco l’attività venatoria per dieci anni (art. 10 “Divieti, prescrizioni e sanzioni”), sono tuttora spesso disattese, soprattutto a causa della mancata individuazione e mappatura, da parte degli Enti locali, della zone incendiate;
• Secondo consolidate conoscenze scientifiche (come più volte riportate dall’INFS, ora confluito nell’ISPRA), “l’impatto degli incendi sulla fauna selvatica (…) è potenzialmente molto notevole, limitando il successo riproduttivo, aumentando la vulnerabilità alla predazione, diminuendo la disponibilità di risorse trofiche e di zone di rifugio. Tali effetti sono più rilevanti quando le aree interessate dall’azione del fuoco sono estese (…);
• Per questi suddetti motivi appare giustificato prevedere la sospensione dell’attività venatoria nelle aree incendiate, valutando l'estensione del divieto a una fascia contigua dell’area incendiata le cui dimensioni devono esser stabilite caso per caso, in funzione della superficie percorsa dal fuoco e delle caratteristiche ambientali delle aree circostanti” (Parere INFS del 1/9/2000, protocollo n. 5345/T-A7);
• Non esistono, allo stato attuale, analisi o valutazioni specifiche che possano supportare o giustificare, dal punto di vista scientifico e oggettivo, l’avvio della stagione venatoria, nelle condizioni sopra descritte;
• L’apertura della stagione venatoria 2017/18 appare assolutamente non compatibile con l’attuale stato degli habitat naturali e della fauna selvatica, e in totale contrasto con i principi costituzionali e internazionali di tutela della fauna selvatica e degli habitat naturali.
Impegna la Giunta regionale
Ad adottare con urgenza provvedimenti cautelativi in materia venatoria e di tutela della fauna selvatica, come stabilito dall’art. 19 della Legge n. 157/1992 per le competenze delle regioni, volti a:
- Escludere qualsiasi ipotesi di apertura anticipata della caccia a qualsiasi specie;
- Stabilire il divieto dell’attività venatoria su tutto il territorio regionale almeno per tutto il mese di settembre, per consentire agli habitat e alla fauna di recuperare condizioni fisiche e fisiologiche soddisfacenti;
- A verificare alla fine del mese di settembre la situazione determinatasi;
- Ad intraprendere una capillare azione straordinaria di contrasto al bracconaggio, anche attraverso una maggiore azione di coordinamento delle attività di controllo da parte delle Guardie Giurate Volontarie e delle Guardie Ecologiche Volontarie.
I Consiglieri
Tommaso Fattori, Paolo Sarti