Dopo aver chiesto in più occasioni una “correzione di tiro”, Tommaso Fattori, capogruppo di Sì Toscana a Sinistra, ha scritto al Presidente del Consiglio Giani, il quale sta procedendo a intitolare le principali aule del Consiglio a Piero Calamandrei, Giovanni Spadolini, Amintore Fanfani e Sandro Pertini. Intanto una prima sala è già stata intitolata a Piero Calamandrei e l’Auditorium del Consiglio a Giovanni Spadolini. Fattori rileva:
Dopo aver chiesto in più occasioni una “correzione di tiro”, Tommaso Fattori, capogruppo di Sì Toscana a Sinistra, ha scritto al Presidente del Consiglio Giani, il quale sta procedendo a intitolare le principali aule del Consiglio a Piero Calamandrei, Giovanni Spadolini, Amintore Fanfani e Sandro Pertini. Intanto una prima sala è già stata intitolata a Piero Calamandrei e l’Auditorium del Consiglio a Giovanni Spadolini. Fattori rileva: “In termini cromatici, manca il rosa e manca il rosso”.
“La scelta dei nomi d’illustri figure istituzionali toscane cui intitolare le nostre aule è simbolica ma non irrilevante: è memoria storica. Il fatto che fra i nomi presentati da Giani non ci sia né una donna né una personalità riconducibile alla tradizione del comunismo democratico italiano è una mancanza sorprendente a cui chiedo di porre rimedio”.
“Che non sia venuto in mente un solo nome di donna e si proceda ad affrescare un olimpo tutto maschile è una scelta grave che nel 2017 si commenta da sé. Ma è altrettanto incomprensibile e preoccupante che si decida di rimuovere di sana pianta anche il PCI, il più grande partito d’opposizione di questo paese nel secondo ’900. Il che è ancor più paradossale in Toscana, una regione che il PCI ha ben governato ininterrottamente dal 1970, anno di nascita della Regione, fino allo scioglimento del partito nel 1991. Gli orientamenti politico-culturali della così detta ‘seconda Repubblica’ sono ormai tutti rappresentati, dato che le due sale stampa sono state recentemente intitolate a intellettuali di riferimento della destra, Indro Montanelli e Oriana Fallaci. Il Consiglio avrà aule che vanno dalla destra, al PRI di Spadolini, al PSI di Pertini, fino a DC di Fanfani e al partito d’Azione di Calamandrei, manca solo una figura che venga dalla cultura politica del comunismo democratico. Una simile rimozione ci dice sicuramente cosa vuol essere il PD nel 2017 ma è una ferita alla storia della nostra regione”.
“Propongo di intitolare un’aula a una donna straordinaria, Teresa Mattei, partigiana, comunista italiana autonoma e libertaria. E’ stata la più giovane deputata dell’Assemblea Costituente, eletta nel collegio Firenze - Pistoia, e fece parte dell’Ufficio di Presidenza della Costituente. Ha speso la sua vita per i diritti delle donne e dell’infanzia e fu lei ad inventare la mimosa come simbolo dell’otto marzo. C’è un episodio che rivela limpidamente la personalità di Teresa Mattei: ancora ragazzina, fu espulsa dal liceo classico Michelangiolo di Firenze e da tutte le scuole del Regno perché si rifiutò, in occasione delle leggi razziali, di accettare l'insegnamento della teoria della razza e l'allontanamento dei suoi compagni di classe e degli insegnanti ebrei”.
Alla cortese attenzione del Presidente del Consiglio Regionale della Toscana, Eugenio Giani e dei Membri dell’Ufficio di Presidenza
Oggetto: Intitolazione Aule del Consiglio Regionale della Toscana
Gentile Presidente, gentili Consiglieri/e,
scrivo in merito alla proposta, peraltro condivisa, di intitolare alcune Aule del Consiglio regionale ad illustri toscani, di nascita o d'adozione, che abbiano ricoperto importanti ruoli all'interno delle istituzioni repubblicane.
Come ho già avuto modo di rilevare nel corso di due conferenze di programmazione alla presenza degli altri capigruppo e del Presidente del Consiglio, l’elenco delle personalità proposte (Piero Calamandrei, Giovanni Spadolini, Amintore Fanfani e Sandro Pertini) presenta a mio giudizio alcuni limiti a cui proporrei di porre rimedio.
Per un verso è evidente l’assenza, nella rosa dei nomi, anche di una sola donna, grave limite su cui ogni ulteriore argomentazione appare superflua; per un altro verso colpisce la mancanza di una figura riconducibile alla tradizione del Partito Comunista Italiano, che come sappiamo è stato primo partito d'opposizione nell'intera storia della così detta prima Repubblica e saldamente partito di maggioranza relativa nella nostra regione fin dal secondo dopoguerra, regione che ha quindi governato dal 1970 fino al 1991, anno dello scioglimento del PCI. Quella del comunismo democratico italiano sarebbe quindi, paradossalmente, l’unica area politico-culturale dell’arco costituzionale della prima Repubblica ad essere completamente rimossa e cancellata dalle nostre intitolazioni, considerando anche la recente intestazione di due Sale del nostro Palazzo alla memoria di Indro Montanelli e Oriana Fallaci, due intellettuali cari alla destra. Quantomeno sotto il profilo storico, questa assoluta ed eccezionale esclusione risulterebbe del tutto incomprensibile, a maggior ragione qui in Toscana, tanto quanto risulterebbe sbagliata la totale derubricazione del principio dell'equilibrio di genere e la mancanza di almeno una figura femminile nella rosa dei nomi avanzata dal Presidente Giani.
Nel frattempo si è proceduto ad intitolare una sala del Consiglio a Piero Calamandrei e l'auditorium a Giovanni Spadolini. Prima che si proceda con le altre intitolazioni, mi permetto di tornare, stavolta per iscritto, sulla proposta che ho già anticipato e fatto mettere a verbale nel corso della Conferenza di Programmazione alcuni mesi fa – proposta che ha il vantaggio di ovviare ad ambedue le mancanze o “rimozioni” appena sottolineate – avanzando, per una delle sale da intitolare prossimamente, il nome di Teresa Mattei.
Teresa Mattei è stata Comandante di Compagnia nella formazione partigiana garibaldina Fronte della Gioventù; a soli 25 anni fu la più giovane donna eletta (nelle file del PCI, nel collegio Firenze-Pistoia) all’interno dell’Assemblea Costituente, dove assunse l'incarico di segretaria nell'Ufficio di Presidenza; dirigente dell'Unione Donne Italiane, fu l'inventrice del simbolo della mimosa per la festa dell'otto marzo. Teresa Mattei ha speso gran parte del suo impegno politico e sociale dedicandosi ai diritti delle donne, ai diritti dell'infanzia e all'educazione dei bambini e delle bambine, fino alla morte avvenuta nel 2013, in provincia di Pisa, all'età di 92 anni. Vorrei richiamare un episodio che descrive in modo perfetto chi fosse Teresa Mattei: ancora ragazzina, fu espulsa dal liceo classico Michelangiolo di Firenze e da tutte le scuole del Regno perché si rifiutò, in occasione delle leggi razziali, di accettare l'insegnamento della teoria della razza e l'allontanamento dei suoi compagni di classe e degli insegnanti ebrei. Mi permetto di aggiungere una nota personale, avendo avuto la fortuna di poter conoscere e frequentare Teresa: è stata una donna di rara dolcezza e allo stesso tempo di grande tenacia, fermezza e assoluto rigore morale, una comunista italiana eretica e critica, profondamente antistalinista, autonoma e libertaria.
Fra le tante onereficenze ricevute da Teresa Mattei nel corso della sua vita, oltre al titolo di Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana, la più alta onereficenza della Repubblica che le venne conferita da Carlo Azeglio Ciampi nel 2005, vi è stato anche il riconoscimento del nostro Consiglio Regionale, che nel 2002 la insignì del Gonfalone d’argento.
Su Teresa Mattei si possono leggere alcuni bei testi, fra cui ricordo il capitolo a lei dedicato e firmato da Chiara Valentini nel recentissimo “Donne della Repubblica”, Il Mulino, 2017; il contributo di Simonetta Soldani intitolato “Teresa Mattei” nel volume collettaneo “I Deputati Toscani all’Assemblea Costituente”, curato da Pier Luigi Ballini ed edito dalle nostre Edizioni dell’Assemblea nel 2008; il volume "Teresa Mattei. Un profilo politico-parlamentare" edito dalla Biblioteca della Camera dei Deputati nel 2014, nel primo anniversario della morte; il volume di Patrizia Pacini “Teresa Mattei, una donna nella storia. Dall'antifascismo militante all'impegno in difesa dell'infanzia”, ancora una volta edito dal Consiglio regionale nel 2009, su iniziativa della Commissione Pari Opportunità.
Auspico che vogliate tenere in considerazione la proposta che ho ancora una volta avanzato e queste mie argomentate riflessioni, anche in considerazione della composizione squilibrata dell'Ufficio di Presidenza che non ci consente di portare il nostro contributo nella sede che sarebbe deputata. Resto naturalmente a disposizione per qualsiasi confronto in merito.
Un cordiale saluto e un augurio di buon lavoro
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“La scelta dei nomi d’illustri figure istituzionali toscane cui intitolare le nostre aule è simbolica ma non irrilevante: è memoria storica. Il fatto che fra i nomi presentati da Giani non ci sia né una donna né una personalità riconducibile alla tradizione del comunismo democratico italiano è una mancanza sorprendente a cui chiedo di porre rimedio”.
“Che non sia venuto in mente un solo nome di donna e si proceda ad affrescare un olimpo tutto maschile è una scelta grave che nel 2017 si commenta da sé. Ma è altrettanto incomprensibile e preoccupante che si decida di rimuovere di sana pianta anche il PCI, il più grande partito d’opposizione di questo paese nel secondo ’900. Il che è ancor più paradossale in Toscana, una regione che il PCI ha ben governato ininterrottamente dal 1970, anno di nascita della Regione, fino allo scioglimento del partito nel 1991. Gli orientamenti politico-culturali della così detta ‘seconda Repubblica’ sono ormai tutti rappresentati, dato che le due sale stampa sono state recentemente intitolate a intellettuali di riferimento della destra, Indro Montanelli e Oriana Fallaci. Il Consiglio avrà aule che vanno dalla destra, al PRI di Spadolini, al PSI di Pertini, fino a DC di Fanfani e al partito d’Azione di Calamandrei, manca solo una figura che venga dalla cultura politica del comunismo democratico. Una simile rimozione ci dice sicuramente cosa vuol essere il PD nel 2017 ma è una ferita alla storia della nostra regione”.
“Propongo di intitolare un’aula a una donna straordinaria, Teresa Mattei, partigiana, comunista italiana autonoma e libertaria. E’ stata la più giovane deputata dell’Assemblea Costituente, eletta nel collegio Firenze - Pistoia, e fece parte dell’Ufficio di Presidenza della Costituente. Ha speso la sua vita per i diritti delle donne e dell’infanzia e fu lei ad inventare la mimosa come simbolo dell’otto marzo. C’è un episodio che rivela limpidamente la personalità di Teresa Mattei: ancora ragazzina, fu espulsa dal liceo classico Michelangiolo di Firenze e da tutte le scuole del Regno perché si rifiutò, in occasione delle leggi razziali, di accettare l'insegnamento della teoria della razza e l'allontanamento dei suoi compagni di classe e degli insegnanti ebrei”.
Alla cortese attenzione del Presidente del Consiglio Regionale della Toscana, Eugenio Giani e dei Membri dell’Ufficio di Presidenza
Oggetto: Intitolazione Aule del Consiglio Regionale della Toscana
Gentile Presidente, gentili Consiglieri/e,
scrivo in merito alla proposta, peraltro condivisa, di intitolare alcune Aule del Consiglio regionale ad illustri toscani, di nascita o d'adozione, che abbiano ricoperto importanti ruoli all'interno delle istituzioni repubblicane.
Come ho già avuto modo di rilevare nel corso di due conferenze di programmazione alla presenza degli altri capigruppo e del Presidente del Consiglio, l’elenco delle personalità proposte (Piero Calamandrei, Giovanni Spadolini, Amintore Fanfani e Sandro Pertini) presenta a mio giudizio alcuni limiti a cui proporrei di porre rimedio.
Per un verso è evidente l’assenza, nella rosa dei nomi, anche di una sola donna, grave limite su cui ogni ulteriore argomentazione appare superflua; per un altro verso colpisce la mancanza di una figura riconducibile alla tradizione del Partito Comunista Italiano, che come sappiamo è stato primo partito d'opposizione nell'intera storia della così detta prima Repubblica e saldamente partito di maggioranza relativa nella nostra regione fin dal secondo dopoguerra, regione che ha quindi governato dal 1970 fino al 1991, anno dello scioglimento del PCI. Quella del comunismo democratico italiano sarebbe quindi, paradossalmente, l’unica area politico-culturale dell’arco costituzionale della prima Repubblica ad essere completamente rimossa e cancellata dalle nostre intitolazioni, considerando anche la recente intestazione di due Sale del nostro Palazzo alla memoria di Indro Montanelli e Oriana Fallaci, due intellettuali cari alla destra. Quantomeno sotto il profilo storico, questa assoluta ed eccezionale esclusione risulterebbe del tutto incomprensibile, a maggior ragione qui in Toscana, tanto quanto risulterebbe sbagliata la totale derubricazione del principio dell'equilibrio di genere e la mancanza di almeno una figura femminile nella rosa dei nomi avanzata dal Presidente Giani.
Nel frattempo si è proceduto ad intitolare una sala del Consiglio a Piero Calamandrei e l'auditorium a Giovanni Spadolini. Prima che si proceda con le altre intitolazioni, mi permetto di tornare, stavolta per iscritto, sulla proposta che ho già anticipato e fatto mettere a verbale nel corso della Conferenza di Programmazione alcuni mesi fa – proposta che ha il vantaggio di ovviare ad ambedue le mancanze o “rimozioni” appena sottolineate – avanzando, per una delle sale da intitolare prossimamente, il nome di Teresa Mattei.
Teresa Mattei è stata Comandante di Compagnia nella formazione partigiana garibaldina Fronte della Gioventù; a soli 25 anni fu la più giovane donna eletta (nelle file del PCI, nel collegio Firenze-Pistoia) all’interno dell’Assemblea Costituente, dove assunse l'incarico di segretaria nell'Ufficio di Presidenza; dirigente dell'Unione Donne Italiane, fu l'inventrice del simbolo della mimosa per la festa dell'otto marzo. Teresa Mattei ha speso gran parte del suo impegno politico e sociale dedicandosi ai diritti delle donne, ai diritti dell'infanzia e all'educazione dei bambini e delle bambine, fino alla morte avvenuta nel 2013, in provincia di Pisa, all'età di 92 anni. Vorrei richiamare un episodio che descrive in modo perfetto chi fosse Teresa Mattei: ancora ragazzina, fu espulsa dal liceo classico Michelangiolo di Firenze e da tutte le scuole del Regno perché si rifiutò, in occasione delle leggi razziali, di accettare l'insegnamento della teoria della razza e l'allontanamento dei suoi compagni di classe e degli insegnanti ebrei. Mi permetto di aggiungere una nota personale, avendo avuto la fortuna di poter conoscere e frequentare Teresa: è stata una donna di rara dolcezza e allo stesso tempo di grande tenacia, fermezza e assoluto rigore morale, una comunista italiana eretica e critica, profondamente antistalinista, autonoma e libertaria.
Fra le tante onereficenze ricevute da Teresa Mattei nel corso della sua vita, oltre al titolo di Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana, la più alta onereficenza della Repubblica che le venne conferita da Carlo Azeglio Ciampi nel 2005, vi è stato anche il riconoscimento del nostro Consiglio Regionale, che nel 2002 la insignì del Gonfalone d’argento.
Su Teresa Mattei si possono leggere alcuni bei testi, fra cui ricordo il capitolo a lei dedicato e firmato da Chiara Valentini nel recentissimo “Donne della Repubblica”, Il Mulino, 2017; il contributo di Simonetta Soldani intitolato “Teresa Mattei” nel volume collettaneo “I Deputati Toscani all’Assemblea Costituente”, curato da Pier Luigi Ballini ed edito dalle nostre Edizioni dell’Assemblea nel 2008; il volume "Teresa Mattei. Un profilo politico-parlamentare" edito dalla Biblioteca della Camera dei Deputati nel 2014, nel primo anniversario della morte; il volume di Patrizia Pacini “Teresa Mattei, una donna nella storia. Dall'antifascismo militante all'impegno in difesa dell'infanzia”, ancora una volta edito dal Consiglio regionale nel 2009, su iniziativa della Commissione Pari Opportunità.
Auspico che vogliate tenere in considerazione la proposta che ho ancora una volta avanzato e queste mie argomentate riflessioni, anche in considerazione della composizione squilibrata dell'Ufficio di Presidenza che non ci consente di portare il nostro contributo nella sede che sarebbe deputata. Resto naturalmente a disposizione per qualsiasi confronto in merito.
Un cordiale saluto e un augurio di buon lavoro
Fonte: Tommaso Fattori Presidente del Gruppo consiliare Sì - Toscana a Sinistra