"!Vi scrivo questa lettera per comunicare le mie dimissioni dall’assemblea provinciale e da tutti gli altri organi direttivi del partito.
Come sappiamo in queste settimane è stata avviata la campagna per il tesseramento 2017, non è mia intenzione rinnovare l’iscrizione per il nuovo anno. Si tratta di una decisione non certamente improvvisa ma che ho maturato in questi ultimi mesi durante i quali ho gradualmente ridotto la mia partecipazione alle iniziative di partito.
È una scelta che Vi comunico con rammarico anche per la stima e l’affetto che ancora mi lega a molti di Voi. Il mio malessere perdura da tempo: l’imbarbarimento del linguaggio e l’inasprimento dei rapporti umani all’interno del partito hanno determinato il progressivo sfaldamento dello spirito di appartenenza e comunità nel quale mi sono sempre identificato. Troppe ed incolmabili le distanze che ormai da tempo mi frappongono alle linee programmatiche del partito: completamente snaturata la matrice identitaria e culturale del progetto politico che, con la nascita dell’Ulivo, ha poi portato alla fondazione del Partito democratico; non condivisibile e controproducente il metodo divisivo ed autoreferenziale che si è scelto di perseguire nell’azione politica sin dalla campagna referendaria del dicembre scorso; incoerente e contrastante con la sua natura democratica e plurale, nonché con un indispensabile spirito di collettività, la gestione troppo spesso leaderistica e personalistica della nostra comunità; incomprensibile la scelta di non voler coltivare, pur a fronte di innegabili difficoltà, un dialogo aperto con le altre forze politiche per un nuovo progetto di centro sinistra plurale ed inclusivo; del tutto disatteso, nonostante la costante retorica pre e post elettorale, l’obiettivo del rinnovamento della classe politica e dei suoi
metodi, oggi più che mai piegati a logiche clientelari e a rigidi rapporti di forza interni.
Gli atteggiamenti e le parole del segretario nazionale dimostrano che non vi è interesse a coltivare alcuna forma di dialogo e di confronto interno, né che siano state minimamente comprese le ragioni di malessere e disaffezione che gli esiti delle elezioni amministrative e del referendum hanno denunciato con estrema chiarezza. Non intravedo alcun cambiamento di rotta, se non quello, ancor meno comprensibile, di inseguire i populismi sul proprio stesso terreno, con posizioni spesso spiacevolmente demagogiche quando non del tutto contrarie all’identità di un’autentica forza democratica, solidale e progressista.
Non è questo il centro sinistra che immaginavamo con la fondazione del Partito democratico, non è questo il centro sinistra per il quale mi sono (ci siamo) impegnato (i). Per questo la mia attività politica proseguirà nelle forme che riterrò più opportune e utili per la ricostruzione ed il rilancio, anche nella mia città, di un progetto comune che costruisca le basi per un nuovo campo democratico e riformista. Non mi pare infatti che, al di là delle apprezzabili dichiarazioni rilasciate in questi mesi dal Segretario provinciale, sia stata compresa appieno la complessità della sfida che ci attende a Pisa: la sclerotizzazione del partito intorno al dibattito sulle possibili candidature sta di fatto impedendo la costruzione di una proposta politica, aperta a tutte le forze di centro sinistra, credibile e vincente, con la quale sfidare le destre e i populismi: un progetto che sappia intercettare e dare risposte al malessere e al sentimento di disaffezione nei confronti della politica e delle istituzioni; una proposta che pur partendo dalle cose positive realizzate in questi anni sappia offrire soluzioni nuove e una visione futura e moderna della nostra città; un progetto che riesca a coinvolgere la società civile rimettendo in moto le tante forze positive della nostra comunità.
È una questione di metodo e di contenuti: pensare che tutto questo possa realizzarsi solo attraverso l’individuazione di una candidatura e di una proposta calata dall’alto oltre che illusorio sarebbe piuttosto controproducente.
Certo di aver compiuto la scelta più coerente con le mie convinzioni, spero possiate comprendere le ragioni di questa mia decisione. Un sincero augurio di buon lavoro a tutti Voi".
Andrea Marchetti
