Domanda secca per la rubrica di oggi. Un tema scottante e controverso che divide sempre l’opinione pubblica.
Un lettore infatti chiede: “Ciao Iacopo, cosa ne pensi dell’assistenza sessuale per disabili?”
Caro lettore, sono assolutamente a favore per l'assistenza sessuale ma credo che l'attuale disegno di legge sia fumoso e che vada molto molto migliorato, per vari a spetti sui quali non mi dilungo troppo altrimenti diventerei noioso.
In primis, individuare bene chi sia il "paziente" ideale, altrimenti rischiamo di darla anche alle persone abili che per qualche sociopatia non hanno relazioni: l'assistente sessuale deve essere una terapista al pari della psicologa, non una prostituta, per cui il paziente ideale deve essere soprattutto una persona con deficit cognitivi che NON SA, per problemi mentali e psichici, GESTIRE i propri impulsi e istinti.
Ai disabili fisici, invece, salvo impedimenti fisici che non permettano l'auto-erotismo, non glielo darei perché possono avere (o non avere) relazioni esattamente come tutti.
Il secondo e ultimo importante aspetto che voglio menzionare è quello della sicurezza per le donne, soprattutto in casi di disabilità mentale. In un Paese dove l'80% di donne disabili subisce una molestia, non possiamo permettere che un percorso di terapia simile possa diventare pericoloso e nocivo. Per questo dobbiamo trovare un modo che permetta di tenere la situazione sotto controllo (e non è facile).
Insomma: assistenza sessuale sì, ma il percorso è ancora lungo e tortuoso da definire.
Di sicuro abbiamo il dovere di dare una risposta a tutte quelle famiglie che costantemente mi scrivono, sentendosi abbandonate dallo Stato che per quanto possibile tenta di nascondere il problema come polvere sotto al tappeto.