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Rischia di perdere un braccio, ragazzo salvato al Maria Beatrice Hospital

Presso l'ospedale di Firenze è stato salvato il braccio di un ragazzo che rischiava di perderne le funzioni a seguito di un incidente.

Grazie a tecniche innovative, il dott. Angeloni e il dott. Castellani, specialisti in Ortopedia e Traumatologia, sono riusciti a ristabilire le funzionalità dell'arto.

Il paziente ora sta bene e sta svolgendo un regolare percorso di fisioterapia riabilitativa.

L’intervento innovativo si chiama ‘trasferimento muscolo-tendineo di trapezio inferiore’ e consente di recuperare il movimento della spalla in pazienti affetti da lesioni croniche irreparabili della cuffia dei rotatori (il complesso muscolo-tendineo che stabilizza, nei movimenti sopra al livello del volto, l’articolazione della spalla).

L’intervento, eseguito congiuntamente dal Dottor Renzo Angeloni e dal Dottor Lorenzo Castellani, specialisti in Ortopedia e Traumatologia, è stato completato con successo a Maria Beatrice Hospital di Firenze, ospedale privato accreditato S.S.N. GVM Care & Research.

L’unicità del caso è ancor più accentuata dal fatto che durante la stessa procedura - grazie all’impiego di questa tecnica rivoluzionaria nel suo genere - si è altresì sostituita la testa dell’omero ricorrendo ad una protesi ortopedica mininvasiva senza stelo.

“Il giovane - spiega il Dottor Angeloni - aveva subito un grave trauma da incidente stradale e rischiava di perdere un braccio. In prima istanza il paziente si è presentato alle cure del Pronto Soccorso dove, per scongiurarne l’amputazione, si è inizialmente ricorsi alla chirurgia vascolare d’urgenza con l’obiettivo di favorire un’adeguata irrorazione sanguigna e salvare l’arto. Superata la fase acuta, al paziente rimaneva il problema del recupero della funzione articolare, estremamente deficitaria in termini di forza e di movimento impossibile al di sopra del volto. Le tecniche ortopediche tradizionali avrebbero dovuto passare vicine alla protesi vascolare, rischiando di vanificare il lavoro già fatto. Da qui l’idea di coinvolgere il Dottor Castellani allo scopo d’intervenire tramite una metodica alternativa, potenzialmente migliore sotto l’aspetto biomeccanico, e sostituire la funzione tendinea della spalla ormai irrecuperabile. Sfruttando allo stesso tempo una via d’accesso chirurgica più sicura e tale da non compromettere la vascolarizzazione dell’arto”.

“L’intervento - effettuato correntemente alla Mayo Clinic di Rochester MN (USA) - chiarisce il Dottor Castellani - è stato importato nel nostro Paese dopo un mio tirocinio di studio negli Stati Uniti a stretto contatto del chirurgo che per primo ha affrontato la tecnica e che, dopo la pubblicazione ufficiale in letteratura dei risultati a distanza, ormai sta uscendo dalla sua fase sperimentale”.

Le competenze di entrambi gli specialisti hanno permesso di adeguarla alla situazione specifica in cui si necessitava una protesi di rivestimento a causa del grave difetto post traumatico della testa dell’omero.

“L’intervento in sé - aggiunge il Dottor Castellani - rappresenta un grosso vantaggio nelle condizioni per le quali si vuole evitare l’impianto della protesi inversa, che pur garantendo un buon risultato funzionale si adatta male alle esigenze e alla longevità della stessa in un paziente giovane. La particolarità della tecnica non sta nel concetto di trapiantare un tendine del dorso, come avviene da anni in molte strutture in tutto il mondo, bensì nell’utilizzare il trapezio inferiore, un tendine che secondo i più recenti studi biomeccanici americani si adatta molto più precisamente allo scopo richiesto”.

Il paziente operato ora sta bene, ha ripreso da subito un’escursione di movimento dovuta alla liberazione dell’articolazione operata mediante la protesi mininvasiva senza stelo (stemless) e sta seguendo il necessario percorso fisioterapico. “Quest’ultima fase - conclude il Dottor Castellani - è la parte più delicata del recupero poiché consiste nel riattivare correttamente tutti i muscoli coinvolti. Altro grande vantaggio rispetto alle tecniche tradizionali è dato dal fatto che il trapezio non deve cambiare la sua funzione come invece accade innestando il gran dorsale. È, infatti, un muscolo che si attiva già sinergicamente nel movimento di extrarotazione: pertanto la riabilitazione ne risulta facilitata. Tale chirurgia è vantaggiosa per tutti i pazienti che non potendo più riparare lesioni tendinee ampie della cuffia dei rotatori, vogliono tentare di recuperare una funzione più normale possibile della loro spalla”.

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