Sgombero in via Spaventa, il Movimento di lotta per la casa dice di no

"Apprendiamo che in questi giorni si sta facendo spazio l'ipotesi di uno sgombero per motivi di “sicurezza” dello stabile di via Spaventa occupato dai rifugiati.

Negli scorsi giorni la polizia si è presentanta in via Spaventa con al seguito i Vigili del Fuoco, evidentemente alla ricerca di qualsiasi pretesto per legittimare uno sgombero “umanitario”, in modo da presentare operazione finalizzata alla tutela degli occupanti stessi .

E' evidente che questa iniziativa sia da ricondurre al tentativo da parte dei Gesuiti, proprietari dell'immobile, di arrivare ad uno sgombero che, dissimulato dietro motivazioni di ordine differente da quelle reali, non comprometta l'immagine pubblica dell'ordine religioso. Un impossibile operazione di ipocrisia e mistificazione: le cose sono chiare!

La realtà è che, ancora una volta, l'accoglienza finisce lì dove inizia il business: è di dominio pubblico l'interesse dei Gesuiti a liberare lo stabile per chiuderne la vendita con un'università cinese per sei milioni di euro.

Le parole di Papa Francesco parlano di porte da aprire, e lo stesso padre Brovedani ha più volte affermato il primato indiscutibile della “accoglienza” e del “dialogo” contro ogni ipotesi di sgombero forzato dei rifugiati... e ora?

Se alla prova dei fatti, se per queste o altre vie si arrivasse allo sgombero dello stabile di via Spaventa, in assenza di un piano alternativo condiviso con gli abitanti che preveda soluzioni abitative stabili e dignitose, i Gesuiti dimostrerebbero di ragionare ed agire in maniera non differente da un qualsiasi speculatore immobiliare. Prima le vite o i profitti? Questo è il punto. Che i Gesuiti siano chiari su questo, senza rifugiarsi nel silenzio pubblico alla ricerca nascosta di ridicoli ed insostenibili escamotage.

Forse per la Curia il rispetto delle vite umane è a tempo determinato alla stessa maniera delle accoglienze nei “progetti” di accoglienza proposti dal Comune di Firenze? Che ci sia chiarezza in merito.

La posizione degli occupanti e di tutto il Movimento è chiara: nessuna disponibilità a lasciare l'immobile in assenza di soluzioni condivise e risolutive di un “emergenza” che è già durata più di 10 anni. Disponibili, come dal primo momento, a sedersi ad un tavolo inter-istituzionale che elabori soluzioni reali al bisogno di casa e dignità di tutti gli abitanti di via Spaventa. Ognuno si assuma quindi le proprie responsabilità, decidendo se avvallare l'ennesima iniziativa di violenza istituzionale o sostenere la linea del dialogo e dell'ascolto delle legittime richieste dei rifugiati".

L'assemblea dei rifugiati in lotta Movimento di lotta per la casa

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