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Moria di pesci a Camaioni, volontari di Tutela Acque Toscana al lavoro tutta la notte

Brutte notizie dalla pescaia dell'Arno a Camaioni di Montelupo Fiorentino, al confine con Signa. Nei pressi della nuova centrale idroelettrica sono stati trovati numerosi pesci in carenza di ossigeno, tantissimi di questi già morti. Parliamo di carpe, cavedani, barbi, anguille, siluri e altri tipi di pesci d'acqua dolce. La scoperta, e il tentativo di salvataggio, giunge a opera del gruppo di volontari di Tutela Acque Toscana, che già nella serata di ieri, venerdì 30 giugno, si sono messi in moto per contattare gli organi competenti e salvare il salvabile.

"I ragazzi sono tutt'ora a salvare i pochi pesci ancora vivi buttandoli a valle, stanotte altri fino alle 5. Ma di vivi ne sono rimasti pochi", spiegano. Alla disgrazia si aggiunge anche la piaga dei bracconieri: "Loro hanno già fatto il loro lavoro stanotte, lasciando teste e code tagliate in acqua". Sono state allertate la polizia provinciale e l'Arpat, che dovrebbero intervenire a breve.
Nel pomeriggio la Polizia metropolitana ha potuto constatare la moria di siluri di grosse dimensioni, cavedani, pesci gatti, arborelle, barbi. Gli agenti hanno prelevato un campione dei pesci, refrigerandolo e inviandolo all'istituto zooprofilattico per la Toscana e il Lazio, con sede a Scandicci per le analisi previste da uno specifico protocollo regionale. Contemporaneamente è intervenuta l'Arpat per effettuare accertamenti sullo stato delle acque.
Si ipotizza che le piogge cadute tra mercoledì e giovedì, dilavando tra l'altro le fogne, abbiano trasportato agenti inquinanti letali per i pesci.Tempestivo è stato l'intervento di volontari e pescatori che hanno notato venerdì il fatto che la fauna ittica boccheggiava e hanno cominciato a trasportare pesci a valle della diga, salvandone una parte.

 

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