La lettera di un tassista a Nardella: "Incidente grottesco con un risciò"

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Egr. Sig. Sindaco Nardella,

come avrà saputo dal suo Corpo di Polizia Municipale e dalle cronache, ieri sono stato protagonista a bordo del mio taxi di un incidente con un risciò. Avrebbe dovuto trattarsi di un normale incidente, ma invece la cosa, fin dai primi momenti, ha assunto toni grotteschi. 

Una volta accertatomi che il signore che pedalava non si fosse fatto male, gli ho proposto di fare una banale constatazione amichevole. Immediatamente cominciano i problemi. Giunto sul posto, il titolare d'impresa dell'azienda di risciò, chiamato dal suo pedalatore, si rivolge a me con una maleducazione ed un'arroganza che possono concedersi solo a chi è certo di potersi muovere nell'odioso regno dell'impunità. Quindi arrivano una serie di altri suoi collaboratori che cominciano a dire: “Bene, tu sei Parigi 5, licenza n…, tanto ci rivediamo!”. Da lì, l'arrivo della Polizia Municipale, da me chiamata, che ha potuto rilevare che il pedalatore, oltre a non avere copertura assicurativa per danni a terzi, non avesse documenti, né nessun rapporto di collaborazione professionale, ma solo un permesso di soggiorno.

Adesso, la mia situazione è la seguente: ho 1500 euro circa di danni subiti dalla mia vettura ed un probabile diritto di risarcimento danni, visto che il pedalatore mi ha tagliato la strada, che già mi è stato detto essere impossibile da far valere, ma soprattutto ho la preoccupazione, per me e la mia famiglia, procuratami da quelle velate minacce. Tutto ciò, suscita in me una serie di domande, prima come cittadino e poi come tassista.

1) Ma come possiamo accettare che con una semplice Scia operino attività che hanno a che fare col primario diritto alla mobilità delle persone, senza controllare che queste abbiano idonea copertura assicurativa? Se a bordo di quel mezzo vi fossero stati dei passeggeri, come spesso vediamo, senza cinture o altri mezzi di protezione, oggi non parleremmo di soli 1500 euro di danni. 

2) Com'è possibile che il Comune di Firenze non controlli che questi pedalatori abbiano un regolare rapporto di lavoro con l'impresa titolare?

 3) Sono recenti i giudizi, addirittura del Consiglio di Stato, in merito al modo irregolare con cui sono rilasciati questi “nuovi” vettori di mobilità, eppure, ne vediamo la Città sempre più invasa. Come mai? Ad onor del vero, Lei stesso ha perorato un intervento sul tema da parte delle Istituzioni nazionali, però è anche vero che sotto la precedente Amministrazione, di cui lei era Vicesindaco, si aprirono le porte a queste nuove forme di trasporto ricorrendo a norme predisposte per l'intrattenimento turistico. Alcuni di questi lo fanno, ma molti – almeno che mi si voglia far credere che dei passeggeri con le valigie stiano partecipando ad un tour – fanno semplice trasporto persone.

4) Infine, un aspetto più culturale, relativo alla convivenza civile con cittadini stranieri: com'è possibile che queste persone si sentano in diritto, nel torto o nella ragione che siano, di rivolgere, perfino di fronte alle Autorità, delle minacce, per quanto più o meno esplicite? Ma Lei se lo immagina un fiorentino che faccia altrettanto? Mi creda, non ho alcun approccio xenofobo nei confronti degli stranieri, ma mi pare che l'attenzione, il basso profilo che per esempio io tengo quando mi trovo all'estero, qui da noi sia completamente assente, anzi siamo sempre più ospiti in casa nostra.

Fonte: Taxi Firenze - Ufficio Stampa

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