Banche venete, il circolo Pcr Valdelsa fiorentina dice la sua

Il circolo “Dolores Ibarruri”-Valdelsa fiorentina del PCR esprime la propria posizione sulla questione delle banche venete, i cui attivi sono stati inglobati da Banca Intesa.

“Il Governo socialdemocristiano regala soldi pubblici alle banche. Popolare di Vicenza e Veneto Banca sono fallite per la mala gestione dei loro dirigenti. Banca Intesa arraffa per 1 (uno) euro le loro attività redditizie. Lo Stato, cioè i contribuenti, si accolla i crediti irrecuperabili delle due banche venete al costo di 200 (duecento) euro a testa per ogni cittadino italiano. In totale: fondi pubblici per 5,2 miliardi di euro subito, più altri 12 a garanzia. Ancora una volta, ai privati vanno gli attivi e allo Stato, ai contribuenti, vanno i passivi. Per governi che da 25 anni tagliano spesa sanitaria e pensionistica, la parola d'ordine è “socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti”.

Per le banche, per i padroni, per la guerra, i soldi ci sono. Decine di miliardi pubblici per Banca Marche, Banca Etruria, CR di Ferrara, CariChieti, MPS. Per i padroni: 11 miliardi regalati tra incentivi per il Jobs Act, tagli fiscali e ammortamenti. Cento milioni al giorno (al giorno) di spese militari, che arriveranno presto a duecento perché la NATO impone di elevare le spese militari al 2% del PIL.

Ma i socialdemocristiani, a capo di quel comitato d'affari della borghesia chiamato governo, non hanno mai soldi per la lotta alle povertà, per la scuola, la sanità pubblica, le pensioni, i servizi sociali; non li hanno per abbassare l’Irpef sui lavoratori dipendenti, come pure era stato promesso dallo stesso democristiano Renzi. I socialdemocristiani dicono che non c’è un euro per le spese sociali, per i 13 milioni di cittadini che, ridotti in povertà, sono costretti a rinunciare alle cure mediche. Ma i soldi ci sono per banche e imprese private.

Quando un lavoratore rimane disoccupato, gli si dice che è colpa sua, che non si accontenta di un salario più misero o non accetta i contratti capestro del Jobs Act: è il mercato capitalistico, gli si dice. Ma quando una banca fallisce, scompare il mercato capitalistico e la si salva con soldi pubblici; poi, una volta salvata, invece di nazionalizzarla, la si regala ai privati. Con la nazionalizzazione delle due banche si sarebbero tutelati risparmiatori, famiglie e imprese, tutti nella stessa misura e si sarebbero potute porre le premesse per un risparmio della spesa pubblica.

Quando un governo, di destra o di finto centro, non ha più nessun ritegno a servire tanto sfacciatamente gli interessi della borghesia e beffarsene dei problemi popolari, riducendo ogni dissenso a una questione di ordine pubblico e rispondendo coi manganelli della polizia alle proteste sociali contro licenziamenti, sfratti, trattati capestro, è tempo per le masse popolari di presentargli il conto”.

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