Come affermato dalla Corte di Cassazione, con la sentenza numero 4558 del 22 marzo 2012, la retta per il ricovero in Rsa di persone affette da Alzheimer non deve essere pagata dal paziente né dai suoi familiari, in quanto tutte le spese per il ricovero sono a carico del Servizio sanitario nazionale (e nel caso della Toscana, sono a carico della Regione Toscana).
Nella realtà però le strutture Rsa addebitano al paziente una parte dei costi del ricovero, ritenendo che tali costi riguardino la cosiddetta quota alberghiera: prassi contestata dalla Corte di Cassazione, che ha affermato che per patologie gravi quali l’Alzheimer tutti i costi del ricovero assumono carattere sanitario, con la conseguenza che la relativa fruizione deve essere garantita a tutti dal Servizio sanitario nazionale. La richiesta di pagamento avanzata nei confronti del paziente è pertanto invalida e come tale non giustificata. Il paziente ha quindi la possibilità di rifiutare il pagamento e, nel caso abbia versato somme alla struttura Rsa, ha la possibilità di richiedere il rimborso di tali pagamenti.
I principi affermati dalla Corte di cassazione sono stati recentemente applicati da vari tribunali (ci sono state sentenze a Monza, Milano, Roma e Verona) che hanno sancito l’obbligo di pagamento del Servizio sanitario nazionale, escludendo ogni obbligo a carico del paziente. Confconsumatori di Firenze si è già schierata a fianco dei propri associati che si trovano in tale situazione o che hanno un paziente ricoverato per Alzheimer, inviando diffide. Recentemente è stata anche promossa una specifica azione giudiziaria per vedere riconosciuto il diritto del paziente a non corrispondere alcuna somma per il ricovero. Per assistenza o informazioni, i cittadini fiorentini possono contattare l’associazione Confconsumatori di Firenze (via Gustavo Modena 23, telefono 055.585564) dalle 15.30 alle 18.30, oppure inviare una mail all’indirizzo firenze@confconsumatori.it.