gonews.it

Droga e giovani, che fare? Toccafondi risponde: "Educazione, no liberalizzazione"

Gabriele Toccafondi

“Ricerche nazionali stimano in 650 mila i ragazzi che nel percorso scolastico hanno fatto uso di un sostanza illegale, si entra in contatto con la droga intorno ai 15 anni, oltre 40mila studenti toscani nell’ultimo mese hanno fatto uso di sostanze illegali. Il 30% dei ragazzi ha fatto uso di Cannabis, il 4% di cocaina, numeri ed esperienze sono devastanti. I ragazzi hanno bisogno di educazione, cioè di adulti che possono spiegare loro cosa combinano le sostanze illecite nel loro organismo, nel cervello e nella vita quotidiana loro e delle loro famiglie. Hanno bisogno di educazione non certo di liberalizzazione o legalizzazione. Occorre dire chiaramente no alle sostanze stupefacenti no all’abuso dell’alcol. Alternativa Popolare da sempre attenta e attiva su questo tema, non si tirerà indietro, continuerà in parlamento come in tutto il paese a dire sì alla vita e sì all’educazione e no alla liberalizzazione e legalizzazione delle droghe”. Questo quanto dichiarato da Gabriele Toccafondi, Coordinatore di Alternativa Popolare e Sottosegretario Miur, quest’oggi all’incontro dal titolo "Droga e giovani, che fare? Educazione! (No liberalizzazione)", al quale sono intervenuti Francesca Cellai, Dirigente Scolastico IPSAR Buontalenti di Firenze; Valerio Vagnoli, Dirigente Scolastico del IPSSEOA A. Saffi di Firenze; Francesca Zatteri, Psicopedagogista clinico di Villa Lorenzi e il Dott. Duilio Borselli, Psicologo e Psicoterapeuta.

“Quest’oggi –ha proseguito Toccafondi -, con il racconto di Dirigenti Scolastici, docenti, pedagogisti e psicologi abbiamo affrontato il problema ed è emerso in maniera chiara dai racconti di chi vive la scuola che questa c’è, e non vuole abdicare al suo compito, ma ha bisogno del supporto di tutti i soggetti coinvolti, in primis della famiglia alla quale spetta il compito di crescere ed educare i figli. Per stare di fronte a questa emergenza educativa occorre spiegare,  ascoltare e stare al livello delle domande dei nostri giovani. Solo stimandoli, potremmo educarli a riconoscere il valore della vita”.

Exit mobile version