"A due settimane dalla riapertura della Mala Servanen Jin dopo lo sgombero la nostra casa è più vissuta e propulsiva di prima nonostante ci abbiano sequestrato l'elettricità.
Il nostro progetto incarnato in questo stabile tocca i diversi punti del piano femminista antiviolenza discusso a livello nazionale e internazionale dalla rete Non una di Meno. Tra questi punti c'è il rifiuto della violenza sociale, istituzionale, economica, fisica. Nella nostra città la violenza ha diverse facce, e poche voci visto che l'amministrazione continua a rimanere silente.
L'emergenza abitativa dilagante è uno dei motivi che ci ha portato ad occupare l'ex centro di accoglienza abbandonato. La difficoltà, l'emarginazione e la superficialità con cui le istituzioni interagiscono con i casi di donne in emergenza abitativa è vergognosa. L'aver occupato e riqualificato completamente uno stabile è una risposta di donne che con dignità, coraggio e forza si sono create autonomamente una risposta al silenzio istituzionale.
Per questo è nostra intenzione avere il riallaccio della luce e delle utenze primarie: chiediamo all'ufficio competente del comune di confrontarsi con quest'esigenza. Il piano casa del PD approvato nel 2014 prevede una crescente esclusione delle persone in difficoltà dall'accesso ai diritti, tra cui appunto le utenze, e una svendita progressiva del patrimonio residenziale pubblico. Anche altri punti del piano antiviolenza abbiamo affrontato: salute e sanità, altri aspetti del welfare negato, molestie, umiliazioni e ricatti sui posti di lavoro.. Come donne in lotta per un piano femminista contro la violenza di genere rifiutiamo e vogliamo un confronto con le istituzioni per discutere di questo grave attacco alla dignità e all'autonomia delle donne e delle persone.
Abbiamo ricevuto solidarietà da tantissime componenti della città e non solo: si sono espressi anche tanti centri antiviolenza sul territorio nazionale. Anche il comune di San Giuliano Terme ha approvato una mozione di solidarietà al nostro lavoro riconoscendone l'importanza sociale e politica.
Le uniche risposte dell'amministrazione sono state un'accusa di abuso della libertà d'espressione e un'infastidita affermazione : “io non parlo con gli occupanti”.
Vorremmo ricordare al sindaco e all'amministrazione tutta che giovedì 25 maggio, giorno dopo il violento sgombero, eravamo sotto il comune (evidentemente non più occupanti) per avere un'interlocuzione. Invece nel pomeriggio il consiglio comunale non ha neanche accettato di discutere una mozione urgente presentata sui fatti dello sgombero".
Dall'Unione Inquilini di Pisa
"L’Unione Inquilini di Pisa dà pieno sostegno alle donne che hanno combattuto, combattono e combatteranno per la “Mala Servanen Jin”, uno spazio liberato dall’incuria e dai rifiuti dopo oltre 4 anni di abbandono da parte dell’amministrazione comunale.
Non ci capacitiamo ancora di come sia stato possibile uno sgombero così violento perpetrato mercoledi 24 maggio senza preavviso, durante l’orario scolastico, e di come ad oggi nessuno abbia deciso di interloquire con le donne occupanti che, come sanno tutti, alloggiano nell’immobile, dopo aver percorso ogni strada utile al fine di reperire una soluzione abitativa dignitosa, senza riuscirci.
Non comprendiamo chi pretende che l’immobile di via Garibaldi venga destinato alle associazioni richiedenti (quali?) a seguito di un bando pubblico (proprio dopo che l’immobile è stato integralmente riqualificato?) soprattutto quando in città esistono altri immobili pubblici sfitti che, per la loro conformazione e posizione, potrebbero avere le stesse finalità.
Un esempio su tutti la MATTONAIA, che abbiamo avuto la possibilità di “visitare” un paio di anni fa e che presenta una ventina di appartamenti (e fondi) sfitti che, per la posizione strategica e il mobilio - incautamente - già pagato dall’amministrazione (cucine di pregio, armadi a muro, citofoni ecc.), si presterebbero egregiamente ad essere riqualificati.
Perché non ristrutturare quelli, destinandoli in parte all’emergenza abitativa ed in parte alle associazioni?
Perché continuare a sprecare risorse (economiche e sociali) derivanti dalla mancata utilizzazione degli immobili di proprietà comunali ad oggi sfitti?
Ed è proprio per queste motivazioni che noi supportiamo la Casa delle Donne che Combattono e chiediamo a chi di competenza di poter intavolare una trattativa volta ad una soluzione pacifica della questione, così come auspicato anche dal Consiglio Comunale di San Giuliano Terme.
Questo perché è necessario valorizzare tutti gli spazi dove c’è riqualificazione, aggregazione ed inclusione, non distruggerli!".
Ufficio Stampa
