Rossella Orlandi sostituita al vertice delle Entrate, lascia con numeri record

Dopo alcune anticipazioni di stampa la notizia ora è ufficiale: l'empolese Rossella Orlandi lascerà lunedì prossimo la poltrona più alta dell'Agenzia delle Entrate. Il ministro Padoan ha deciso di non rinnovarle l'incarico in scadenza ed il suo posto sarà occupato da Ernesto Ruffini. Stando al Sole 24 ore, per lei si profila solo un trasloco alla sede del dipartimento delle Finanze dove avrà una Direzione sui temi della fiscalità. "In sostanza - si legge sul quotidiano - il compito sarebbe quello di tenere le fila tra le scelte di politica fiscale e le istanze provenienti dalle associazioni di categoria e rappresentanti".
Rossella Orlandi, insignita del Sant'Andrea d'oro nel 2012, lavora da oltre 30 anni come funzionaria statale ed ha scalato tutti i gradini dell'Agenzia delle Entrate fino ad arrivarne al vertice. Anche in questo ruolo a dir poco difficile e delicato ha parlato con i fatti o, meglio dire, con i numeri nel recupero dell’evasione (nel 2016 il record con oltre 19 miliardi di somme effettivamente recuperate e incassate dallo Stato) e con altri passaggi storici come gli accordi con i big di Internet. Nel suo incarico non sono mancate le turbolenze, tipo il suo no nel dicembre 2015 alla famosa leggina del 3 per cento (poi saltata) che avrebbe consentito in particolare a Silvio Berlusconi di chiedere l'annullamento della condanna definitiva per frode fiscale, la sua opposizione all'aumento a tremila euro della soglia di utilizzo dei contanti (poi varata ugualmente e ora contestata dalle autorità europee) o la sua contrarietà al progetto di annullare tutte le accuse fiscali contestate prima delle nuove norme sui termini di prescrizione (una specie di amnistia poi ritirata dal governo).
La decisione di sostituirla è naturalmente politica. L'Espresso parla del suo successore Ruffini come di un renziano di ferro, dando così al segretario del Pd la paternità della scelta. Se così fosse, sarebbe stato lo stesso Renzi ad averla insediata nel 2014 ed ora ad aver deciso di rimuoverla. Senza voler entrare nel merito di certe decisioni e della loro paternità, cosa che di certo non compete a noi, da semplici persone della strada colpisce che in un paese dove si sente definire un giorno sì e uno no l'evasione come un vero e proprio cancro, lasci quella poltrona così importante una persona che, numeri alla mano, ha fatto tantissimo per combatterla portando a casa cifre mai recuperate prima. Consoliamoci col piacere tutto empolese che proviamo nell'avere come concittadina una persona che ha fatto così tanto per la nostra Italia.