Ad aprile ho chiesto una verifica della salubrità delle acque del Rio Merlaio, che non riesce a defluire in Arno a causa dell’inestricata presenza di canne, rifiuti commisti a terriccio e che genera il fenomeno della putrescenza delle acque che ristagnano, maleodoranza rilevata dagli abitanti della zona. L’Arpat osservando che trattasi di disagi di natura igienico-sanitaria, ha escluso la propria competenza comunicandolo all’ASL, al Comune ed al Consorzio di bonifica 4 Basso Valdarno, che deve intervenire sulla cura del rio, ma finora non l’ha fatto. L’unità Funzionale d’igiene pubblica dell’ASL il 5 maggio effettua un sopralluogo presso il rio Merlaio “accertando la presenza di abbondante vegetazione e di numerosi canneti sulle sponde del corso d’acqua, soprattutto nel suo tratto terminale, in corrispondenza dello sbocco nel fiume Arno”. Ritiene necessari: lo sfalcio e la rimozione della vegetazione in eccesso per favorire il corretto deflusso delle acque; la verifica di un’eventuale infestazione murina e di insetti per procedere, in caso affermativo, alla derattizzazione ed alla disinfestazione; la rimozione del materiale di rifiuto presente e con congrua frequenza una regolare manutenzione dei luoghi. Ho chiesto anche al sindaco Taglioli attraverso un’apposita interrogazione, che si discuterà nel consiglio comunale del 6 giugno, cosa ha fatto per scongiurare l’incombente pericolo al fine di tutelare la salute dell’ambiente e dei residenti, esortandolo ad emettere un’ordinanza ad hoc nei confronti del consorzio di bonifica. Di fronte a quest’inerzia inconcepibile, ho presentato in Procura della Repubblica di Pisa un esposto affinché siano effettuati gli opportuni accertamenti e venga valutata la sussistenza di eventuali profili di rilevanza penale a carico degli attori della vicenda nella tutela degli interessi dei cittadini.
Marrica Giobbi cosigliere comunale e capogruppo Lega Nord