RIASCOLTA L'INTERVISTA A MARCO MAINARDI SU RADIO LADY DEDICATA A DON RENZO FANFANI
LE INTERVISTE DOPO IL CONFERIMENTO DEL SANT'ANDREA D'ORO A DON RENZO FANFANI NEL 2014
IL CORTOMETRAGGIO 'DON RENZO FANFANI, UN PASTORE FRA DI NOI'. REGIA DI PAOLO CAPEZZONE
Si è spento nel corso della notte appena passata Don Renzo Fanfani. Lo storico parroco di Spicchio, Avane, Tinaia e Pagnana, da tutti conosciuto come ‘prete operaio’ per le sue battaglie a favore dei diritti civili e per la sua gioventù in fabbrica da vetraio e fabbro aveva 82 anni. Era ospitato da qualche giorno, dopo un periodo in ospedale al ‘San Giuseppe’ di Empoli, nella residenza sanitaria ‘Vincenzo Chiarugi’ di Empoli. Prima ancora ha vissuto a Limite sull'Arno per qualche tempo. A fine mattinata la salma sarà esposta nella cappella della struttura della Misericordia, in via Guido Monaco, e vi rimarrà fino alle 14. Alle 15 di domani, mercoledì 31 maggio, si terranno le esequie.
Qui i messaggi di cordoglio dal mondo empolese.
Chi era don Renzo Fanfani
Fanfani era nato a Firenze e dopo gli studi di ragioneria a 19 anni entra al lavoro alla Pignone di Firenze. Nel 1955 s’iscrive all’Accademia militare di Modena; supera brillantemente le selezioni ed entra nell’Esercito Italiano frequentando il 12º corso allievi ufficiali. Dopo otto anni di servizio, raggiunto il grado di capitano, lascerà l'esercito. Nel 1966, a 31 anni, diverrà sacerdote. Inizia la seconda vita di don Renzo, continuando il suo lavoro di operaio inizialmente pure senza il permesso del cardinale. Spazierà dalle aziende chimiche alla fonderia fino alle vetrerie empolesi e al mestiere di fabbro.
Avane accoglie don Renzo nel 1990. Il borgo e il sacerdote si sosterranno a vicenda. Ma a balzare agli onori delle cronache saranno le innumerevoli prese di posizione: nel 1999 contro i 400 licenziamenti alla Nuovo Pignone, nel 2006 contro il referendum costituzionale apporrà 4 grandi striscioni rossi con scritto No sul campanile della chiesa. La costituzione, per don Fanfani, è la 'Bibbia laica' di ogni italiano. La consegnerà, assieme alla Bibbia vera, a ogni cresimato in occasione della cerimonia.
Nel 2007 viene chiamato per andare in Val di Non, a Mollaro, dove un tempo c'era un prete operaio. Dirà la sua ultima messa nel salone della Casa del popolo, fatto non irrituale per uno come lui. Oltre 300 persone parteciparono allora a quello che pareva essere un addio definitivo. Non lo fu: ritornò dopo breve tempo. E la comunità empolese lo accolse a braccia aperte.
Il 30 novembre 2014 Empoli tributa il Sant'Andrea d'Oro alla figura di don Renzo: «Per aver rappresentato una guida morale e spirituale per tutta la comunità empolese interpretando pienamente il senso profondo di identità civile e l’orgoglio di appartenere ad una comunità che, glorificando chi si impegna per lei, esalta in realtà tutta se stessa».
L'ultima apparizione 'in video' è dello scorso anno, quando si pronunciò per il No al referendum costituzionale. Proprio lo scorso anno don Renzo Fanfani aveva raggiunto i 50 anni di sacerdozio, traguardo invidiabile ottenuto sempre con semplicità e affetto verso i propri fedeli.
In un'intervista di 4 anni fa, don Renzo Fanfani si espresse a tutto tondo sulla politica, sulla religione e sulla vita empolese del tempo. Sembra essere passata un'eternità ma ancora molti concetti sono tutt'ora attuali. Riportiamo qualche stralcio del colloquio avuto allora con Marco Mainardi.
Parliamo di Empoli, come la vede?
La vedo morta o, forse, più esatto dire spenta. Mi piacerebbe vedere più entusiasmo, più reazioni forti ma non mi pare che ce ne siano anche se è giusto dire che sono un po' fuori e quindi, magari, non ho lo sguardo sufficientemente ampio per giudicare bene
Parliamo della chiesa empolese, fra i suoi 'colleghi' c'è un nuovo Don Renzo Fanfani?
A Empoli di preti ce ne sono di ottimi e fanno un grande lavoro, ma sono più legati alla tradizione della parrocchia. Per me il parroco deve essere una forza del paese e lavorare in sinergia con le altre componenti. Ad Avane io lo feci con la casa del popolo e il centro giovani. Troppi vedono il paese dalla porta della Chiesa, mentre secondo me la Chiesa va vista anche da fuori, magari dal quinto piano di una casa popolare
Che ruolo dovrebbe avere un prete nel 2013?
Dovrebbe rompere più le scatole (anche se l'espressione che usa è più colorita, ndr) e non dare solo consolazione. Un prete che seguo sempre con interesse, a esempio, è quello delle Piagge, Don Santoro
In passato ha fatto molte iniziative diciamo inusuali per un prete, quale quella che rifarebbe?
Sicuramente quella in difesa della Costituzione. Ce n'è bisogno anche oggi
La definizione che le hanno dato di prete operaio le piace?
Sì, in fondo è la verità. Ho lavorato in fabbrica e ho fatto il fabbro, quindi ricorda queste cose della mia vita. Ma ormai noi preti operai, un movimento che si sviluppò in Francia e Belgio, siamo come gli ultimi mohicani, siamo rimasti in pochi