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"Mi dai i soldi o ti picchio": estorti 1.300 euro in pochi mesi ad un giovane studente. Denunciati cinque bulli

Per 5 mesi hanno preso di mira un giovane, intimando ogni settimana di dar loro cifre sempre più alte di denaro, altrimenti sarebbe stato picchiato: cinque bulli di una scuola superiore di Empoli sono stati indagati e denunciati per estorsione continuata in concorso nei confronti del compagno. Le indagini del commissariato di polizia di Empoli, condivise con la Procura della Repubblica del Tribunale dei Minori di Firenze, hanno posto fine al lungo travaglio di un giovane, schiavizzato dai compagni di scuola per cifre che sono arrivate fino a 500 euro in una volta.

Tutto ha inizio a dicembre dello scorso anno. Il giovane viene preso di mira da uno dei cinque bulli. "O mi dai 20 euro o ti picchio", avrebbe intimato senza mezzi termini quest'ultimo. La vittima, all'indomani, risponde preferendo i soldi alle violenze e, un volta avvicinato alla fermata del bus, gli consegna i 20 euro in modo puntuale. Il bullo soddisfatto fa girare la voce agli altri quattro membri della sua combriccola.

Inizia così una lunga trafila di richieste, sempre esaudite dal giovane bullizzato, che ruba i soldi alla mamma o al nonno. Le richieste, nel corso dei cinque mesi, si fanno sempre più esose, con cadenza settimanale. Da 20 euro si passa ai 50 e su su fino alla richiesta finale, che arriva al mese scorso, ad aprile: 500 euro.

Anche stavolta, il giovane vessato riesce ottenere i soldi, ma con una sola banconota. Questo particolare non sfugge a un suo compagno, che prende lo scuolabus con lui per raggiungere scuola. La banconota viola attira l'attenzione del testimone. Sempre lui lo vede allontanarsi con uno dei bulli e nel viaggio di ritorno, insospettito da quel fatto, gli chiede che fine hanno fatto i 500 euro. "Non ce li ho più", risponde vagamente il ragazzo bullizzato.

Per sua fortuna, il testimone riferisce a un insegnante l'accaduto. La parola passa poi a un superiore, che in conclusione decide di rivolgersi al commissariato di piazza Gramsci.

Partono le indagini. Si riesce a risalire all'ammontare del 'pizzo' che viene chiesto al ragazzo in cinque mesi: sono 1.300 euro, un'enormità. Ora i ragazzi rischiano grosso, anche se stanno restituendo a poco a poco qualche soldo. Secondo l'articolo 629 del codice penale, da cinque ai dieci anni e una multa da 1.000 a 4.000 euro, tolti però i benefici di legge per i reati commessi da minori.

La storia, oltre ad avere notevole interesse per la comunità di Empoli, deve essere di ammonimento per la stessa: episodi di bullismo possono accadere in tutte le scuole. "È una storia che fa del male a chi è genitore. Invito tutti a rivolgersi a polizia, carabinieri o agli insegnanti in casi come questi", questo è l'accorato appello del dirigente del commissariato Francesco Zunino, che ha guidato le indagini assieme al Procuratore della Repubblica del Tribunale dei minori Antonio Sangermano.

Far finire queste vessazioni è possibile, serve il coraggio e la volontà di denunciare questi fatti. Lodi dunque al giovane che ha raccontato all'insegnante quanto aveva visto, ma anche alla scuola che ha provveduto immediatamente alla denuncia. Dopo cinque mesi il giovane è potuto tornare a scuola senza oppressori, fuori dalla spirale che sembrava insormontabile.

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