Notizia degli ultimi giorni l'ennesimo caso di emergenza abitativa nel Comune di Cascina. Un contesto che purtroppo è condiviso in molte cittadine del nostro territorio, ma che è trattato dalla giunta a guida Ceccardi con una particolare attenzione.
Mentre, infatti, nella mattinata di lunedì 22 maggio la sindaca non ha ricevuto una coppia bisognosa di un alloggio, l'assessore al sociale Ziello ha espresso l'iperattività della giunta cascinese attraverso un bando per alloggi popolari volutamente escludente per alcune famiglie di cittadini cascinesi.
Il caso di lunedì mattina dimostra, oltre alla demagogia razzista cui ci ha abituato quell'amministrazione, come le politiche sociali siano concepite in modo totalmente sbagliato: al di là che si parli di cittadini nati o meno sul suolo italiano, la giunta di Cascina esprime una linea di politiche sociali in cui si preferisce aizzare conflitti, escludere i bisognosi, additare i migranti come causa di tutti i mali per poi escludere, indifferentemente, migranti e non.
Il bando per l'assegnazione delle case popolari scaduto il 19 dicembre è stato concepito e proposto in modo volutamente escludente, nella più classica tradizione della destra, amplificata dai definanziamenti e dalle politiche errate dei governi degli ultimi anni – come dimostra la legge Saccardi, assessore PD della Regione Toscana. Si stabilisce, infatti, un vincolo temporale insufficiente per poter presentare la documentazione che attesti l'assenza di proprietà immobiliari all'estero.
Il senso del bando per case popolari ne risulta totalmente inquinato: da misura di inclusione sociale, da sottoporre al doveroso controllo dei requisiti attraverso documentazione da fornire una volta giunti all'assegnazione definitiva del diritto, diventa misura di furbesca esclusione. La Giunta restringe al minimo il tempo di presentazione dei documenti – di fatto ne rende impossibile l’attuazione – così da evitare la decisione manifesta (totalmente incostituzionale e senza senso) del “prima gli italiani”. Cosa succede, alla fine? Che gli esclusi sono sia migranti che residenti nati sul territorio nazionale.
Si vuole davvero incrementare il diritto alla casa? Ci siano agevolazioni fiscali per chi destina lo sfitto ad uso sociale, ci siano penalizzazioni per i proprietari di numerosi appartamenti tenuti disabitati, ci siano requisizioni degli immobili in stato di abbandono.
Gli strumenti amministrativi esistono: sta alla Giunta di Cascina dimostrare se è dalla parte dei diritti e delle dignità delle persone oppure se preferiscono incentivare conflitti fra bisognosi. Sinistra italiana ha già scelto la sua parte e non mancheremo di sollecitare i cittadini esclusi, anche attraverso l'azione dei sindacati inquilini e la mobilitazione delle forze politiche e sociali, a fare ricorso contro questo bando.
Fonte: Sinistra italiana Pisa - Ufficio Stampa
