Il via libera del consiglio dei Ministri al decreto legge che impone l'obbligatorietà delle vaccinazioni come requisito per l'iscrizione a scuola sta facendo molto discutere. La nuova legge, oltre al diniego di iscrizione dei bambini da 0 a 6 anni, prevede multe dai 500 euro ai 7.500 euro per chi decide di non vaccinare i propri figli (fino ai 16 anni di età). Tra le pene ci sarebbe addirittura la sospensione della potestà genitoriale.
Una linea dura giustificata dal fatto che il Governo considera la questione vaccini una vera e propria emergenza sanitaria nazionale. La legge pone l'Italia al primo posto in Europa per numero di vaccinazioni obbligatorie, ben 12.
Intanto l'intero paese si interroga sulle conseguenze di questa scelta. Da una parte c'è chi approva che il diritto all'Istruzione debba essere subordinato a quello della Salute Pubblica e che il Governo abbia il dovere di intervenire sul singolo a tutela della collettività. Questa tesi è sostenuta dal principio che i vaccini siano sicuri così come afferma la gran parte della comunità medica e che non vaccinare il proprio figlio e mandarlo a scuola sia un'azione dannosa per gli altri bambini.
Dall'altra c'è chi ritiene che questa emergenza sanitaria non esista e che la legge abbia profili incostituzionali in quanto escluderebbe alcuni soggetti dal diritto all'Istruzione. Per molti, inoltre, il vaccino è un farmaco invasivo e da valutare caso per caso, senza precludere il diritto all'Istruzione, né causare una sorta di disparità sociale (alcuni bambini al nido e altri no ). L'accessibilità al vaccino dovrebbe quindi, secondo questa tesi, rimanere una decisione che appartiene alla sfera familiare in quanto riguarda la salute del singolo bambino su cui vige la responsabilità del genitore.
In questo trambusto di pareri medici, conflitti di competenza tra stato e genitore, linee di partito e dubbi di associazioni di vario tipo, ci sono anche le testimonianze. Come quella di una madre della Zona del Cuoio che ha postato lo scorso 20 maggio su facebook un video in cui filma casualmente la figlia mentre smette di parlare e si accascia su un lato.
Nel post da donna racconta l'episodio accaduto più di un anno fa, nel marzo 2016: entrambe le sue figlie, gemelle, erano state vaccinate contro la meningite 5 giorni prima del video. La donna racconta che entrambe hanno evidenziato forti eruzioni cutanee nei giorni successivi, poi il malore di una delle due e la corsa in ospedale.
A seguito del ricovero i dottori hanno escluso si trattasse di una conseguenza del vaccino, ma senza chiarire fino in fondo cosa avesse causato l'episodio. Inizialmente si era pensato ad un tumore, ma gli accertamenti esclusero la terribile possibilità. Il referto rilasciato parlava invece di crisi epilettica: i dottori prescrissero quindi un iter di 5 anni di day Hospital e medicine da seguire.
La donna, però, ha ricorso a cure alternative specifiche per reazioni contro il vaccino e, dopo più di un anno, le due bambine starebbero bene. L'idea di vedersi negata la possibilità di iscrivere le piccole a scuola, però, riaccende l'incubo, ponendo la madre nella paradossale decisione di scegliere tra mettere nuovamente a rischio la figlia o negargli l'accesso scolastico.
"L'idea di dover vaccinare le mie bambine dopo quello che mi è accaduto è terribile. È assurdo - spiega la donna - che si debba precludere il diritto all'istruzione a una bambina che prendendo il vaccino è stata male. Questo è un dato di fatto, quello che voglio non è demonizzare i vaccini, ma aprire un discussione più ponderata. C'è bisogno di creare un protocollo per capire se il bambino può o meno prendere il vaccino, perché non tutti i corpi sono uguali. Vorrei solo chiedere al Ministro Lorenzin se è giusto concedermi solo due alternative: smettere di mandare mia figlia a scuola o sottoporla nuovamente al rischio"
Riportiamo di seguito il post pubblicato. gonews.it specifica che non si tratta di un parere medico, ma di un'esperienza di una madre preoccupata per gli strani episodi clinici della figlia. Per rigore di cronaca specifichiamo anche che alle bambine fu sottoposta una doppia vaccinazione nello stesso giorno (la madre racconta anche di non essere stata informata su una delle due iniezioni) e a pochi giorni di distanza da una cura antibiotica. Questo potrebbe aver inciso sulla salute fisica delle piccole.
L'obiettivo della donna non è quello di puntare il dito contro i vaccini, ma di aprire una discussione su una norma che, ricordiamo, è stata presentata dal Governo come 'decreto legge': in pratica l'obbligo è entrato immediatamente in vigore e il Governo dovrà sottoporlo a Senato e Parlamento solo in un secondo momento (la conversione in legge non deve superare i 60 giorni), ma in regime 'semplificato' rispetto al normale iter legislativo. Questo significa che la legge, almeno per il momento, vive nel paradosso di non essere stata sottoposta alla discussione delle Camere, ma di essere nonostante ciò al centro di moltissime discussioni 'extraparlamentari' tra favorevoli e contrari.
La donna ha raccontato che dopo la pubblicazione del post ha ricevuto centinaia di segnalazioni di madri con casi di reazione avversa al vaccino e chiede che il Governo apra una più ampia discussione sul tema.
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