"Egregio Presidente Gentiloni,
Le scriviamo a nome di circa 700 genitori toscani, che si sono costituiti in un comitato denominato C.Li.Va. (Comitato per la Libertà di scelta Vaccinale) in occasione dell’approvazione da parte della Giunta Regionale Toscana della proposta di legge volta all'imposizione dell'obbligo vaccinale per l'iscrizione agli asili nido ed alla scuola materna. Al fine di contrastare l'approvazione di questa legge, abbiamo chiesto ed ottenuto di poter incontrare i membri del Consiglio Regionale ed abbiamo potuto instaurare un rispettoso dialogo che ci ha consentito di esporre e motivare le nostre perplessità, trovando sotto certi profili anche una condivisa accoglienza.
Vorremmo precisare che le nostre perplessità non riguardano i vaccini di per sè, che costituiscono certamente un importante strumento di prevenzione delle malattie (molti di noi hanno vaccinato i propri figli), ma la loro imposizione quale requisito per l'accesso alla scuola. Imposizione a nostro avviso ingiustificata e dagli effetti esclusivamente discriminatori.
Mentre l'iter della legge regionale vira a concludere, è arrivata in questi giorni la notizia che il Governo si appresta a discutere un decreto legge che sancisca l'obbligatorietà vaccinale ai fini dell'accesso alla scuola dell'obbligo. Tale iniziativa legislativa ci appare come un gravissimo atto coercitivo: la promozione delle vaccinazioni - proprio perché si incentra sul tema della salute individuale e collettiva - dovrebbe essere improntata al dialogo tra le varie parti in causa, ad una seria indagine sulle ragioni che possono spingere una parte marginale della popolazione a non vaccinare e/o vaccinare solo parzialmente ed alla elaborazione di strategie comunicative ed informative volte a consentire una adesione spontanea alle vaccinazioni stesse in perfetta linea con quanto previsto dallo stesso PNV.
Non può ignorarsi che l’Agenzia Italiana del Farmaco dal 2013 non pubblica più i risultati della farmacovigilanza. Tale fondamentale strumento di controllo é indispensabile per valutare sicurezza ed efficacia delle vaccinazioni e ci sembra doveroso che il Ministro della Salute si occupi di questa grave carenza, mettendo a disposizione dei genitori dati certi e trasparenti, che consentano loro di compiere con serenità le scelte riguardo alla salute dei propri figli, piuttosto che scegliere di ricorrere all'obbligo per affrontare il fenomeno dell'esitazione vaccinale. Inoltre nella maggior parte dei Paesi europei non solo non sono previsti obblighi vaccinali per accedere alle scuole o alle comunità infantili, ma non si prevedono obblighi vaccinali tout court.
É proprio dei giorni scorsi la notizia che il Parlamento svedese ha rigettato la proposta di legge per l'introduzione della obbligatorietà vaccinale con un consenso altissimo da parte dei propri cittadini affermando che "ogni cittadino è protetto contro ogni violazione fisica, non deve essere discriminato e deve essere uguale davanti alla legge ed i trattamenti medici devono basarsi sulla scelta volontaria".
Eppure in Svezia come negli altri Paesi comunitari in cui non esistono obblighi, la copertura vaccinale è molto elevata perché l’adesione spontanea della popolazione é altissima. Perchè non ispirarsi al loro esempio? Perché introdurre un provvedimento che di fatto pone i diritti costituzionali della salute e dell'istruzione in un contrasto incomprensibile e inconciliabile, in assenza di qualsiasi reale pericolo per la salute pubblica di qualsiasi reale epidemia (come ci conferma proprio l'ISS)? In un momento come quello attuale, di sostanziale assenza di rischio epidemiologico contingente per le malattie per le quali si vaccina con obbligo di legge (poliomielite, difterite, tetano ed epatite b), ed in assenza di reali epidemie per le altre, la garanzia alla completa integrazione sociale del bambino studente rappresenta un atto di grande civiltà, e testimonia il raggiungimento di un elevato livello qualitativo di convivenza civile, nonché di rispetto per le scelte individuali in materia di salute.
Nel 1998 il Ministro dell’istruzione, anche grazie alla lungimiranza e alla coscienza dei dirigenti scolastici dell’epoca, ha contribuito ad approvare a livello nazionale il DPR 355 del 26/01/1999, abbattendo gli ostacoli che impedivano ai bambini non vaccinati la regolare frequenza a tutti i gradi della scuola dell’obbligo e l’ammissione agli esami di Stato. Non si ravvisano ad oggi motivi di allarme sanitario che giustifichino la messa in discussione di tale illuminata impostazione. Osserviamo inoltre che impedire l’accesso a scuola a quei bambini che, per scelta dei genitori, non hanno assolto all’obbligo vaccinale, rappresenta un atto discriminatorio, in netto contrasto con l’articolo 32 della Costituzione, con i diritti sanciti dalla Convenzione di Oviedo e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, il tutto, lo ripetiamo ancora una volta, in assenza di epidemie o di emergenze sanitarie.
Per tutti questi motivi, le chiediamo un fermo ripensamento sulla modalità procedurale proposta dal Ministro, e l'avviamento eventuale della procedura consolidata di approvazione di un provvedimento legislativo così importante, che preveda l'audizione di associazioni, portatori di interesse della società civile, e cittadini, e un doveroso approfondimento del tema, che veda confrontarsi esperti indipendenti delle numerose materie coinvolte. La preghiamo di esercitare la propria moral suasion affinchè, su questo tema tanto delicato, si possa addivenire ad un dialogo pacato e costruttivo, che porti a soluzioni mature e praticabili, nel rispetto dei diritti individuali e collettivi.
Per quanto sopra esposto formuliamo sin da adesso richiesta di essere auditi".
CLiVa – Comitato per la libertà di scelta vaccinale