Palio di Fucecchio: Porta Raimonda, l'obiettivo di far tornare il cencio 'in su fossi'

I colori di Porta Raimonda

Prosegue lo speciale di gonews.it sul Palio delle Contrade di Fucecchio: un po' di curiosità su Porta Raimonda


Il Corso di chi è? Questa è la domanda che si fecero negli anni Ottanta i creatori del Palio di Fucecchio al momento di designare i confini. Porta Bernarda o Porta Raimonda? Alla fine l'amore vinse sull'odio e si decise di dividere l'arteria principale di Fucecchio in due parti, una rossonera e una giallazzurra. Nessuno la prese bene ma ancora oggi Raimonda rivendica con orgoglio la sua presenza 'in su fossi', visto che anticamente la parte sotto il colle di Fucecchio era piena di canali.

Oggi Porta Raimonda - chiamata comunemente anche Raimonda - è una delle contrade più attive, come molte altre fa dello stare assieme e dell'attenzione verso i giovani uno dei punti principali del credo contradaiolo. La contrada confina con l'odiata rivale Bernarda e proprio quel confine non è andato giù a nessuno. La sede, in via Umberto Giordano, pullula di persone di ogni sesso o età, e ogni tanto tira fuori eventi collaterali molto seguiti. La Festa Brasiliana, per dirne una, o la Contesa del Branca, un Palio nel Palio a cui partecipano i raimondini che montano i ciuchi a pelo.

Geograficamente occupa la parte che da piazza La Vergine si estende a est e nord-est, fino ad arrivare al confine con Cerreto Guidi. Ha vissuto il suo massimo splendore in quanto a vittore negli anni Novanta, nel 1993, nel 1996 e nel 1999 portò a casa l'ambitissimo cencio, ma ormai è a digiuno da un bel po'.

Porta Raimonda: l'araldica e la storia

Ogni tanto capita di sentire qualche scaramuccia tra i contradaioli di Raimonda e di Bernarda. Chi vuole andare veramente in profondità ricorda le origini della contrada opposta, e in questo caso sono i raimondini a rinfacciare un'origine non meglio precisata ai rivali: se i rossoneri infatti devono il nome Bernarda a un Bernardo la cui esistenza non è ancora provata, i gialloblu "discendono" etimologicamente da un personaggio storico ben definito, Raimondo da Cardona, generale aragonese delle truppe guelfe che agì a Firenze nel XVI secolo per favorire il ritorno dei Medici.

Raimondo dette il nome all'antica porta che sorgeva in cima all'attuale via omonima, alle porte del centro storico. La soglia è stata ritrovata nel 1976 ed è ubicata in piazza La Vergine ormai da più di venticinque anni, ovverosia dal 1991. Il monumento per eccellenza dei raimondini però è il convento e la chiesa della Vergine. Costruito nel XV secolo, ha ospitato i Frati Francescani per anni e anni e adesso è divenuto monastero per i padri missionari Identes. Tanti boyscout negli ultimi tempi sono passati da Fucecchio e dal convento, del quale portano un gran ricordo.

I colori di Porta Raimonda sono giallo e blu e si riconoscono ampiamente nello stemma, il cui sfondo azzurro presenta una banda gialla in diagonale e l'effigie della branca di leone sempre in azzurro. Anni fa suscitò polemiche l'uscita di un membro del cda secondo cui quei colori non erano medievali ma solamente belli scenograficamente. Nacque un dibattito che vide la contrada ferita nell'orgoglio, tanto che l'allora presidente Luca Ferri pronunciò una frase sibillina: "Offendere i colori di una contrada è come offendere l’identità della stessa, e tutti coloro che ci credono e si identificano in essi".

Porta Raimonda: 2007, in amore e nel Palio tutto è concesso

La corsa di Franco Casu verso i contradaioli gialloblu ad alcuni può ricordare una fuga a gambe levate, ad altri però porta alla mente quella di Fabio Grosso dopo il gol alla Germania: uno scatto di gioia e di felicità immani. Probabile che sia un mix di entrambe le cose, ma sta di fatto che il 20 maggio 2007 la rivalità tra Raimonda e Bernarda tocca il suo punto più alto.

Perché corre Franco Casu e perché lo fa proprio verso i raimondini? Semplice, è il fantino di Porta Raimonda e ha appena commesso quella che il regolamento chiama "scorrettezza" ma secondo i gialloblu è qualcosa simile alla Mano de Dios, per continuare con le similitudini calcistiche. Un gesto non propriamente bello, ma clamorosamente utile: Casu ha danneggiato Gianluca Fais, il favorito numero uno del Palio e acerrimo rivale rossonero. Lo ha letteralmente gettato a terra, poi dopo è corso via, prima dai contradaioli e poi lontano dalla Buca di Sant'Andrea.

Tutto questo succede nella prima batteria, una delle più ardue nella storia recente del Palio. Il mossiere Bircolotti in mattinata lo aveva previsto: "Sarà una giornataccia". A dire il vero, a parte la vicenda Casu-Fais non ci sarà altro da temere ma quello screzio rimarrà nella storia. Raimonda esulta per aver fatto perdere la corsa ai cugini, in pochi tra i contradaioli si accorgono che San Pierino ha fatto il primo tris. Poco importa, la gioia di aver vinto il Palio senza prendere il cencio è troppo grande. Tre mesi dopo arriverà la sentenza: sette Palii di squalifica per Casu.

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