La Camera approva all’unanimità la mozione sulla robotica e sull’intelligenza artificiale e Maria Chiara Carrozza, onorevole e docente di biorobotica alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, esprime la sua soddisfazione e coglie questa occasione per sottolineare come adesso sia necessario iniziare a definire strumenti di welfare che coniughino medicina e assistenza alle persone con le nuove tecnologie e con le opportunità che presentano e che la tassa sui robot è “demagogia e uno strumento autolesionistico”, da cui non deriveranno sviluppo e innovazione. Piuttosto, anticipa Maria Chiara Carrozza, è necessario iniziare a definire strumenti di welfare che coniughino medicina e assistenza alle persone con le nuove tecnologie e con le opportunità che presentano.
“Abbiamo tracciato un percorso importante, partito dalla Camera dei deputati, dimostrando che il parlamento può anticipare i problemi, piuttosto che inseguire soltanto le emergenze”, commenta Maria Chiara Carrozza al termine dell’approvazione all’unanimità in aula alla Camera della mozione Rosato e delle altre mozioni presentate dai vari gruppi politici sul tema della robotica e dell’intelligenza artificiale e della sua relazione con la ricerca e con l’innovazione industriale in un settore strategico per il paese.
“Il governo – aggiunge - si è impegnato a definire una strategia sostenibile, con un approccio interministeriale, che affronti con una visione globale e sostenibile il tema della robotica e del lavoro, per garantire un impatto sostenibile ed equo, con un investimento adeguato in formazione e ricerca, visto che l’Italia è un paese manifatturiero esportatore di robotica e bisogna rifuggire dalla demagogia della tassa sui robot, che non rappresenta uno strumento efficace ma piuttosto autolesionistico.
Adesso quali strade si aprono e quali sono le sfide con cui l’Italia deve fare i conti? “La formazione permanente del personale –risponde Maria Chiara Carrozza - la sicurezza nei luoghi di lavoro anche con i nuovi strumenti di robotica collaborativa e lo studio dei problemi assicurativi, giuridici ed etici connessi con l’ingresso dei robot nella società. Ma la quarta rivoluzione industriale avrà un impatto molto più ampio –spiega - trasformando la medicina, l’assistenza personale e richiedendo appropriati strumenti di welfare che tengano conto dei mutamenti in corso.
“Uno degli aspetti cruciali legati all'impatto della quarta rivoluzione industriale – aveva sottolineato Maria Chiara Carrozza in aula - è il rapporto fra tecnologia e lavoro, perché molti studi disponibili hanno messo in guardia le istituzioni, i governi, l'opinione pubblica, sul numero di posti di lavoro che saranno cancellati o modificati in conseguenza dell'adozione delle macchine intelligenti, della robotica e degli algoritmi di apprendimento nei sistemi di produzione di beni e servizi. Rispetto alle precedenti rivoluzioni industriali, quella attuale potrà avere un impatto potenziale ancora più forte, perché attraverso le macchine intelligenti sarà possibile realizzare attività lavorative al posto di soggetti umani, non solo per quanto riguarda la forza fisica, i mestieri ripetitivi e usuranti, ma anche attività ad alto valore cognitivo che possono essere in grado di rendere accessibile l'intelligenza e l'esperienza percettiva. Se da una parte studi allarmistici hanno messo in guardia sulla fine del lavoro e sulla seconda rivoluzione delle macchine, dall'altra sappiamo che uno studio recente della International Federation of Robotics, uscito proprio adesso, ha analizzato lo stato dell'arte e gli studi sul tema e ha indicato molto chiaramente che la robotica sostituisce lo sforzo fisico e non il lavoro, e soltanto il 10 per cento dei mestieri è rimpiazzabile in toto. Al contrario, la robotica e l'automazione aumentano la produttività delle imprese e la loro competitività”.