Rapporto legislazione: le valutazioni dei giuristi  


“Leggere e scrivere bene le leggi, dal punto di vista formale e sostanziale, è un atto dovuto nei confronti della comunità ed è il fondamento del corretto rapporto democratico tra il decisore pubblico e i destinatari di quella decisione”. Lo ha sottolineato Gemma Pastore, dirigente del settore Assistenza giuridica e legislativa del Consiglio regionale, illustrando in modo sintetico i contenuti del rapporto. “Questa non è un’occasione di autocelebrazione, di cui nessuno ha bisogno, ma un momento di confronto sui processi decisionali delle istituzioni regionali” ha aggiunto, sottolineando la necessità di ripensare ruolo e funzioni regionali, perché “non si possono pensare grandi riforme, grandi interventi legislativi senza la sinergia tra Stato e Regioni”.

In questo quadro assume particolare rilevanza l’attività svolta per l’attuazione della riforma Del Rio. “Nel 2016 sono state emanate diciannove leggi regionali – ha rilevato Pastore – Gli articoli interessati sono stati esattamente la metà di tutta la produzione legislativa del 2016. Se teniamo conto della legge 22/2015 e della legge approvata quest’anno, possiamo affermare di avere virtuosamente partecipato alla costruzione di questa riforma con 24 leggi”.

A suo parere la Toscana ha così cambiato il proprio assetto istituzionale, passando coraggiosamente da ente di indirizzo e programmazione ad ente anche di gestione, nel tentativo di razionalizzare i servizi erogati alla comunità.

Un punto di criticità sollevato dalla dirigente regionale è la mancata partecipazione della Toscana alla formazione degli atti europei perché priva degli strumenti procedurali e legislativi necessari, adottati da quasi tutte le altre Regioni.

Un altro è costituito dai tempi eccessivamente ristretti disponibili per l’istruttoria legislativa. La proposta di Testo unico del sistema turistico regionale, di ben 162 articoli, è stata ad esempio assegnata alla commissione consiliare competente a metà ottobre 2016, poco prima della sessione di bilancio, ed è stata approvata due mesi dopo nel dicembre 2016, al termine di cinque sedute di commissione nell’arco di venti giorni. Le schede di legittimità riempivano diciannove pagine di osservazioni su questioni complesse come la disciplina delle locazioni turistiche. Tutto questo contribuisce alla volatilità di alcune leggi toscane, particolarmente instabili, sulle quali si interviene più volte nelle stesso anno. Ciò pone in generale l’esigenza di un loro consolidamento, prima ancora dell’introduzione di testi unici. “Tutte le schede di legittimità presentano osservazioni sulla inadeguatezza del preambolo - ha concluso la sua serie di rilievi critici la dirigente regionale – I ‘visto’ sono molto più numerosi dei ‘considerato’, a dimostrazione della mancanza di comunicazione delle motivazioni a base della decisione politica rispetto alla esplicitazione della loro base giuridica”.

Alla presentazione delle linee principali del rapporto sono seguiti gli interventi degli studiosi. “La disciplina sulla qualità delle leggi ha una lunga tradizione nella nostra Regione. Per esempio l’articolo 44 dello Statuto su cui poggiano le leggi successive – ha ricordato Carlo Fusaro dell’università di Firenze –: si comincia a riflettere su questi temi alla fine degli anni Settanta ed ai primi anni Ottanta. Allora non esisteva nella legislazione statale l’obbligo di rubrica, neppure i commi numerati”. In questo quadro, a suo parere, il presidente del Consiglio regionale dovrebbe forse utilizzare più spesso il suo potere di dichiarare l’improcedibilità del progetto di legge nel caso di non rispetto delle buone regole legislative. Fusaro ha infine sottolineato l’importanza del controllo e della vigilanza ex post, come pure l’esigenza di dotare l’assemblea legislativa delle risorse umane e materiali necessarie a questo fine.

Il professor Giovanni Tarli Barbieri, sempre dell’università fiorentina, si è soffermato su alcune peculiarità dell’assemblea legislativa toscana, ad esempio avere il più basso numero di gruppi e di commissioni consiliari permanenti, una tradizione istituzionale fuori dal comune. Sono elementi, a suo giudizio, che producono precisi effetti sull’attività consiliare, ad esempio sull’alto numero di atti di indirizzo e di atti di controllo, cui si aggiungono molti atti amministrativi. “Mi chiedo se dalla Toscana non possa venire qualche segnale importante per la riscoperta della Regione come centro propulsivo di democrazia a livello locale, così come la pensarono i costituenti – ha concluso Tarli Barbieri – L’assemblea legislativa dimostra di sapere approvare, senza scorciatoie, dieci leggi su ottanta che sono composte da più di cinquanta articoli. E’ un Consiglio forte, che lavora”.

Fonte: Toscana Consiglio regionale

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