Palio di Fucecchio: Massarella, piccola ma forte

(foto Jonida Mansaku per gonews.it)

Prosegue lo speciale di gonews.it sul Palio delle Contrade di Fucecchio: un po' di curiosità su Massarella


Sembra una banalità, ma ripeterlo aiuta a capire anche lo spirito di fratellanza alla base del Palio di Fucecchio: nei piccoli paesi l'orgoglio è più alto, l'attaccamento forse si sente di più. Ne sanno qualcosa Massarella, provare per credere. Nella frazione più a nord - e la più lontana dalla Buca del Palio tra quelle in gara - si è sviluppato da sempre un senso di appartenenza, fin da prima del primo Palio nel 1981. Il perché è presto detto, la comunità è nata prima della contrada e questo ha aiutato una fortissima integrazione.

Spesso si parla di 'vita di paese' senza curarsene troppo: a Massarella la vita di paese è tutto, frequentare la contrada o fare gruppo con i propri concittadini è quasi istinto naturale. Se in altre contrade l'appartenza è stata dettata solo dai confini stabiliti appositamente per il Palio, in posti come Massarella l'identità storico-culturale è perfettamente radicata. E se il motto è "Piccola ma forte", un motivo ci sarà.

Per avere un assaggio di cosa voglia dire esattamente essere massigiani, non esistono parole migliori di quelle dei massigiani stessi: "La Contrada non fa distinzioni politiche, religiose o razziali ed è ispirata ai nobili principi della Fratellanza, dell’Uguaglianza e della Giustizia, è sostenuta dall’entusiasmo e dal volontariato che caratterizzano da sempre i suoi componenti". Ultima piccola istruzione per l'uso: se volete fare arrabbiare un contradaiolo rosazzurro allora parlategli bene di Torre...

Massarella: l'araldica e la storia

Uno dei motivi per cui Massarella e Torre si odiano è la loro collocazione, entrambe infatti si trovano sui colli delle Cerbaie poco a nord di Fucecchio. Il primo insediamento di Massarella sembra avere origini greche e risale al 998, quando rientrava tra i terreni del Vescovo di Pistoia. All'epoca era conosciuta con il nome di Massa Piscatoria e attraversò epoche molto buie: da grande centro di attività palustri passò a essere oggetto di contese tra Guelfi e Ghibellini, poi venne quasi distrutta e spopolata da un attacco di Lucca e di Castruccio Castracani fino a tornare in auge nel 1540 grazie alla famiglia Lampaggi.

Nel XX secolo a Massarella si è registrata una delle pagine più sanguinose della storia fucecchiese e toscana. Il 23 agosto 1944 vennero uccise a Massarella sette delle centosettanta vittime dell'Eccidio del Padule di Fucecchio, una ferita ancora aperta per molti abitanti della frazione. Attorno alla pieve di Santa Maria - la Madonna è il patrono di Massarella e si celebra l'8 settembre - la comunità ha ritrovato lo spirito di stare assieme e ancora oggi organizza eventi celebrati in tutta la regione. Celeberrima è la Sagra della Zuppa in estate, divenuta punto di riferimento per la musica contemporanea, ma anche il Palio coi Barchini e la Processione della Madonna in Barca sono rinomati.

Lo stemma è rosa e azzurro e la pesca - attività principe in Padule - è protagonista: lo scudo ha sfondo azzurro e sono presenti due delfini a testa in giù. Nella sua storia ha vinto cinque Palii e, assieme a Querciola, tallona Porta Bernarda al secondo posto nel palmares. L'ultima vittoria è del 2016, un successo a suo modo storico.

Massarella: 2016, il Palio più lungo

Nel 2016 Massarella vince prima di entrare in Buca. L'anno prima Torre ha "disturbato" il fantino Giuseppe Zedde e ha fatto arrivare ultima la contrada favorita. I torrigiani hanno pagato le conseguenze e per il 2016 non gareggiano. Massarella gode, anche perché la sorte le ha regalato Matato, un cavallo che secondo molti è tra i migliori. Ancora nessuno sa che il Palio del 2016 sarà il più lungo di tutti.

Le prime batterie, nonostante qualche sussulto, dovrebbero andare via tranquille. La Buca del Palio ribolle di entusiasmo e gli occhi sono tutti su Torre, non corre ma mette appresione. Che faranno i contradaioli? Ci sarà un'azione di disturbo? Niente di tutto questo, solo ammirevole fair play. Il mossiere Milone suda sotto il solleone fino a quando non si aprono le danze, e allora sono guai.

Si fa male Djib, cavallo di Raimonda. Cade e desta preoccupazione, la Buca cala in un silenzio cinematografico. per fortuna il cavallo si riprende dopo le cure ma ormai si è perso tempo. Contribuisce a farne perdere ancora Alberto Ricceri detto Salasso, il fantino di Samo non rientra tra i canapi e gli occorrono quarantacinque minuti per partire. Le fine e le controfinte dilatano i tempi, Milone perde litri di sudore e i ritmi sono sì cinematofrafici, ma come quei film russi che non finiscono mai.

Quando si deve correre la finale, dopo le 20, il sindaco Alessio Spinelli scende in campo e chiama il rinvio. Troppa poca luce, si corre il giorno dopo alle 18. Non era mai successo ma, in fin dei conti, è meglio così: la visibilità è calata molto e coi tempi del pomeriggio si rischia di finire con il buio pesto. I rischi sono troppo alti. Il giorno dopo Massarella è ancora in forma e si prende il primo Palio spalmato su due giorni. Giuseppe Zedde batte tutti e porta in alto i rosazzurri. Un anno dopo la diatriba con Torre, i massigiani si godono la vittoria più dolce.

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