Scaletti (La Firenze viva): "Setta di Stato: la censura della Regione e il silenzio di Nardella"

Cristina Scaletti

Rispetto alla mancata presa di posizione (e di distanza) circa la decisione della Regione Toscana di escludere il libro “Setta di Stato” di Duccio Tronci e Francesco Pini dallo spazio dedicato alla nostra Regione nel contesto del Salone del libro di Torino, l'assessore Giachi ha perso oggi una grande opportunità: quella di dire che quella esclusione è una vergogna.
È una vergogna perché da una parte il presidente della Regione Toscana afferma che nella edizione di questo anno del Salone del Libro la cultura supera chiusure, pregiudizi e razzismi e dall’altra  si censura un libro che documenta una delle vicende più vergognose di questa nostra regione.
È una vergogna perché dire che si esclude un libro perché non valorizza una regione è un'offesa alla cultura e alla storia, nonché un insulto alle vittime degli abusi e dei maltrattamenti.
E’ una vergogna perché se proprio chi si occupa di cultura decide di evitare gli argomenti o i libri scomodi viene da chiedersi se non ci sia una contraddizione inaccettabile in tutto questo.
Ed infine è una vergogna perché se la politica condiziona la cultura è esaurito il senso profondo della cultura stessa.
Mi sarebbe piaciuto ascoltare il sindaco della mia città rivendicare che non ci sono libri scomodi per argomenti o contesti o temi ma che la cultura si nutre anche se riconosce gli errori e gli orrori. E che questo prescinde necessariamente dal fatto che tali errori siano stati commessi da una parte politica o da un'altra. Essere dalla parte giusta della storia. Sempre. Rinnegando tempi bui, quando c'era chi verificava cosa far sapere e cosa no, il controllo della cultura, delle pubblicazioni, degli autori e dei libri che dovevano essere epurati dalle biblioteche. Regimi di destra o di sinistra che applicavano la censura per non far sapere, per controllare, per rendere discrezionale l'universalità della cultura.
Invece no e spiace aver udito dall'assessore Giachi che il libro "può essere stato giudicato a buon diritto non adatto a quel contesto pur condividendo la rilevanza del tema  trattato oppure che perché proprio il fatto che tratta un tema così spinoso e delicato(...) questo non rende automaticamente quel libro rappresentativo dell'editoria toscana."
C'era bisogno di un secco no a questo gesto incomprensibile da parte della Regione Toscana, di un intervento netto di presa di distanza.
La Toscana è una regione meravigliosa piena di elementi di grande bellezza, ma è anche purtroppo, innegabilmente, la Regione del Forteto. Certo non la valorizza. Ma silenziare la voce di chi racconta lo strazio di chi ha subito quegli orrori non onora la nostra storia. Una storia di cultura e di libertà che oggi è più sbiadita".

Fonte: Comune di Firenze - Ufficio Stampa

Tutte le notizie di Firenze

<< Indietro
torna a inizio pagina