
Sigilli a un centro massaggi di Firenze trasformato in una casa a luci rosse. Il gestore, un 23enne cinese, è stato arrestato dalla guardia di finanza in esecuzione di una misura di custodia cautelare in carcere. Dalle indagini è emerso che nei locali della struttura vivevano e si prostituivano ragazze cinesi, anche minorenni, che incontravano clienti per 12 o 13 ore al giorno, trattenendo per loro circa la metà degli incassi. Durante controlli di natura fiscale eseguiti nei mesi scontri nel centro massaggi, nella zona di via Pratese, i finanzieri si sono insospettiti dopo aver identificato tre ragazze cinesi, di cui una minorenne, trovate vestite della sola biancheria intima. In un tablet sono state trovate le conversazioni via chat che il gestore 23enne teneva coi clienti, con tanto di tariffario delle varie prestazioni. Nei locali, che avrebbero dovuto essere adibiti a sale per i massaggi, sono stati sequestrati contraccettivi, pillole del giorno dopo, ricevute di pagamento delle inserzioni a luci rosse fatte sui siti internet. Il centro massaggi era usato anche come abitazione sia del gestore che dalle ragazze, ed era dotato di stanze con materassi, armadi per i vestiti, vasche da bagno e cucina. Gli accertamenti della guardia di finanza proseguiranno per ricostruire il reale volume d'affari del centro, in modo da tassare i redditi nascosti al fisco.
IL COMUNICATO COMPLETO
I Finanzieri del Gruppo di Firenze, nella giornata di ieri, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e di sequestro preventivo emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari presso il Tribunale di Firenze - dott. Matteo Zanobini -, su richiesta della locale Procura della Repubblica, diretta dal dott. Giuseppe Creazzo, nei confronti di un giovane cittadino di origine cinese (23enne), gestore di un “centro massaggi” ubicato a Firenze, nei pressi di Via Pratese, ma che - dagli approfondimenti ispettivi eseguiti anche di natura economico-finanziaria - era emerso che era stato adibito - di fatto - a luogo ove la clientela poteva ricevere prestazioni sessuali.
L’attività di servizio era scaturita dagli esiti di alcuni controlli tributari eseguiti dalle Fiamme Gialle per verificare la regolarità dell’emissione di scontrini e ricevute fiscali nonché il rispetto della normativa in materia di lavoro nei confronti, tra gli altri, di diverse attività di “centri massaggi” gestite da cittadini di etnia cinese.
Durante uno di questi controlli, all’interno di uno dei locali ispezionati, sono state identificate 3 donne (sempre di etnia cinese), di cui una minorenne, trovate in abiti intimi succinti. A seguito di più approfondite ricerche, venivano rinvenuti anche altri elementi probatori che connotavano l’attività di meretricio, quali anti contraccettivi, pillole “del giorno dopo”, ricevute di pagamento delle inserzioni su vari siti internet, relative alla stessa attività, e un tablet contenente le conversazioni via chat con i molteplici clienti del centro, con tanto di relativo tariffario delle prestazioni.
Le attività investigative, svolte sia nelle immediatezze del controllo che nei giorni successivi, sotto il coordinamento del Sost. Proc., Dott. Vito Bertoni, consentivano di ricostruire la sistematica attività di sfruttamento della prostituzione, anche minorile, organizzata “professionalmente” dal giovane cinese, il quale gestiva il lavoro delle ragazze, impiegate anche 12 o 13 ore al giorno, trattenendo la metà dei compensi ricevuti dai clienti.
Il centro massaggi era anche utilizzato come vera e propria abitazione, sia per le ragazze che per il gestore del centro, essendo dotato di singole stanze con materassi, vasche da bagno, armadi per gli indumenti e una cucina.
Alla luce degli elementi raccolti, il GIP presso il Tribunale di Firenze, accogliendo la richiesta di misure coercitive formulata dal P.M. inquirente, ha quindi disposto la misura cautelare della custodia in carcere per il giovane cinese e il contestuale sequestro preventivo dei locali del falso centro massaggi.
Le attività delle Fiamme Gialle proseguiranno al fine di ricostruire il reale volume d’affari, sottoponendo così a tassazione i proventi derivanti da tale attività illecita.
Fonte: Guardia di Finanza Comando Provinciale Firenze
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