Enrico Rossi al Primo Maggio di Empoli: "Offerta di Legacoop per Cartotecnica abbia valutazione corretta"

Enrico Rossi dal palco del Primo Maggio di Empoli (foto da Facebook)

Il presidente Enrico Rossi era presente al corteo del Primo Maggio di Empoli, ecco le parole dal suo comizio, in primis rivolte ai lavoratori della Cartotecnica Maestrelli dove andrà per il pranzo proprio oggi.

"Se il Primo Maggio aiuta a risolvere la questione della Cartotecnica, è già un Primo Maggio riuscito. C'è uno sciopero bianco da marzo, in un'azienda che avrebbe ancora un pacchettto di clienti e di ordini. I lavoratori hanno fatto bene. C'è qualche spiraglio grazie all'intervento della Legacoop. C'è anche una Lega che interviene ed è solidale con i lavoratori, vengano anche in Toscana a parlare delle leghe e a capire cosa sono. Mi auguro che l'offerta che la Lega sta predisponendo abbia una valutazione seria e corretta e che lo stabilimento possa riprendere salvando il lavoro a 33 persone, a 33 famiglie".

"In Toscana, a nome della giunta regionale e dei sindaci, non c'è una crisi dove le istituzioni non siano stati presenti. È un fatto poco sottolineato in un mondo dove c'è chi vorrebbe chiudere tutto, anche i sindacati con la disintermediazione. Pensiamo che i lavoratori sarebbero più forti senza? Senza l'unità e il rapporto dei lavoratori con le loro rappresentanze sarebbero più deboli. Il fatto che ci siano nel mondo del lavoro i sindacati e le istituzioni è importante, fatemelo dire. Non solo perché noi possiamo qualche volta dare una mano a risolvere un problema, un giorno faremo anche l'elenco. Ma anche perché in questa regione i lavoratori in difficoltà non devono sentirsi soli. Vorrei che questa fosse una linea continua che non abbandoniamo. Alle volte le cose vanno male, il contraccolpo è naturale e prendi le critiche. Ma è giusto esserci e sentire i lavoratori. Ho fiducia, spero insieme ai lavoratori della Maestrelli che questo caso possa risolversi. Penso anche a Piombino, alla falegnameria di Castelfiorentino e penso a tante altre".

"Qualche anno fa, eravamo in questa piazza e la crisi era iniziata da un anno, un anno e mezzo. Sapevamo che la crisi non si sarebbe risolta in tempi brevi. La crisi significa mancanza di lavoro, soprattutto per i giovani e per i cinquantenni. Sono tanti ancora chi aspetta un lavoro. Sono raddoppiati gli iscritti in Toscana alle liste del lavoro, da 80mila a 160mila, e 80mila li abbiamo ancora lì".

"C'è questo mondo del lavoro frammentato su cui dovremo alla fine riflettere insieme per capire gradualmente come uscirne. Penso al lavoro precario di tanti giovani, che non hanno copertura tra un momento di lavoro e l'altro. Penso, anche inquesta regione, ai 500mila immigrati irregolari in tutta Italia, manodopera alla mercé della criminalità organizzata, del supersfruttamento e dell'abusivismo".

"Ho visto e apprezzato lo sforzo produttivo di tante pmi, che hanno fatto uno scatto rispetto alla crisi per essere più competitive. Sono aumentati i ritmi di lavoro, non solo sfruttamento. È un modo di reagire che è naturale in una regione di equilibrio di giustizia e di dialogo come siamo noi. Ma attenzione, se non si coinvolge il mondo di lavoro non si possono aumentare i ritmi. C'è bisogno di più investimenti, di riscoprire i diritti, di fare nuovi contratti che diano nuove speranze per l'avvenire".

"E poi la partita iva. A volte diventa una forma di autosfruttamento. "Mi metto lì, sul mercato, per vedere come va". Ma non sono denunce da centinaia di migliaia di euro, ho conoscenti e amici che sono in questa situazione. E poi vedo contratti a 4 euro e mezzo, 5 euro, 6 euro. È una realtà pesante e grave. Dobbiamo riprendere a dialogare e ad ascoltare".

"È capitato anche con gli appalti della Regione, devi ridurre i costi e ricorri all'appalto nazionale ma poi scopri che il costo del lavoro paga".

"E poi le industre delocalizzate. Dall'oggi al domani una lettera, qui si chiude. Capisco che il mercato ha le sue esigenze, ma un attimo, prima di chiudere si può, si deve discutere, si deve capire, si deve essere protagonisti del proprio destino. Qualche regola in questo senso può essere messa".

"E poi voglio parlare del lavoro in senso più grande. Sento lavoratori in una regione come questa, artigiani, piccole e medie imprese, che sentono la responsabilità di quello che fanno, che hanno difficoltà in accesso al credito, nonostante gli sforzi che abbiamo fatto. A volte sono disposti a ipotecarsi la casa per mandare avanti l'azienda".

"Oggi è il Primo Maggio, noi vogliamo riflettere su tutto questo. Vogliamo insieme ritrovare le forme e i modi per parlarne e riaprire una nuova stagione di lotte per il lavoro, per l'emancipazione, per i diritti e per la giustizia sociale. Sono temi ancora forti e caldi, fortemente sentiti".

In conclusione, un rimando 'personale' a Martin Luther King, nel suo discorso 'I have a dream'. "Io ho un sogno: che questa regione, le sue istituzioni e le sue rappresentanze mantengano le radici in questo mondo del lavoro. Lì è la nostra forza e la nostra origine, da lì bisogna ripartire per le sfide del futuro. Viva il Primo Maggio, viva i lavoratori".

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