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Forza Nuova a Certaldo, l'analisi del Pci Empolese Valdelsa

La scorribanda nera di Forza Nuova a Certaldo del 13 aprile scorso è purtroppo un segno dei tempi.

La possibilità che tutto ciò possa accadere anche in un territorio così legato storicamente a tradizioni e pratiche antifasciste e democratiche ci racconta del deterioramento sociale e culturale che attanaglia sempre più il Paese, ormai a qualsiasi latitudine.

Il revanscismo di estrema destra ritiene evidentemente che anche in zone considerate fino a ieri delle roccaforti antifasciste il terreno sia diventato più fertile. L'indignazione suscitata tra le forze sociali e politiche democratiche è sacrosanta.

È un dovere impellente tenere il territorio e scoraggiare sul nascere la velleità di riprovarci anche in altri comuni.

Ma non basta per disinnescare le pulsioni neofasciste e per depotenziare il crescente consenso di massa alle istanze xenofobe e razziste-securitarie di cui si alimentano.

Se il fenomeno immigrazione non viene assunto per quello che effettivamente è, cioè una questione dal carattere prettamente sociale e di livello internazionale, non ci sarà mai una soluzione politica adeguata e si continuerà a far passare in modo strumentale per causa quello che è invece l'effetto conseguente di politiche ben precise.

È necessaria una analisi di fondo e senza infingimenti sulle reali cause e responsabilità che determinano tuttora gli inarrestabili processi migratori.

Occorre prendere atto che il carico combinato di accresciuta miseria, distruzioni, disintegrazione di intere identità regionali che si è portato dietro alle politiche predatorie dell'Occidente verso i Paesi poveri e le guerre imperialiste succedutesi negli ultimi trent'anni in modo esponenziale, per ragioni di riposizionamento geopolitico e di controllo degli approvvigionamenti delle risorse energetiche, ha indotto ad una fuga e ad una migrazione di massa senza soluzione di continuità.

Ed è sotto gli occhi di tutti come la fase successiva, in un meccanismo di perpetuato sfruttamento, sia l'utilizzo della forza-lavoro proveniente da queste provocate ondate migratorie per incrementare le fila dell'esercito industriale di riserva ed un livello parallelo a perdere del mercato del lavoro, con punte di nuova schiavitù, nonché il fomentare strategicamente una guerra tra poveri utile alla destabilizzazione sociale interna.

L'ignobile speculazione giocata sugli impulsi xenofobi da parte delle destre reazionarie alla ricerca del consenso di massa, non può far sottacere l'insufficienza dell'approccio contrapposto che si ferma alla sola accoglienza umanitaria, chiaramente condivisibile, ma da sola totalmente inefficace a dare le risposte dovute in campo sociale.

Una contrapposizione che nel suo insieme non pone interrogativi sulle origini scatenanti del problema e non intacca i processi di sfruttamento di fondo. Anzi.

La questione va ricondotta ineluttabilmente ad una dinamica di classe e alla sua nuova composizione, per una politica di uguaglianza sociale e di alleanza tra lavoratori, per la costruzione di un nuovo blocco che unisca i vecchi e consolidati soggetti sociali a quelli che inevitabilmente irrompono nella storia per responsabilità altrui.

Partito Comunista Italiano – Sezione Empolese Valdelsa

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