Pasto da casa nelle mense scolastiche, il M5S: "È un diritto delle famiglie"

Da quando ci siamo insediati nel Consiglio Comunale, come M5S di Certaldo abbiamo sempre seguito con molto interesse l’evolversi del dibattito, anche a livello nazionale, sulla possibilità di far consumare il pasto domestico durante la mensa scolastica.

Nel Consiglio Comunale del 26 Settembre 2016 fu discussa la nostra mozione a riguardo: l' intento era quello di andare incontro alle famiglie con difficoltà economiche, e quello di riconoscere ai genitori il diritto all' educazione alimentare del proprio figlio; la mozione fu respinta dalla maggioranza, ma noi, ancora oggi, consideriamo che ci siano ampi margini di manovra per tornare sull’argomento, e cercare di dare una risposta alle critiche sollevate da molti genitori nei confronti del servizio mensa.

A tal riguardo mercoledì 5 Aprile abbiamo incontrato il Dirigente Scolastico Prof. Fiorenzo Li Volti, per  capire quali siano le potenziali criticità nell’introduzione del pasto da casa nelle scuole di Certaldo.
Il Dirigente ci ha spiegato che non c’è nessuna posizione ideologica alla base delle sue preoccupazioni, bensì un questione meramente tecnica.

Il nodo sta nella mancanza di procedure chiare, la cui emanazione è competenza delle ASL, atte ad evitare la possibilità di scambio di alimenti, e quindi potenziali contaminazioni, ma a tal proposito ci sovviene una risoluzione che è già in atto:

ad oggi i bambini che scelgono il pasto speciale, perchè presentano intolleranze alimentari, oppure per motivi religiosi, pranzano vicino a quelli con pasto standard, perciò se in questo caso non c'è rischio, anche i bambini che portano il pasto da casa potranno sedere allo stesso tavolo dei compagni di classe che usufruiscono del servizio mensa.
Questa è la nostra idea, però sarà in base alle valutazioni dell’Ufficio Scolastico Regionale e dell’ASL, trovare le soluzioni applicabili, e a detta del Dirigente Scolastico si prospetteranno due possibilità: i bambini potranno pranzare tutti assieme (soluzione ideale), oppure (soluzione che speriamo non venga applicata) verranno separati gli alunni che usufruiscono del servizio mensa da quelli che portano il pasto domestico.

Nel primo caso, come ci ha spiegato il Dirigente, non sussisterebbe alcun problema e si potrebbe facilmente applicare la nostra proposta, mentre nella seconda ipotesi, l’unica alternativa sarebbe separare gli studenti in due refettori.
Quest'ultima opzione – che il Dirigente scolastico ha considerato tecnicamente fattibile – comporta però il raddoppio del personale (insegnanti che rimangono a mensa) per garantire un adeguato controllo degli studenti, e lo stesso ci ha spiegato che non avrebbe risorse umane a sufficienza da impiegare.

Nel caso in cui venga stabilita la necessità di dividere gli studenti in due refettori, e considerata la mancanza di personale a disposizione dell’Istituto, riteniamo che l’Amministrazione potrebbe attivarsi valutando la possibilità di coinvolgere le associazioni del territorio a collaborare con la scuola per supervisionare gli alunni, offrendo in cambio il pasto gratuito ai volontari.

Qualunque siano le direttive degli organi competenti, sarà nostra priorità attivarci con la commissione consiliare competente per far sì che venga adeguato il capitolato d’appalto del servizio di refezione scolastica (che è in scadenza il prossimo giugno 2017).
Si sta delineando una situazione che avevamo previsto mesi fa, pertanto ci auguriamo che la maggioranza ritorni sui suoi passi, e condivida con tutto il Consiglio un percorso che porti ad una celere attuazione di tale diritto di scelta per i propri figli.

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