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Concia, ipotesi di intesa per il rinnovo del contratto. Mainardi e Carmignani (Cgil): "Accordo pulito"

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Un aumento salariale di 85 euro, la previdenza integrativa, novità sul sistema di relazioni industriali e non solo: questi sono alcuni dei temi al centro dell'ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto concia 2016-2019, che vede nella Zona del Cuoio poco più di cinquemila addetti interessati. A darne notizia sono Loris Mainardi e Fabio Carmignani di Cgil, dato che Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil sono state le organizzazioni sindacali che hanno stretto l'accordo con l'Unione Nazionale Industria Conciaria a Milano il 5 aprile 2017.

Prima di tutto l'intesa prevede un aumento salariale sui minimi di 85 euro da dividere in tre tranche: la prima da 35 euro dal 1 novembre 2017, la seconda di 30 euro dal  maggio 2018 e la terza di 20 euro dal 1 maggio 2019. Il montante complessivo nel triennio arriva a 1.600 euro, senza contare il fondo pensione. "Una buona notizia in un momento difficile per la concia" fanno sapere Carmignani e Mainari, i quali hanno definito questo accordo come 'pulito' dato che "non sono stati danneggiati né tantomeno toccati i diritti dei lavoratori".

Un altro fattore significativo è la previdenza integrativa, che prenderà il via da settembre e che è al centro delle trattative Cgil da quasi venti anni. Finalmente adesso gli operai potranno usufruirne: le aziende verseranno un contributo dell'1,50% all'atto dell'adesione da parte del lavoratore . Soddisfatti i sindacalisti del Cuoio: "Si tratta di un punto importantissimo, con questa modifica le persone non andranno più in pensione con pochi spiccioli ma con un assegno che si integra all'assegno pensionistico".

Nell'ambito delle relazioni industriali si compiranno passi avanti. L'Osservatorio sarà potenziato e avrà come obiettivi il codice etico - di cui in quesi mesi si fa un gran parlare nel Comprensorio - e pure la legalità della filiera produttiva. Il rischio di sparizione per alcune macchine della Zona del Cuoio è alto, quindi i sindacati vogliono evitare di strizzare la filiera e di tenere 'vive' solo poche aziende che producano per le grandi firme: "Dobbiamo tenere assieme le aziende e non fare sì che ne spariscano più di metà, lasciano in piedi una sorta di élite". L'Osservatorio inoltre faciliterà lo sviluppo della contrattazione di secondo livello: chi applicherà il contratto nazionale della conceria dovrà applicare anche gli accordi territoriali.

Non è finita qui, perché sono stati fatti passi avanti anche per i diritti e le tutele individuali. il periodo di comporto per il ricovero ospedaliero subirà dei miglioramenti e le malattie professionali saranno equiparate a infortuni. Ci saranno congedi per le donne vittime di violenza mentre aumenterà di due giorni il trattamento di paternità (anche se in questo caso va fatta richiesta con quindici giorni di preavviso). Sarà istituita la frazionabilità del congedo di trenta giorni per le adozioni internazionali, mentre quello matrimoniale sarà riconosciuto alle coppie di genere che contraggono le nozze anche all'estero.

L'intesa sarà sottoposta alle assemblee dei lavoratori per la definitiva approvazione. "Un contratto pulito, per noi è un buon rinnovo anche per quanto riguarda la parte economica. Non abbiamo ceduto nulla anche se è stato complicato" hanno fatto sapere Mainardi e Carmignani, che rimproverano un unico neo nell'intesa. L'unica nota stonata arriva dal no sull'assistenza sanitaria e quindi sull'istituzione del fondo sanitario integrativo: c'è comunque un impegno formale e si getteranno le basi per portarla nel nuovo contratto.

In chiusura Mainardi ha analizzato anche la situazione del calzaturiero, che però sembra in alto mare. La trattativa tra sindacati e Assocalzaturifici è entrata in una sorta di vicolo cieco perché dall'associazione "pretendono di decidere ferie e permessi senza bisogno della contrattazione". Come ha rilevato Mainardi, da Assocalzaturifici non fanno passi indietro e, secondo il sindacalista, il problema è a monte e riguarda il decreto 148 del 2015 nel Jobs Act. Il decreto afferma che non si possono tenere in cassa integrazione ordinaria a 0 ore più di un terzo delle ore lavorabili in un biennio e quindi, ha detto Mainardi, "come in una specie di bilanciamento, Assocalzaturifici si è impuntata su ferie e permessi. La situazione non è buona".

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