Avevano organizzato un giro di prostituzione all'interno dell'area boschiva delle cerbaie. Per questo motivo tre persone sono state arrestate per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione: si tratta di D.A., italiano di 69 anni, e della moglie H.R., albanese di 32 anni, entrambi residenti nel pistoiese, e di di D.S., albanese di 41 anni senza fissa dimora. Le ordinanze di custodia cautelare, emesse dal GIP del Tribunale di Pistoia, su richiesta della locale Procura, PM Dott. Grieco, sono state eseguite questa mattina a Montecatini Terme.
L’indagine, svolta dai carabinieri di Fucecchio, è partita nell’aprile 2016 e si è conclusa nell'ottobre successivo. I carabinieri si sono messi all'opera dopo le numerose segnalazioni dei cittadini che notavano sulle strade che attraversano i boschi delle Cerbaie una continua attività di prostituzione da parte di due/tre ragazze straniere.
La vicenda
Sembra che uno dei due uomini, a bordo di una mercedes, raggiungesse quotidianamente dal pistoiese la frazione di Galleno e facesse scendere due donne, l'albanese e la sorella di lei, poco più che maggiorenne. In pratica il denaro guadagnato grazie alle prestazioni andava interamente ai coniugi, con la moglie che gestiva il “cassetto” e spartiva il denaro per le varie esigenze.
Tra queste, ad insaputa del marito, c’era anche quella di inviare periodicamente denaro a un 'amico” albanese, il terzo arrestato, che viveva esclusivamente dei proventi della prostituzione grazie ai quali è riuscito anche a comprare un Mercedes ML del valore di circa 40.000 euro ed esportato in Albania. Il denaro veniva consegnato direttamente all’uomo, quando era in Italia, o tramite money transfer quando si recava in Albania.
Per quanto potuto ricostruire quest’ultimo aveva contatti anche con altri sfruttatori ai quali chiedeva o proponeva donne provenienti dall’Albania o da altre regioni da avviare alla prostituzione. La donna, abilmente, e senza mai farsi accorgere dal marito ha inviato, solo tramite money transfer, quasi mille euro al mese all’altro albanese, verosimilmente per un rapporto di sudditanza o per debiti pregressi nei confronti dello stesso. Con il restante denaro si occupava invece del mantenimento di tutti gli altri.
Ad un certo punto, probabilmente perché dovevano incrementare gli incassi, la donna albanese ha fatto traferire in Italia anche un’altra sorella che è stata immediatamente avviata alla prostituzione.
All’italiano viene contestato il fatto di aver accompagnato quotidianamente sul posto di lavoro le prostitute alle quali ha sempre procurato anche il cibo e i preservativi, aiutando poi la moglie nella gestione del denaro.
Per quanto riguarda l’uomo albanese, gli elementi caratterizzanti del reato di sfruttamento sono quelli di vivere esclusivamente dai proventi delle prostitute che gli venivano consegnati quasi sempre dalla sorella, su ordine della donna arrestata. Quest’ultima, più volte nel corso delle indagini, ha dato disposizioni alle sorelle per incrementare l’attività e per consegnare i soldi all’amico albanese, sfruttando la difficile condizione delle persone offese e senza tenere in considerazione né l’età delle sorelle, né il rapporto di parentela.
I due uomini sono stati quindi associati al carcere di Pistoia, mentre la donna resterà agli arresti domiciliari presso la propria abitazione.