gonews.it

Vaccinazioni obbligatorie, una madre: "Basta allarmismi. La scelta non deve derivare dalla paura"

foto d'archivio

Riceviamo e pubblichiamo una lettera di una madre che interviene nel merito della proposta di legge sulla vaccinazione obbligatoria come requsito per accedere ai servizi d'infanzia.

gonews.it ha affrontato il tema nel sondaggio di questa settimana.

La lettera

Vi scrivo da mamma... mamma di una bambina di 3 anni, parzialmente vaccinata, che quindi viene toccata personalmente da questa proposta di legge, se verrà approvata. 

Vi prego di dar voce anche a chi si ritroverà all'improvviso, e senza una motivazione vera, a dover spiegare al proprio figlio che non potrà frequentare il nido o la materna, o peggio ancora, che dovrà essere ritirato dal percorso scolastico. Ci tengo a precisare che chi non vaccina, o vaccina solo parzialmente, lo fa esclusivamente pensando al bene dei propri figli. Spesso la vaccinazione viene solo rimandata, a seguito magari di effetti avversi avvenuti con la prima dose, o a scopo cautelativo a casua di familiarità. E' importante poter tutelare, in accordo con il proprio pediatra, quei bambini che potrebbero beneficiare di una ritardata vaccinazione o di una non vaccinazione. 

Oggi purtroppo un genitore come me è disorientato da tanti allarmismi: dalla pressione che tanti mezzi di informazione riversano su di noi evidenziando che certe malattie stanno aumentando in modo pericoloso di anno in anno.  Anche senza usare la parola “epidemia”, si sta creando del panico su varicella, rosolia, parotite o morbillo, che un tempo addirittura i medici sostenevano che rafforzassero il sistema immunitario del bambino; che era meglio fossero contratte da piccoli perché in età adulta sono molto più pericolose. Io ho 33 anni, non sono passati molti anni da quando i medici sostenevano questo. 

Perché dare seguito a questi allarmismi imponendo per legge la vaccinazione? Cos’è cambiato da allora? L’imposizione non fa che alimentare il sospetto.  

Credo che la scelta delle vaccinazioni non debba derivare dalla paura. Al contrario, deve essere motivata da una scelta consapevole che a sua volta non può che provenire da una corretta informazione e da un rapporto di fiducia tra genitori e medici. 

Del resto questo è anche auspicato dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019 che, citando gli obiettivi del Piano di Azione Europeo delle Vaccinazioni 2015-2020 riporta “Gli individui comprendono il valore dei servizi di immunizzazione e dei vaccini e richiedono attivamente le vaccinazioni”; e ancora, “L’approccio da adottare non deve più essere quello coattivo, tipico degli interventi tradizionali di prevenzione, bensì proattivo, di promozione e adesione consapevole da parte del cittadino.” 

Io personalmente ho solo rimandato, la mia non è una scelta definitiva.

Non si può pensare di convincere su un tema così importante tramite la coercizione. Leggi come questa creano invece una situazione per cui da un lato il genitore si vede costretto a sottoporre ai vaccini il proprio figlio “entro una scadenza” per non vederlo escluso dalla scuola; dall’altro limitano il medico nella sua libertà di esprimere un giudizio o semplicemente una precauzione, in relazione allo stato di salute specifico del singolo bambino. Un medico DEVE poter fare queste scelte. Impedire questo è semplicemente assurdo!

Perché non puntare alla buona informazione? Coinvolgendo anche i pediatri che seguono e conoscono i bambini e che sanno che ogni bambino è un individuo e che può aver bisogno di trattamenti diversi? 

Non siamo in emergenza, il calo che si è verificato è minimo, c'è quindi il tempo di poter valutare soluzioni alternative che rafforzino la fiducia in questo strumento di prevenzione, senza ledere la libertà di scelta sulla salute dei nostri bambini che sono il nostro bene più prezioso.

Exit mobile version