Sfratti e assistenti sociali, il Comitato Inquilini racconta la storia di Yulia

foto di archivio

"È tristemente emblematica la storia che Yulia ha deciso di raccontare. Madre di due figli, si ritrova in gravi difficoltà economiche dopo la perdita del suo lavoro e di quello del marito, colpito da un ictus. Poi la procedura di sfratto. 

Cosa succede quando si rivolge al servizio sociale?

Dopo una tragica esperienza precedente col servizio sociale, che l'aveva "indotta" ad abortire un figlio "colpevolmente" concepito durante le difficolta economiche, al momento dell'esecutività dello sfratto a Yulia viene proposta come unica soluzione abitativa l'ospitalità in una struttura di emergenza che prevede la divisione del nucleo familiare: tre posti letto per lei e figli, il marito fuori. Quando arriva lo sfratto "senza preavviso", con l'applicazione dell'art.610, l'assistente sociale mette in atto un comportamento di gravità inaudita: nel giorno dell'accesso "a sorpresa" della forza pubblica alla famiglia viene proposto un appuntamento, insistendo sull'importanza della partecipazione di marito e moglie. L'obiettivo è evidentemente favorire l'esecuzione dello sfratto.

Sarebbe questo il ruolo del servizio sociale? Colpevolizzare e punire chi si trova in difficoltà, oppure garantire il rispetto dei diritti minimi degli utenti? E' normale che un'assistente sociale si preoccupi dell'esecuzione di uno sfratto - di cui ha vantaggio il proprietario di casa - invece di preoccuparsi di fornire soluzioni dignitose agli inquilini?

 Crediamo che tutto questo sia inaccettabile. Ancora di più dal momento in cui non si tratta di un caso isolato. Per questo saremo domani 2 marzo alle ore 11.30 davanti al Servizio Sociale di Piazza Elia della Costa per protestare e sostenere la denuncia di Iulia".

Comitato Inquilini Firenze

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