San Salvatore, rapina a casa Pieroni

Il municipio di Montecarlo

Stiamo lottando contro il nulla che avanza e stiamo perdendo. Non soltanto sul fronte della sicurezza ma in ogni ambito del quotidiano la nostra comunità nazionale gioca in difesa la partita del suo avvenire, capace ancora di opporre straordinari esempi di civismo, di solidarietà, di civiltà e di progresso che hanno la forma triste del sacco di sabbia posta ad argine di una marea che appare incontenibile.

Non sono abituato a giustificarmi, tanto meno a parlare alla pancia, specie quando si discute letteralmente della pelle del cittadino, di una nostra famiglia, di casa mia. Ciò che è successo a San Salvatore è un film già visto, che non volevamo rivedere ma che può ripetersi nuovamente a casa di chiunque. Un atto di bestialità e violenza a cui non si può opporre niente, né coraggio, né telecamere, né allarmi, né controlli di vicinato dinnanzi al quale si è inermi e di fronte al quale sotto alla fascia tricolore resto nudo e silente. Non posso, non voglio e non devo.

Non esiste, allora, comunicato né ufficio stampa dietro il quale possa nascondersi chi, come me, ricopre un ruolo pubblico, quello di sindaco, ovvero il ruolo più difficile ma anche il più autentico tra tutte le cariche politiche di questa Repubblica Italiana, dove esprimere la più gratuita solidarietà alla famiglia compita, sospirare il sollievo che nessuno in fondo si è fatto male, assicurare che si chiederanno maggiori controlli, lamentarsi che questo mondo così non va, rallegrarsi che le rapine ormai capitano ovunque e non solo da noi. Occorre andare oltre, ancora.

Nel mio ruolo e nei miei poteri posso da un lato farmi testimone di verità nei confronti della mia comunità, se altrove si è sordi e spesso ciechi, dicendo apertamente ai miei concittadini che stiamo perdendo la cosa più preziosa che ci appartiene di diritto, la libertà, quella di vivere e di godere con la nostra vita della nostra terra, delle vie, delle piazze, del giorno e non solo della notte.

Che siamo circondati da troppe figure che senza motivo circolano tra di noi, che siamo presi a sopravvive nel già difficile e complicato quotidiano, al solo scopo di osservare le nostre abitudini per meglio delinquere, farci del male, spingerci a chiuderci in casa, impaurirci. Che oltre il sacrifico veramente eroico del Carabinieri niente si muove per risolvere a monte un problema che sta frantumando, sempre più, il legame tra cittadino e Stato, sentito non solo lontano ed indifferente ma complice di questo stato di cose.

Dall'altro posso indicarvi, senza alcuna esitazione, la strada per ribaltare la situazione e smettere di indietreggiare fino a riprenderci in modo civile ciò che ci appartiene e che vogliamo lasciare ai nostri ragazzi. Sarà una chiamata straordinaria ad uscire letteralmente in strada per rispondere ad un momento straordinario, per rioccuparci di ciò che è affare di tutti, per scomodare e sloggiare purtroppo altrove chi intenda farci del male e non importa se saremo in molti o pochi ma solo come saremo perché rinunciare ancora, indietreggiare ancora significa rendere casa nostra terra di nessuno. Lo abbiamo fatto fino ad oggi, si tratta soltanto di farlo con ancora maggiore volontà.

Vittorio Fantozzi

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