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Apre il Consiglio regionale, applausi per Mario Luzi nell'anniversario della morte

(foto di archivio)

Il talento accanto all’attenzione, alla presenza, alla passione. Un lungo applauso dell’aula del Consiglio regionale ha accolto la commemorazione del poeta Mario Luzi, nell’anniversario della morte avvenuta dodici anni fa.

“Mario Luzi ha seguito le nostre iniziative e per la Festa della Toscana ha composto anche una poesia” ha ricordato Eugenio Giani. Nelle parole del presidente la figura di “un personaggio straordinario, profondamente legato alla Toscana e alla sua attività”. Luzi è morto a novant’anni, “lucidissimo, faceva parte della ristrettissima cerchia di coloro che erano in predicato di vincere il Nobel”.

Ricordando “Il valore dell’uomo”, Giani ha ricordato anche il protagonista di stagioni straordinarie – dalle avanguardie letterarie del ‘900 al passaggio al nuovo secolo -. E’ stato “Un uomo ponte”, una figura “austera e piena di umanità”. A una serata al Palagio di parte Guelfa a Firenze, ha ricordato il presidente, Luzi raccontava a Rita Levi Montalcini, lì presente, di quando appena diciassettenne aveva portato le sue poesie ad Alberto Moravia, proprio al Palagio. Da Moravia il giovanissimo poeta ebbe “parole di grande stimolo”.

Molti giovani hanno affollato questo pomeriggio la sala delle Feste di palazzo Bastogi, dove si è tenuto l’omaggio di Jesper Svenbro, vincitore del premio Ceppo 2017, che ha letto in svedese alcune poesie del poeta fiorentino. Presenti il figlio, Gianni Luzi, e Caterina Trombetti, che è stata vicino a Mario Luzi accompagnandolo nell’ultimo periodo della sua vita. Qui è intervenuto Massimo Baldi, consigliere e poeta che ha citato le parole di Luzi “come cittadino” in un articolo pubblicato nel gennaio 1991.

Baldi ha portato il saluto per un appuntamento meritoriamente dedicato “a uno dei più gradi uomini toscani e italiani” e soprattutto “uno dei più gradi poeti di tutti i tempi”. Gianni Luzi ha raccontato della “curiosità come uomo” che animò il padre Mario, raccomandando ai giovani presenti: “Siate curiosi, cercate di capire e di esprimere quello che avete capito”. Questo è “il movimento”, questa è “la speranza”.

Più incompatibilità per i membri del Corecom

Si amplia il regime di incompatibilità per i componenti del Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom). All’unanimità il Consiglio regionale ha approvato una legge presentata dai consiglieri del gruppo M5S, primo firmatario Enrico Cantone.

Le incompatibilità previste dalla nuova disciplina sono politiche ed economiche. Ecco quelle politiche: membro del Parlamento europeo e italiano; del Governo; dei Consigli e delle Giunte regionali, provinciali e comunali; presidente di Regione e Provincia; sindaco; presidente e direttore di enti pubblici, anche economici, nominato da Governo, Parlamento, organi regionali, provinciali e comunali; componenti di organi esecutivi di partiti o movimenti politici a livello nazionale, regionale, provinciale e comunale.

Ecco le incompatibilità economico-professionali: amministratore, socio, dipendente di imprese pubbliche e private operanti nel settore radiotelevisivo, delle telecomunicazioni, dell’editoria anche multimediale, della pubblicità, della rilevazione dell’ascolto e del monitoraggio della programmazione; coloro di cui lo stesso Corecom si avvalga nelle attività di conciliazione e definizione delle controversie relative ai servizi di telecomunicazione; ai titolari di rapporti di consulenza o collaborazione con i soggetti sopra indicati.

I soci risparmiatori delle società di capitali e delle società cooperative non versano in situazione di incompatibilità.

È stato il presidente della commissione Affari istituzionali, Giacomo Bugliani (Pd), ad illustrare il testo in aula, sottolineando che nella stesura finale “l’incompatibilità non è stata limitata ad una qualifica professionale, come essere un avvocato o un conciliatore in attività, ma indicando nuove forme e situazioni specifiche”.

“L’obbiettivo è di evitare conflitti di interesse – ha affermato Enrico Cantone (M5S) – Volevamo, inoltre, porre l’attenzione sulle funzioni proprie del Corecom, diventato un comitato delle conciliazioni”.

“È di assoluto buonsenso ampliare le incompatibilità per l’esercizio delle funzioni delegate dall’Autorità garante – ha rilevato Marco Casucci (Lega Nord) – Sono funzioni sempre più importanti, che il Corecom svolge in modo sempre più incisivo”.
Il voto favorevole di Sì-Toscana a sinistra è stato annunciato da Tommaso Fattori, che ritiene però necessario sviluppare una riflessione più complessiva sulla natura del Corecom, in particolare sulle sue funzioni originarie, come la tutela del pluralismo e l’accesso dei cittadini, che hanno bisogno di maggiori risorse.

Il capogruppo Leonardo Marras ha infine espresso “l’apprezzamento dei consiglieri del Pd per il miglioramento dei criteri sui quali si misura l’incompatibilità delle figure direttive di questo organismo di garanzia”.

Corecom, passa la legge M5S: "Stop al conflitto d'interesse"

“Ci voleva il Movimento 5 Stelle per fermare il conflitto di interesse nel Comitato Regionale per le Comunicazioni (CORECOM). Da anni questo organismo regionale si occupa anche di conciliazione e risoluzione delle controversie telefoniche. Un’attività esercitata dagli uffici dell’organo regionale e, su delega, da professionisti del settore. Grazie alla nostra proposta, approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale, questi professionisti che oggi collaborano col CORECOM non ne potranno far parte. Ad oggi infatti vivevamo il paradosso che chi decideva di fare affidamento sui professionisti esterni alla struttura poteva essere uno di questi” commenta Enrico Cantone, consigliere regionale M5S primo firmatario dell’atto.

“Siamo felici dell’approvazione di questa prima proposta di legge targata Movimento 5 Stelle. Ennesimo servizio ai cittadini toscani” conclude il Cinque Stelle.

Sanità: Saccardi su risorse finanziarie del Bilancio 2016

I dati trasmessi dalle aziende sanitarie alla Regione sul monitoraggio economico necessiteranno un ulteriore approfondimento di analisi, anche perché non è ancora completamente definito l’ammontare delle risorse su cui il sistema sanitario regionale potrà contare in questo esercizio, nonostante il 2016 sia già concluso. I costi che hanno registrato la maggiore crescita rispetto al 2015 sono “soprattutto quelli relativi al consumo di farmaci ospedalieri”. I dati, non ancora definitivi, dicono che l’acquisto di farmaci nel 2016 ha raggiunto un valore di circa 953milioni di euro, più 56milioni (6,2 per cento) rispetto all’anno precedente: di questi 56milioni, 17 sono relativi a vaccini e farmaci per la cura dell’epatite C; 39 (più 5,4 per cento) ai farmaci ospedalieri.

Si fa notare che, mentre l’incremento dei vaccini è compensato dal contributo di 10milioni ricevuto dal ministero della salute e quello dei farmaci per la cura dell’epatite C è più che compensato dalle note di credito, in parte già ricevute e in parte da ricevere, per gli accordi sui prezzi stipulati dall’Aifa, l’aumento della spesa farmaceutica potrebbe essere invece mitigato soltanto dalla contabilizzazione del relativo payback, sul quale però persistono pesanti incognite.

Gli ultimi dati sulle note di credito relative ai farmaci per la cura dell’epatite C evidenziano che il costo annuo 2016 per tali principi attivi dovrebbe essere inferiore di circa 35milioni rispetto al 2015, sempre grazie agli accordi stipulati dall’Aifa.

Tale beneficio, però è stato più che neutralizzato dall’incremento subito dagli altri farmaci ospedalieri, per cui l’aumento dei costi per l’acquisto dei beni sanitari è stato di circa 13milioni di euro. Quanto ai nuovi farmaci oncologici, si stanno definendo, con la collaborazione degli oncologi, linee guida per un uso appropriato dei farmaci, soprattutto l’utilizzo dei nuovi farmaci.

Oltre ai suddetti incrementi di costo, permane l’incertezza sull’ammontare del payback. Il payback è la quota di rimborso della spesa farmaceutica ospedaliera. Come ha stabilito la legge 135 del 2012, infatti, il 50 per cento del superamento del tetto di spesa della farmaceutica convenzionata deve essere rimborsato dalle aziende farmaceutiche alle Regioni. La stima è confermata da Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco.

Nel 2015 la cifra era stata di 115milioni, per il 2016 è arrivata l’autorizzazione a contabilizzare solo i primi sette mesi dell’anno, ma si attende ancora la determinazione di Aifa. La cifra prevista è tra i 65 e i 70milioni di euro, ma c’è il rischio di non poter contabilizzare neppure questa porzione, se l’Aifa dovesse determinare l’ammontare oltre i tempi consentiti per l’iscrizione in bilancio.

La Regione ha richiamato l’attenzione delle direzioni delle Asl affinché adottassero tutte le misure necessarie per tenere sotto controllo la dinamica della spesa farmaceutica, in modo da non minare l’equilibrio del sistema sanitario regionale. Le misure si sono sostanziate in un monitoraggio pressante dell’andamento della spesa farmaceutica ospedaliera, ma sono stati garantiti adeguati livelli di assistenza ai cittadini.

Non sono da ritenere attendibili, prosegue Stefania Saccardi, interpretazioni giornalistiche secondo le quali certe problematiche economiche sarebbero la dimostrazione della non idoneità della riforma sanitaria a produrre la razionalizzazione dei costi: nella fase iniziale di una ristrutturazione aziendale non si possono attendere risparmi eclatanti, per via dei costi intrinseci all’attuazione dei nuovi assetti organizzativi.

Rimane il fatto, conclude Saccardi, che l’equilibrio economico del sistema sanitario regionale non può prescindere dall’iscrizione nei bilanci di almeno una quota del payback relativo alla spesa farmaceutica ospedaliera, che un atteggiamento irragionevolmente bellicoso da parte delle aziende farmaceutiche sta mettendo in forse.

Risorse finanziarie Sanità toscana. Sarti e Fattori (Sì): “Spese alle stelle e criticità strutturali, la sciagurata riforma Rossi non produce alcun risparmio ma solo disservizi e riduzione delle prestazioni”.

“A tre mesi dalla prima comunicazione dell’Assessore Saccardi nulla è cambiato con il problema della spesa farmaceutica irrisolto e tutta una serie di gravi criticità” così i Consiglieri di Sì Toscana a Sinistra Paolo Sarti e Tommaso Fattori commentano l’informativa della Giunta sulle risorse finanziarie della sanità- regionale.

“A oggi non è ancora definito l’ammontare delle risorse su cui il sistema sanitario regionale può contare, con circa 85 milioni di euro da recuperare per il pareggio di bilancio e con un trend che potrebbe essere ancora più pesante per il 2017”.

“Dalla comunicazione emerge che la spesa farmaceutica (+54 milioni rispetto al 2015) aumenta principalmente per quella ospedaliera, per i farmaci per l’Epatite C, i nuovi oncologici e i vaccini per il meningococco C. Una situazione pesante su cui persistono le incognite del mancato rimborso del pay back, tuttora oggetto di contenziosi da parte delle aziende farmaceutiche, e del complesso accordo stipulato con l’Agenzia Italiana del Farmaco”.

“Buchi di bilancio che, nonostante le rassicurazioni dell’Assessore Saccardi, si stanno ripercuotendo sui livelli di assistenza ai cittadini e in questi mesi abbiamo registrato la messa in discussione delle risorse per progetti già finanziati (vita indipendente, codice rosa, carcere, ecc.), il rinvio d’interventi chirurgici per mancanza di garze e mascherine e problemi anche per l’approvvigionamento dei farmaci ospedalieri”.

“Vogliamo ammettere che c’è un problema strutturale? Vogliamo ammettere che questa sciagurata riforma non sta producendo alcun risparmio ma, piuttosto, disservizi e riduzione delle prestazioni con disagi continui di cui sono vittime sia i cittadini sia gli operatori, avviliti nel loro lavoro quotidiano? Questa riforma ha solo moltiplicato le figure intermedie, rendendo il sistema più farraginoso, con uno scarso dialogo interno e una difficile circolazione dei flussi dei dati. E in questo continuo dover raschiare il fondo assistiamo a episodi a dir poco vergognosi come il bonus di 16.000 euro a un direttore generale momentaneamente sospeso per vicende giudiziarie!”.

“Servono immediati cambiamenti di rotta e dispiace che la Giunta e il PD non abbiano voluto accogliere i suggerimenti raccolti nella nostra risoluzione”.

“Sulla questione della vaccinazione contro il meningococco C bisogna avviare una profonda riflessione, prevedendo la rivaccinazione dopo il quinto anno al fine di garantire l’efficacia, prima ancora di allargarsi a tutte le fasce di età, poiché non c’è mai stata un’epidemia ma certamente un importante sovrannumero di casi attesi, originato dai portatori (fascia 11/20 anni) ”.

“Sull’Epatite C si potrebbe e dovrebbe arrivare, dato che ci troviamo di fronte ad una vera e propria emergenza nazionale, alla produzione diretta dei farmaci necessari, con costi assolutamente inferiori e conseguente possibilità di estenderlo a un numero molto più elevato di pazienti”.

“Infine, per quanto concerne la realizzazione di economie di spesa da parte delle Direzioni aziendali, resta valida la nostra richiesta di spostare l’attenzione su voci che riguardano gli sprechi e le disorganizzazioni esistenti e non prendere provvedimenti che vanno a incidere sulla distribuzione dei farmaci e dei dispositivi o sull’attività ordinaria programmata, mettendo a grave rischio la garanzia degli adeguati livelli di assistenza ai cittadini”.

Vitalizi, Marras (Pd) su Pdl M5S: “Discutibile sovrapporre provvedimento a provvedimento"

«Esprimiamo serenamente e liberamente la nostra opinione anche perché per effetto della legge regionale approvata nella scorsa legislatura non avremo diritto ad alcun vitalizio. Siamo poi intervenuti ancora sulla questione, a nostro avviso con il massimo del possibile, abolendo il privilegio del doppio vitalizio. Un provvedimento, tra le altre cose, impugnato da quasi tutti gli interessati, tant’è vero che gli 800mila euro di risparmi sono stati accantonati per prudenza. Ora, la proposta di legge del M5S, che abbiamo valutato attentamente, non appare rispondere a due criteri che ci devono guidare, quello da una parte del principio giuridico della ragionevolezza e, dall’altro, la questione della temporaneità dell’atto, perché sappiamo bene che la decurtazione già operata per il contributo di solidarietà sui vitalizi scade a fine 2017. Non ha senso, quindi, accavallare un provvedimento su un altro. Siamo dell’avviso che bisogna aspettare la fine del provvedimento in essere e a quel punto, in sede di legge di stabilità, ci rendiamo disponibili a ritornare sulla questione, sempre valutando la ragionevolezza di eventuali aumenti dei contributi di solidarietà».

Lo ha detto Leonardo Marras, capogruppo del Pd in Consiglio regionale, intervenendo in aula nel dibattito sulla proposta di legge del gruppo M5S (non approvata) sulla riduzione temporanea dei vitalizi.

Bocciata proposta M5S per il taglio dei vitalizi: "Il Pd difende i privilegi e i costi della politica"

“Per l’ennesima volta il Partito Democratico si dimostra a favore dei privilegi dei politici e contrario al contenimento dei costi della politica. Voi tagliate i servizi ai cittadini per mantenere e alimentare i costi della politica. 4 milioni di euro l’anno non vanno in servizi ai cittadini per finire nelle tasche di questi politici, soprattutto vostri, e voi oggi, votando così, tenete tutto com’è” così Giacomo Giannarelli, Presidente del gruppo Movimento 5 Stelle a commento della bocciatura registrata in aula alla proposta di legge M5S sul taglio dei vitalizi.

“La nostra proposta si poggiava sulla legge regionale n.3/2009 che consentiva di ridurre il vitalizio per emergenze sociali. Estendevamo l’entità del taglio e la durata fino al 2020. Oggi abbiamo casi limite come Pietro Ralli, consigliere dal 1980 al 1990, che prende 4700 euro al mese. Un meno 20% a queste persone rientra nella ragionevolezza richiesta dalla Corte Costituzionale, come confermatoci dagli uffici legislativi del Consiglio, e ci avrebbe fornito subito mezzo milione da investire sul contrasto alla povertà” ha precisato Gabriele Bianchi, consigliere regionale M5S vicepresidente della Commissione Affari Istituzionali e Bilancio e primo firmatario della proposta.

“Col voto di oggi il Partito Democratico ha superato ogni limite di decenza – ha proseguito Bianchi - in un paese con 2 milioni di pensionati a 500 euro il mese e chi è nato dopo il 1980 dovrà aspettare almeno 75 anni per la pensione. Il vitalizio è un privilegio immorale, senza se e senza ma. Ci hanno detto che l’attività dei consiglieri regionali è equiparabile a quella di dirigenti perché si approvano bilanci da miliardi con grande responsabilità. Mi permetto di far notare che anche un elettricista che firma la certificazione di conformità si assume una grande responsabilità, lo stesso il muratore che tira su una casa, ma non godono di questi privilegi”.

“Il voto di oggi diventa ancor più intollerabile nel momento in cui scopriamo dal nuovo Programma Regionale di Sviluppo che il PD taglia drasticamente i fondi destinati alla lotta alla povertà. Sul 2017 l’insieme di azioni previste nel PRS originale indicava una spesa di 36,74 milioni di euro, il nuovo PRS del PD ne indica 30,42. Ancora peggio nel triennio 2018-2020: nel documento precedente avrebbero ricevuto interventi per 36,77 milioni l’anno, mentre il nuovo PRS ne stanzia al massimo 9,38. Quindi altro che Reddito di Solidarietà Attiva! Una truffa sulla pelle di 155mila famiglie in povertà che attendevano scelte come il nostro reddito di cittadinanza” conclude Irene Galletti, consigliera regionale capogruppo M5S.

Arpat: in commissione Ambiente audizione direttore generale

Sarà una sfida “complessa” quella che dovrà giocare Arpat, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana. Una sfida “molto grande” che il direttore generale, Marcello Mossa Verre, ha illustrato nel corso di un’audizione in commissione Ambiente presieduta da Stefano Baccelli (Pd). L’occasione è stata l’espressione del parere favorevole per la nuova nomina dello stesso Mossa Verre ai vertici dell’Agenzia. “Crediamo che interagire e iniziare un percorso il più possibile di collaborazione sia un buon inizio” ha detto il presidente Baccelli in apertura della seduta di oggi, martedì 28 febbraio.

Il direttore, già dipendente dell’Agenzia, ha spiegato che negli ultimi due anni sono andati in pensione 18 dipendenti. “Altre figure di rilievo se ne andranno a breve. La situazione che si prospetta è complessa e dovrà essere governata attraverso una riorganizzazione interna”. Mossa Verre ha poi spiegato che “l’orizzonte di Arpat è destinato ad ampliarsi” non solo per “l’inevitabile accorpamento di funzioni”. “Stiamo rientrando sempre più nel sistema delle agenzie ambientali. Le nostre funzioni e i nostri compiti andranno progressivamente ad aumentare”. La commissione ha espresso parere favorevole a maggioranza. Si sono astenuti i gruppi di opposizione”.

Vitalizi: non passa la proposta di legge per una riduzione ulteriore nel 2017

Una proposta di legge, presentata dai consiglieri del gruppo M5S per un’ulteriore riduzione temporanea dei vitalizi per gli ex consiglieri è stata respinta dall’aula con ventidue voti contrari e quattordici voti favorevoli.

Il Consiglio, nella scorsa legislatura, ha deciso di abolire i vitalizi e, con la legge finanziaria del 2015, ha inoltre introdotto un prelievo proporzionale aggiuntivo per quelli ancora in essere nel triennio 2015-2017, destinando i risparmi alle emergenze sociali ed ambientali.

La proposta di legge del M5S puntava a rideterminare le percentuali previste per il 2017, ultimo anno interessato dalla precedente riduzione, estendendole fino al 2020. Per avere un’idea, per la fascia più bassa, fino a mille euro, finora esente, veniva fissata al 5%. Per la fascia più alta, superiore a seimila euro, la percentuale passava dal 15% al 30%.

Il presidente della commissione Affari istituzionali Giacomo Bugliani (Pd), illustrando il testo, ha rilevato che i parametri tradizionali di temporaneità, ragionevolezza, proporzionalità, evocati dalle sentenze della Corte costituzionale, venivano rispettati. Qualche perplessità nasceva invece per la retroattività.

“Una proposta di buonsenso, che investe un privilegio direi medievale, che solo in questo paese ci troviamo a combattere – ha sintetizzato Gabriele Bianchi (M5S) - In Italia ci sono sei milioni di pensionati che riscuotono meno di mille euro, due milioni meno di 500 euro, 400 mila pensionati se ne sono già andati via. Ci sono lavoratori che a sessantasei anni sono ancora sulle impalcature, per un lavoro che non è considerato usurante”. A suo parere le perplessità sulla retroattività sono facilmente superabili con un’opportuna riformulazione del testo.

“Anche per noi è una proposta di buonsenso – ha affermato Marco Casucci (LN) – E siamo convintamente a favore”.
“Liberi da interessi personali, perché nessuno qui percepirà vitalizi per effetto di una legge approvata dal Consiglio regionale – ha osservato Leonardo Marras (Pd) – La scelta di riduzione temporanea introdotta con la legge del 2015 vale per tutto il 2017. E’ su questo ultimo anno che la proposta del Movimento Cinque Stelle vuole intervenire, ma non ha molto senso. Ha senso, invece, aspettare la conclusione del ciclo e poi fare una valutazione. La sede opportuna è la nuova legge di stabilità”.

Secondo Tommaso Fattori (Si-Toscana a sinistra) “un piccolo passo potrebbe essere fatto fin da subito”. “I criteri di temporaneità, proporzionalità e ragionevolezza indicati dalla Corte costituzionale sono rispettati – ha osservato – La destinazione dei fondi per il contrasto alla povertà e le emergenze sociali è un segnale importante della direzione da intraprendere”.

Giovanni Donzelli (FdI) ha presentato un emendamento per fissare a cinquemila euro netti al mese (“dieci volte la minima”) il limite massimo che non può essere comunque superato.

“Il vitalizio è un privilegio e, come tale, può essere ridisegnato, fissando limiti ed introducendo magari il calcolo con il sistema contributivo” ha dichiarato Manuel Vescovi, annunciando il voto favorevole di Lega Nord.

“Stiamo parlando di privilegi, non di diritti – ha aggiunto Giacomo Giannarelli (M5S) – Ancora una volta abbiamo la conferma che il Partito democratico è a favore dei privilegi dei politici e contrario al contenimento dei costi della politica”.

Il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, ha precisato che l’approvazione della legge sull’abolizione del doppio vitalizio ha spinto l’ottanta per cento degli interessati a presentare ricorso, su cui si pronuncerà il giudice amministrativo. “Sono nate molte perplessità – ha affermato – al punto che nel bilancio abbiamo accantonato 800 mila euro nel caso fossimo soccombenti”.

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