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Toscana ospite del Salone del Libro di Torino: l'annuncio di Nicola Lagioia

Nicola Lagioia

È la Toscana la Regione ospite della 30/a edizione del Salone del Libro di Torino, in programma al Lingotto dal 18 al 22 maggio. Lo ha annunciato il direttore Nicola Lagioia presentando la manifestazione, la prima dopo lo strappo con Milano. "Manterremo anche una finestra aperta sul vicino Oriente", ha aggiunto Lagioia, che ha ricordato la figura di Giulio Regeni, il dottorando italiano dell'Università di Cambridge morto lo scorso anno in Egitto. La manifestazione, ha aggiunto, "parlerà anche molto al femminile".

"Siamo orgogliosi di questo ruolo – ha commentato il presidente Enrico Rossi -. Lo vedo come una grande opportunità per confrontare buone pratiche, tessere relazioni professionali e di scambio in un contesto culturale nazionale e internazionale. Sul tema della lettura abbiamo lavorato molto con le biblioteche che si stanno trasformando e che sono diventate delle vere piazze del sapere, luoghi di scambio e promozione della lettura. Essere a Torino significa anche sostenere il fondamentale ruolo che ha la lettura nella crescita di personale di ciascuno, come persone e come cittadini".
"Sono molto lieta che la Regione Toscana sia ospite di questo trentesimo Salone – ha detto la vicepresidente e assessore alla cultura Monica Barni in diretta streaming alla conferenza stampa di presentazione del Salone -. Saremo presenti con i nostri porgetti di promozione della lettura attraverso le biblioteche e con una pluralità di soggetti della filiera del libro, dal piccolo e medio editore, alla biblioteca, alla libreria".

La Toscana parteciperà al Salone con i suoi festival culturali, la Francigena, la Memoria, l'arte contemporanea, l'esperienza di cooperazione internazionale e altre iniziative di scambio e confronto tra realtà e contesti diversi extraregionali e esteri, per farsi conoscere e conoscere, elaborare insieme agli altri nuove idee.

"C'è un tema – ha poi detto Barni – su cui è fortemente impegnata la Regione Toscana: quello della diversità. Nel contesto dell'immenso mondo della editoria, e di quella toscana in particolare, ciò significa dare voce alle varietà delle produzioni culturali in un contesto di mercato sempre più caratterizzato dalla omologazione dei prodotti editoriali, dalla scarsa qualità e durabilità. Allora è importante per le biblioteche scendere in campo sul fronte della bibliodiversità, il che significa attribuirsi un ruolo eticamente e socialmente militante in difesa della qualità dell'offerta culturale e di salvaguardia di tutte quelle voci che sono fuori dal coro.

La libertà di espressione garantisce la pluralità delle idee e la diversità culturale – ha concluso la vicepresidente - In un paese cui ci sono pochissimi lettori e la comprensione dei testi è tuttora un problema, noi crediamo che sia molto importante continuare a riflettere e promuovere la lettura".

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