"Mi auguro di cuore che gli esponenti del Partito Democratico non diano seguito alla minaccia di scissione, perché sarebbe una follia incomprensibile per i nostri cittadini. Lo scontro, anche accesso, fa parte della nostra storia; il Pd è un grande partito riformista e quindi inevitabilmente un contenitore di tante anime e tante storie che avevano deciso di rinunciare a un pezzettino di individualità per creare un qualcosa di più grosso insieme agli altri.
Dopo il referendum del 4 dicembre scorso sembra di essere tornati nella Prima Repubblica, dove ciascuno fondava il suo partito per risicare quella percentuale che garantiva un seggio. Ma non garantiva la governabilità, che abbiamo detto essere un obiettivo da raggiungere anche in Italia come nel resto di Europa.
Faccio il sindaco, passo le mie giornate con i cittadini. Fidatevi, nessuno capirebbe la scissione. Il Pd è ancora oggi il partito portatore di un sogno, e a quello bisogna pensare.
I partiti hanno senso se si occupano degli italiani, se questionano sul lavoro, sul welfare, sullo sviluppo sostenibile e la nuova mobilità.
Oggi il Pd è arenato in uno scontro dove l’io prevale sul noi.
Il Pd, però, siamo anche noi che tutti i giorni lavoriamo sul territorio e proviamo a dare risposte concrete ai cittadini.
Ascoltateci e fidatevi.
Ascoltate la richiesta di chi parla con le persone in strada quotidianamente: il Pd deve restare unito, e deve consentire la scelta del segretario e della linea politica con lo strumento più democratico del nostro partito, ovvero il congresso.
Se spostiamo l’attenzione dal leader ai contenuti ci accorgiamo che il Pd non solo può, ma anzi deve stare unito, perché è attualmente l’unica forza politica in grado di portare l’Italia fuori dalla crisi e garantire i valori fondativi quali l’uguaglianza, la democrazia e il pluralismo".
Ufficio Stampa
