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Gestione rifiuti:, Bartoli: "Incredibile pressapochismo da parte delle amministrazioni"

Dusca Bartoli (foto gonews.it)

Nella fusione il valore di Publiambiente scende all’11 per cento. Il Comune di Pistoia si oppone e chiede di rivedere i patti parasociali per rifare le stime. Ma non si trova l’accordo in tempo e la prossima settimana si voterà (forse) una fusione senza garanzie. Si sta svendendo un patrimonio pubblico i cittadini hanno il diritto di essere informati.

Come era prevedibile la scelta di lanciare sul mercato privato una grande azienda pubblica come Publiambiente e come le altre che operano in Toscana,  precedentemente legata al territorio ed alla sua specifica funzione, invece che mantenere una gestione in house, ha significato solo il trasferimento di un grande capitale pubblico materiale e immateriale in una area grigia e ambigua di interessi privati e di giochi di bassa politica, fuori da un autentico controllo pubblico.

Il risultato è, vogliamo che i cittadini ne siano informati, il caos attuale che rischia di avere anche conseguenze crescenti sul servizio, che già oggi presenta gravissime criticità, tariffe troppo alte e crescita costante della  dispersione di rifiuti sul territorio.

Abbiamo già detto che la valutazione del valore di Publiambiente, nell’ambito della fusione in un gestore unico dei rifiuti dell’ATO toscana centrale, lasciava grandi dubbi. Un valore stimato all’atto della costituzione del raggruppamento temporaneo d’impresa per partecipare alla gara, nella misura del 28% della nuova azienda, diventa ora, al momento di procedere alla vera e propria fusione, l’11%. Con Firenze (Quadrifoglio) che detiene il 71,5% delle quote ed è quindi in grado, a norma di statuto, di prendere qualsiasi decisione in perfetta autonomia. Escluse alcune tipologie di scelte molto generali, nella vita corrente dell’azienda può decidere tutto.

Decisioni che possono avere ricadute importanti, sulla vita dei cittadini, sulla qualità del servizio, sui suoi costi e così via. Basti pensare che la società costituenda, libera da qualsiasi vincolo e controllo perché scientemente tenuta fuori anche dall’applicazione del decreto Madia sulle partecipate, avendo emesso obbligazioni che gli consentono di finanziarsi sul mercato privato, potrebbe decidere di aggredire fette di mercato diverse dai rifiuti urbani, espandersi fuori dal nostro territorio, privilegiare metodi di trattamento obsoleti come l’incenerimento e così via. Su tutto questo non avremo alcun modo di incidere, perché il nostro peso sarà insignificante. Soprattutto a questo e cioè alla sottostima del valore di Publiambiente, si è opposto il comune di Pistoia, che ha chiesto una riscrittura dei patti parasociali che prevedesse un ricalcolo. Da dicembre, quando il problema è stato posto, si è giunti ad oggi senza che sia stato raggiunto un accordo sui nuovi patti. Tanto che il testo licenziato in extremis venerdì scorso dai sindaci di Empoli, Firenze, Prato e Pistoia, che, per inciso, non è per niente soddisfacente perché non mette in discussione il punto centrale che è il metodo patrimoniale semplice per fare le stime, non sarà siglato prima della fusione dai comuni di Firenze e Prato. Ciò lo rende evidentemente inutile, perché non cogente ed obbliga a firmare la fusione, pena la decadenza dell’affidamento di gara, praticamente senza alcuna garanzia. Questo chiederà di approvare l’amministrazione al prossimo consiglio del 20 febbraio.

Non si è mai vista da queste parti una tale insipienza amministrativa. Non solo si svende il patrimonio rappresentato da Publiambiente ad un terzo del suo valore, non solo si consegna a Firenze qualsiasi decisione futura in materia, ma non siamo neppure in grado di costruire atti amministrativi che provino a dare qualche garanzia in tempi utili, per non doversi consegnare mani e piedi alle volontà future degli altri. Da dicembre si arriva in zona Cesarini, sotto il ricatto della scadenza dei termini di affidamento del servizio e quindi della decadenza della gara, senza riuscire a chiudere un accordo che tutti firmino prima della fusione. Cose incredibili che possono accadere solo perché si pensa che tutto possa essere sempre deciso all’interno delle dinamiche del partito di maggioranza, dove gli interessi dei territori sono oramai subordinati agli interessi dei vari gruppi e soggetti singoli. Qualcuno però a volte non ci sta ed infatti pare che tutto questo non sarà approvata da Pistoia e che probabilmente causerà le dimissioni del presidente di Publiservizi  Stanghellini.

E forse metterà  a rischio la sopravvivenza stessa di Publiservizi, così come la consociamo, perché potrebbe risvegliare la volontà, mai sopita, di Pistoia di abbandonare la holding con un suo oggettivo depotenziamento ed una ancor minore capacità di pesare nelle decisioni future. Ricordiamo che il nostro comune, di fatto, deterrebbe poco più del 2% delle azioni di ALIA (la nuova costruenda megasocietà per i rifiuti), senza Publiservizi.

Crediamo stiano accadendo cose gravi per questo territorio e che i cittadini ne debbano essere informati. La gestione dei rifiuti è uno degli aspetti importanti della qualità della vita di un territorio, che assorbe risorse consistenti dei cittadini, che son quelli che alla fine pagano il conto di tutto con la tariffa.

 

Linea Civica e
FabricaComune per la Sinistra

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