Terme, Confesercenti: "La Regione non può abbandonare Montecatini"

Non si può continuare a vivere senza vedere uno spiraglio di luce. Hotel e negozi non sono più in grado di pagare le tasse e sono in difficoltà a rispettare gli impegni assunti con le banche. La Regione ha deciso di vendere le Terme, ma non può abbandonare Montecatini. E’ doveroso chiedere con forza uno straordinario impegno affinché la cessione sia accompagnata e sostituita da imprenditori privati dotati di piani industriali e investimenti. E’ invece importante che il Tettuccio (che per Montecatini è come il Colosseo per Roma) resti di proprietà pubblica.

 

Si rende necessaria una precisa strategia da parte di Regione e Comune: a nostro parere 5 sono le priorità.

 

1. Restauro del Tettuccio. E’ decisivo dimostrare la volontà di uscire dalla crisi, forti del fatto che il brand Montecatini è ancora vivo nel mondo. Il finanziamento è possibile dedicando a esso parte del gettito dell’imposta di soggiorno, un intervento della Fondazione Caript, del Ministero Beni Culturali e sponsor privati. Occorre la volontà locale e oltre.

 

2. Qualificazione e sviluppo dello stabilimento Redi.

 

3. Vendita per la realizzazione della piscina alle Leopoldine, che rappresenta una nuova offerta di prodotto termale e trasmette il messaggio che Montecatini sta riposizionandosi nel mercato.

 

4. Riposizionare il compendio termale. La piscina Leopoldine, da sola, non basta. Resta fondamentale attrarre investimenti per rifondare l’offerta termale e del benessere, partendo dallo stabilimento Excelsior. Ciò significa evitare di fare uno spezzatino delle proprietà poste in vendita. Il restauro del Tettuccio, la qualificazione del Redi, infrastrutture per collegamenti efficienti (come il raddoppio della ferrovia), politiche di arredo e per la sicurezza, sono condizioni determinanti e incoraggianti per chi intende investire capitali. Le forze economiche locali devono assumere un ruolo di collaborazione e di sinergia con gli investitori: non c’è imprenditore serio che non auspichi di operare in una città che veda tutti attivamente impegnati e coinvolti in un percorso di rinascita.

 

5. La fase di transizione tra la drammatica situazione esistente e quella di medio periodo per la realizzazione del nuovo esige attenzione da parte di Regione e Comune a sostegno delle attività economiche e dell’occupazione. Non si chiede assistenza alle imprese. Si tratta, invece, di dare speranza e fiducia nel futuro agli imprenditori locali alberghieri e del commercio e ai lavoratori, per resistere e costruire una nuova prospettiva. Due sono le priorità: ridurre la pressione fiscale locale e dotarsi di una strategia di eventi e di strumenti per la promozione, al fine di portare flussi turistici per dare respiro ai bilanci delle imprese.

Fonte: Riccardo Bruzzani Direttore provinciale Confesercenti

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