Giorno del ricordo, alcuni dei commenti in consiglio comunale

Xekalos (M5S): “Una pagina di inverosimile crudeltà ignorata per cinquant’anni

“Oggi siamo qui per non dimenticare la tragedia di un’intera popolazione che subì un genocidio e fu costretta ad abbandonare la propria terra.
Questa pagina di inverosimile crudeltà – ha sottolineato la consigliera del MoVimento 5 Stelle Arianna Xekalos – è stata ignorata per cinquant’anni, fino al 2004, con l’istituzione del Giorno del Ricordo.
Un giorno che dovrebbe ricordare agli italiani, ma anche agli uomini e alle donne del mondo, che questi eventi atroci non devono essere compiuti di nuovo e che ognuno di noi deve adoperarsi e vigilare affinché non riaccadano.
Questa tragedia non ha colpito solo chi l’ha vissuta concretamente, ma l’intera umanità, perché tutte le volte che popolazioni o persone inermi subiscono massacri e violazioni dei diritti, la vera vittima è l’intera umanità, cioè tutti noi.
Dobbiamo imparare che dividerci, classificarsi in buoni e cattivi, crea solo paura, paura per il diverso, per lo sconosciuto, per chi può avere un pensiero diverso dal proprio, e questi atteggiamenti possono solo creare violenza.
Sia la nostra Costituzione, che in maniera innovativa all’art. 3 sancisce l’uguaglianza formale e sostanziale, sia la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali riconoscono la libertà di coscienza come un diritto inviolabile e il divieto assoluto di discriminazione anche nell’esercizio di tale libertà. Rispettiamo entrambi.
Dobbiamo smettere di avere paura del diverso, e al contrario iniziare ad accoglierlo imparando proprio da quella diversità. Quel che ci deve spaventare è invece il pensiero unico, perché quello sarà sempre fonte di violenza, come la storia ci insegna.
Non dobbiamo avere paura di riconoscere sempre le atrocità, da chiunque esse siano commesse, per poi condannarle.
Venerdì – ha concluso la consigliera del MoVimento 5 Stelle Arianna Xekalos – commemoravamo il giorno del ricordo, facciamo in modo che non si debbano mai più commemorarne altri”.

Amato (AL): “Porteremo rispetto ai nostri morti quando riusciremo ad evitare altre tragedie”

Questo è l’intervento di Miriam Amato in Consiglio Comunale.

“Il 10 febbraio si celebra la Giornata del ricordo per le vittime della carneficina delle foibe nella Venezia Giulia e nell'Istria ed il conseguente esodo da quelle terre di oltre trecentomila connazionali. Questa data fu istituita per ricordare la tragedia che colpì molti italiani durante l’ultima fase della seconda Guerra Mondiale, grazie alla legge 30 marzo 2004 n. 92 “al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre. Questo abisso di orrore che ha colpito i nostri connazionali, trucidati per il solo fatto di essere italiani, o nella migliore delle ipotesi, costretti ad un tragico esodo, viene finalmente ricordato e trasmesso alle nuove generazioni”.Ora la cosa che più mi colpisce, oltre al dolore per la morte di moltissime persone, tanto che ad oggi il numero rimane indefinito, è il fatto che alcuni schieramenti politici si esprimono in merito come se questi morti fossero solamente loro, mentre gli oppositori legano questo atroce evento ad altri fatti precedenti che lo hanno in qualche modo determinato, Comprendo e legittimo il valore della storia, ma al di la del colore politico, degli eventi specifici la storia dell’uomo è ricca di atrocità perché in nome di un’ ideologia politica, religiosa, interessi economici e altri motivi si porta morte e sterminio legittimati da un progetto, da un Dio o di qualsiasi altra cosa che io oggi Rinnego la violenza in tutte le sue forme, così il fatto che i morti che hanno colpito il nostro paese continuino a separare piuttosto che unire nel lutto, rinnego l’idea che i nostri morti siano più considerati di altri e. credo che l’unico modo per portare rispetto a queste tragedie sarebbe quello di impedirne delle altre, invece ci si trincera dietro posizioni che anche se non giustificano creano differenze e separano. Il rispetto della vita, della libertà e dei popoli dovrebbe essere un comun denominatore nel mondo, la morte di bambini di donne e uomini ha lo stesso odore indipendentemente delle origini e dei fatti storici che l’hanno determinato. Dovremmo dire basta alle differenze e scandalizzarci quando gli esseri umani vengano etichettati in base al posto dove sono nati al colore della pelle agli orientamenti religiosi o sessuali e questa è ancora oggi la società in cui viviamo. Nella nostra civilissima Europa dove si costruiscono muri e le persone sono ancora trattate peggio degli animali. Non basta la ricorrenza per aver rispetto della vita. Solo il giorno in cui riusciremo ad evitare che altre tragedie accadono avremo portato rispetto alle persone trucidate nel mondo, ma fino a quando perderanno la vita bambini innocenti per colpe non loro avremo fallito al di la di ogni qualsivoglia ricostruzione storica. In nome di nostri profughi dovremmo prenderci cura dei profughi degli altri paesi".

Torselli (Fratelli d'Italia): "Vergogna l'assenza di Mattarella a Bassovizza e l'atteggiamento della televisione di stato"

Questo l'intervento del capogruppo di Fratelli d'Italia, Francesco Torselli, in occasione della celebrazione del Giorno del Ricordo oggi in consiglio comunale:

"Dopo aver ascoltato in aula le parole della professoressa Daniela Velli, figlia di esuli istriani, avrei preferito fare un intervento volto al ricordo, alla memoria ed alla dignitosa celebrazione di chi scelse di essere, a costo della propria vita, italiano.

In realtà mi trovo costretto a fare un intervento invece molto polemico, ma non posso fare altrimenti. Polemico verso un Presidente della Repubblica che diserta la commemorazione di Bassovizza per un impegno istituzionale in Spagna. Sono convinto che la segreteria del Quirinale sia tanto capace quanto lautamente retribuita da poter pretendere che non fissi impegni istituzionali al Capo dello Stato in concomitanza di date importanti come quella del 10 febbraio.

Ma la polemica è rivolta anche alla televisione di stato che non ha ritagliato alla celebrazione del Giorno del Ricordo niente più di un paio d'ore, in prima serata, sul terzo canale, per trasmettere il visto e rivisto film 'Il Cuore nel Pozzo'. Il tutto mentre su RaiUno andava in onda in Festival di Sanremo, durante il quale non è stata detta mezza parola sul significato della giornata. Anzi, le uniche parole dette sono state quelle del governatore della Regione Liguria, Giovanni Toti, che ha giustamente ammonito i conduttori di Sanremo per il troppo silenzio e quelle del presentatore Carlo Conti che, dopo il rimprovero di Toti, ha rivolto un pensiero 'agli italiani che persero le proprie case'.

Ci dispiace, caro concittadino Carlo Conti, ma quegli italiani non 'persero le case'. Chi perde la propria casa si chiama 'sfrattato', loro si chiamano 'esuli' ed in più di 15.000 non persero la casa, ma la vita sul fondo di una foiba. Del resto, non possiamo fare a meno di notare che Carlo Conti si è anche 'dimenticato' di appuntare sulla giacca un nastrino tricolore che, in occasione del 10 febbraio, non avrebbe certo sfigurato.

E infine la polemica riguarda anche alcuni deputati che alla Camera, in occasione del Giorno del Ricordo, hanno organizzato un convegno ospitando una signora che definisce la giornata del 10 febbraio come 'la celebrazione dei rastrellatori fascisti e dei collaborazionisti nazisti'. Una vergogna per tutte le istituzioni".

Fonte: Comune di Firenze - Ufficio Stampa

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