Nel 2016 il Chianti Classico commercializzato ha toccato i 285.500 ettolitri, il miglior risultato nell'ultimo decennio, e dal 2009 a oggi le vendite di Gallo nero hanno registrato una crescita complessiva del 48,5%. E' quanto emerso oggi a Firenze in occasione di Chianti Classico collection, presentazione delle nuove annate 2016, 2015 e la Riserva 2014, che vede impegnate 185 cantine per 676 etichette in degustazione. Se l'export assorbe quasi l'80% della produzione, per il secondo anno consecutivo, è stato spiegato, sono cresciute (+2%) anche le quote del Chianti Classico venduto in Italia. Il mercato domestico oggi assorbe il 22% del totale dei vini Gallo Nero commercializzati, confermandosi il secondo mercato per la denominazione, dopo gli Stati Uniti d'America che pesano per il 32% (+1% rispetto al 2015). A seguire la Germania con il 13% (+1%), il Canada con l'8%, e Regno Unito e Paesi Scandinavi, a quota 5%. Nel complesso il Chianti classico conta un fatturato globale stimabile in oltre 700 milioni di euro, un valore della produzione vinicola imbottigliata di circa 400 milioni di euro, e un valore della produzione olivicola pari a 10 milioni di euro. "Siamo molto soddisfatti dell'affermazione del Chianti Classico nei mercati internazionali e anche del rinnovato interesse del mercato italiano, - afferma il presidente del Consorzio del Gallo nero Sergio Zingarelli -, un risultato che premia il lungo lavoro di rilancio della denominazione svolto negli ultimi anni e culminato con l'introduzione della Gran Selezione, la nuova tipologia di Chianti Classico sul mercato dal 2014". Per Zingarelli "abbiamo lasciato alle nostre spalle un anno molto intenso, il 2016 è stato infatti l'anno del Trecentesimo anniversario della denominazione. Abbiamo oggi davanti a noi grandi sfide: la costituzione del distretto rurale del Chianti e la candidatura Unesco sono solo due esempi dei progetti di valorizzazione del nostro territorio a cui stiamo lavorando".
Cina,Chianti classico registra Gallo nero in ideogrammi
Nell'anno del Gallo di Fuoco, secondo il calendario cinese, il Chianti Classico tornerà in Cina per promuovere il vino del Gallo nero in un mercato che oggi rappresenta il 2% della produzione. Per affermare il marchio e farlo penetrare, il Consorzio ha avviato un lungo iter di registrazione dei marchi presso le autorità preposte in Cina. All'inizio del 2016 è stata registrata la traslitterazione in ideogrammi delle parole Gallo nero, da accompagnare sempre alle parole Chianti Classico in caratteri latini. Entro l'anno si concluderà l'iter di registrazione, spiega una nota, permettendo l'utilizzo completo del marchio verbale in lingua cinese. I produttori potranno così presentare le proprie etichette accompagnandole con gli ideogrammi identificativi dei vini del Gallo nero. "Secondo l'oroscopo cinese - sottolinea il presidente del consorzio Sergio Zingarelli -, è iniziato un anno di buoni auspici, sotto il segno del Gallo di Fuoco. Un simbolo importante, perché il Gallo annuncia il sorgere di un nuovo giorno. Ci auspichiamo che per il Chianti Classico questo anno inauguri davvero l'inizio di un nuovo corso in Cina, mercato che un potenziale incredibile e dove l'interesse per il vino italiano sta crescendo sempre più"
Chianti classico,dazi Usa?Per ora annunci ma no incubo
"Sicuramente la politica di Trump non è un 'incubo' per le esportazioni dei vini negli Stati Uniti, attualmente non è stata adottata alcuna misura. Il mercato americano funziona come sempre ed è il primo per il Chianti Classico. Ci auguriamo che non vengano applicati dazi suppletivi sui vini e in questo momento riteniamo che non ci siano neanche le condizioni per farlo. Certo, una minima preoccupazione esiste, perché le prime mosse fatte dal governo americano virano verso l'agevolazione e la protezione delle produzioni locali ma siamo lontani dall'adozione di misure specifiche rivolte al mondo del vino". Lo afferma il direttore del consorzio del Chianti classico Giuseppe Liberatore. "Quindi non ci resta che attendere - aggiunge in una nota - e monitorare. Domani parleremo di questo argomento anche durante la tavola rotonda "L'importanza di chiamarsi... Chianti Classico" che si terrà alla stazione Leopolda di Firenze per la due giorni dedicata alle anteprime". In particolare, dice ancora, "sarà trattato il tema della coalizione tra venti fra le più importanti regioni vinicole del mondo che hanno sottoscritto un accordo a garanzia del rispetto reciproco per la tutela dei nomi di origine dei vini, una coalizione di cui fa parte la nostra denominazione (come unico distretto enologico italiano) proprio insieme ad alcune denominazioni americane, a testimonianza di un sentire comune su questo delicato argomento".