Variante n°15, Ricostruiamo: "D'accordo sul ripartire, ma ci sono troppi edifici fatiscenti"

foto di gonews.it

"Il Sindaco ha detto, illustrando la Variante n°15: “Voglio una S. Croce pronta alla ripartenza”, ebbene, è esattamente la nostra priorità.

Tuttavia è doverosa una critica, mossa durante la discussione in Consiglio Comunale: questa amministrazione fino ad oggi ha varato provvedimenti urbanistici agendo solo in modo puntuale, a discapito di una visione globale e organica, di cui c’è un gran bisogno. Sicuramente la scelta di agire in questo modo è dovuta alle comprensibili sollecitazioni dei tanti cittadini e degli imprenditori che da troppo tempo rimangono senza risposte. Infatti S. Croce non è affatto pronta per accogliere una ripartenza, soprattutto del tessuto produttivo, imprigionata ormai in una visione di sviluppo territoriale superata, senza prospettive di recupero delle aree dismesse o di adeguamento delle strutture esistenti.

Sono sotto gli occhi di tutti, disseminati sul territorio del capoluogo, ancora troppi edifici industriali dismessi: le famigerate zone BR che ormai sono fossili fatiscenti, con scarsissime possibilità di recupero.

Il piano di dismissione e recupero che poteva aver dato un input iniziale alla riqualificazione, quando fu varato negli anni ‘90, oggi si dimostra essere solo un rigido vincolo che difficilmente permetterà anche al più appassionato degli imprenditori di poter ridare nuova vita alle ex concerie. E se da un lato c’è l’impossibilità di recupero, dall’altra si hanno nuove aree che potranno dare spazio a nuovi insediamenti nel medio e lungo periodo, volendo essere ottimisti.

Inutili le manovre di richiamare investitori sul territorio se poi non esiste la possibilità immediata di trovare risposte alle esigenze: la previsione della zona artigianale PT2, a nord di via dei Garibaldini, risponde a queste esigenze solo per futuri (speriamo non lontani) insediamenti di nuove attività non conciarie.

Invece, nel periodo di quasi un anno speso nella redazione della presente variante, si poteva aver già posto attenzione al tema del recupero delle ex concerie. Il Sindaco mi ha risposto che è anche una sua personale preoccupazione ma che per poter avviare la revisione di questo delicato tema occorre molto, moltissimo tempo.

Allora la mia preoccupazione diventa ancora maggiore: domando se non si fosse potuto inserire una variazione normativa che apriva la porte a eventuali recuperi diversi, sempre compatibili con le funzioni prevalenti della zona, riservandosi una valutazione tecnica mirata, di fronte alla richiesta specifica. Questo sarebbe un buon provvedimento che arginerebbe in parte l’attesa del tanto necessario PIANO OPERATIVO.

Infatti, ad oggi, parlando delle aree BR (ex-concerie) abbiamo la possibilità di recuperare gli immobili dismessi in prossimità del centro prevalentemente per future destinazioni residenziali, direzionali e commerciali. E tutti sappiamo quanti immobili e quanti uffici, per non parlare dei negozi, sono disponibili sul mercato immobiliare a S. Croce. Quindi sarà difficile poter trovare prospettive allettanti per le aree (per fortuna non tantissime in questo comparto) rimaste irrecuperate.

Tuttavia, focalizzando l’attenzione sulle quelle zone BR situate fra viale Buozzi e la vecchia zona industriale, si riscontrano ancora molte realtà che oltre a contribuire al degrado del decoro urbano, oramai sono anche dei veri e propri ruderi, con bonifiche da amianto da fare, con messa in sicurezza di coperture. In queste zone la previsione di recupero si sposta: scompare quasi del tutto la destinazione residenziale per aprire la possibilità di un artigianato alla persona. Domando: se invece di una parrucchiera, un meccanico o un ciabattino, ovvero artigianato di servizio alla persona (che evidentemente troverebbero meglio allocazione altrove), un’attività artigianale, con zero emissioni nell’atmosfera, nessuno scarico industriale e comunque caratteristiche compatibili per la zona, volesse investire in un ex conceria, sarebbe così disdicevole? Questo mi sembrerebbe un provvedimento forse ancora una volta di carattere puntuale ma comunque di buon senso.

L’idea di poter perfettamente ridisegnare e correggere, quando si parla di urbanistica, è pura utopia. Si deve invece provvedere a non perdere alcuna possibilità, neppure la più flebile, di invertire le tendenze, quando lo sviluppo è pari a zero e il tessuto urbano si trova in uno stato di atrofia assoluta.

Da qui la condivisione piena dell’obbiettivo con il Sindaco Deidda: “…una S. Croce pronta alla ripartenza”, sì! Ma da subito.

Un breve cenno anche su altri provvedimenti della variante: sicuramente apprezzabile il tentativo di concedere deroghe e ampliamenti a quegli immobili produttivi ricadenti nella vecchia zona industriale, al fine di consentire a quelle attività che ancora vi operano la possibilità di adeguamento alle nuove normative ed esigenze produttive. Rimane il dubbio, avendo bene a mente le condizione di questa parte di territorio, se tali provvedimenti saranno applicabili, almeno alla maggior parte degli edifici, perché, nonostante le deroghe di allineamento e distanze dai confini, si tratta prevalentemente di edifici che già hanno quasi completamente saturato il lotto in cui ricadono.

Ribadisco per concludere quanto ho già detto in Consiglio Comunale: sono pienamente convinta del fatto che la quasi totalità dei contenuti della variante è stata sicuramente dettata dalla volontà di dare risposte concrete ai cittadini; alcuni provvedimenti sono anche pienamente condivisibili, ma il timore, a mio avviso, è che, quando si dovrà passare entro il 2017 al Piano Operativo, si possa aver usato tempo prezioso nella redazione di uno strumento che potrebbe aver peccato di essere concepito con una visione troppo puntuale e parziale, dalla quale potrebbe essere difficile poter fare marcia indietro e se lo vogliamo comunque considerare come una manovra “d’emergenza”, allora doveva toccare anche altre situazioni critiche come detto prima".

Fulvia Quirici, consigliere di Ricostruiamo S. Croce e Staffoli

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