Cattivi odori a Ospedaletto, Arpat al lavoro

A seguito delle numerose segnalazioni per maleodoranze da parte dei lavoratori di alcune aziende della zona di Ospedaletto (Pisa), negli ultimi anni ARPAT ha svolto un'intensa attività di controllo, individuando la causa delle maleodoranze in alcune aree della piattaforma di trattamento e stoccaggio rifiuti della Teseco Srl, che a fine gennaio 2017 è stata acquisita dalla Waste Recycling SpA.

Anche le ultime indagini, svolte nel mese di settembre 2016, hanno evidenziato che

  • l'attività svolta è caratterizzata da ampie variazioni nelle tipologie di rifiuti stoccati/trattati, in termini quantitativi e qualitativi,
  • le stesse variazioni dipendono principalmente dall'attività in corso all'interno dei capannoni.

Per evitare il permanere di forti maleodoranze, sono stati proposti alla Regione Toscana, competente al rilascio dell'AIA, ulteriori accorgimenti gestionali rispetto a quelli già adottati nel 2015 (ad esempio la chiusura dei locali affacciati verso le abitazioni degli esponenti), in attesa dell'adeguamento impiantistico che possa risolvere definitivamente la problematica.

Di seguito sono sintetizzati gli aspetti più significativi emersi.


Nell'ultimo sopralluogo effettuato nel mese di settembre 2016 sono state ispezionate varie zone della Teseco. In particolare è stato ispezionato il capannone baie che è diviso in 2 locali.

Nel primo locale ci sono 6 baie contenenti rifiuti pericolosi:

  • nelle baie 1 e 2 sono presenti rifiuti pericolosi codificati al CER 19.02.04* (miscugli di rifiuti contenenti almeno un rifiuto pericoloso derivanti dalle operazioni di triturazione e/o miscelazione) che vengono inviati ad impianti di termovalorizzazione situati principalmente all'estero;
  • nelle baie 3, 4, 5, 6 sono presenti rifiuti pericolosi codificati al CER 19.03.04* (rifiuti pericolosi parzialmente stabilizzati derivanti dalle operazioni di inertizzazione) che vengono inviati in discariche per rifiuti pericolosi e/o miniere.

All'interno di questo locale è stato effettuato un campionamento del rifiuto CER 19.02.04* stoccato nella prima baia, dove si avvertiva un intenso odore di carattere ammoniacale, dolciastro, dovuto presumibilmente a sostanze organiche non biodegradabili.

Nel secondo locale sono presenti 6 baie contenenti rifiuti non pericolosi stabilizzati con processo di inertizzazione presso Teseco e codificati al CER 19.03.05, generalmente destinati alla discarica Bulera della SCL Italia Spa ed alla discarica di Pontedera a Gello della Ecofor Service Spa.

Nell'intero capannone sono presenti 2 impianti di aspirazione che convogliano l'emissione a 2 rispettivi impianti di abbattimento:

  • un biofiltro (camino E12) che aspira l'aria proveniente dalle baie 1, 2 e 3,
  • uno scrubber a triplo stadio (acido, base, ossidante, camino E13) che aspira l'aria proveniente dalle baie 4, 5 e 6, insieme a quella proveniente dal secondo locale.

Le analisi condotte sul campione di rifiuto, prelevato nella baia 1, hanno evidenziato la presenza abbondante di idrocarburi, solventi organici alogenati ed aromatici.

Osservando i risultati, si rileva che

  • il biofiltro non è in grado di degradare tali quantità di solventi alogenati ed anche altre specie, come ad esempio idrocarburi volatili, Benzene, Toluene, Xilene, che sono abbattibili solamente se presenti in basse concentrazioni;
  • lo scrubber è in grado di abbattere unicamente sostanze idrosolubili.

Ciò è riportato nei documenti europei del settore con le Migliori Tecniche Disponibili (Reference Document on Best Available Techniques for the Waste Treatments Industries - August 2006, Reference Document on Best Available Techniques in Common Waste Water and Waste Gas Treatment/Management in the Chemical Sector - February 2003, Reference Document on Best Available Techniques on Emissions from Storage - July 2006).

Parametri dei biofiltri secondo le BAT europee

In definitiva sono state ulteriormente confermate le conclusioni di ARPAT del 2015, che imputavano i valori elevati dei parametri Solventi Organici Volatili (SOV) e Carbonio Organico Totale (COT) ai punti di emissione E12, E13, alle caratteristiche dei rifiuti stoccati nelle baie provenienti, ad esempio, dalla triturazione di fusti/cisternette, contenenti residui significativi di diverse sostanze organiche, con caratteristiche fortemente odorigene.

Gli odori provenienti dal biofiltro sono stati avvertiti dal personale ARPAT anche sul retro dell'impianto, quando la postazione si trovava contro vento.

Un intervento di adeguamento strutturale potrebbe essere quello di dedicare un'unica baia allo stoccaggio di tali rifiuti prevedendo, ad esempio, un filtro a carbone attivo sull'emissione da essa derivante.

In conclusione l'elevato numero di esposti per maleodoranze è sicuramente riconducibile all'inadeguatezza dei sistemi di abbattimento attualmente installati presso Teseco, posti sulle due linee di aspirazione (biofiltro e scrubber) del locale baie relativamente alla tipologia di rifiuti trattati che, a seconda delle caratteristiche qualitative ed odorigene degli stessi e della direzione del vento, possono provocare maleodoranze nelle zone limitrofe e determinare di conseguenza le lamentele .

Come già accaduto in precedenza, per la valutazione degli eventuali aspetti di carattere sanitario, sono stati informati l'ASL Nord-Ovest - Settore Igiene Pubblica - ed il Comune di Pisa.

Fonte: Ufficio stampa Arpat

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